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Mps, piano Hydra a vaglio azionisti ma non risolutivo - fonti

Il logo della banca Monte dei Paschi di Siena all'ingresso di una banca a Roma

di Valentina Za e Pamela Barbaglia e Gianluca Semeraro

MILANO (Reuters) - Dopo quasi due anni di lavoro, il piano di pulizia dai crediti deteriorati di Banca Mps, denominato Hydra, verrà sottoposto agli azionisti domenica con lo scopo di facilitare la cessione della quota pubblica della banca, ma difficilmente sarà sufficiente ad attrarre un compratore.

Il governo ha salvato Mps nel 2017 pagando 5,4 miliardi di euro per il 68% della banca, quota che oggi vale 1 miliardo e che Roma deve vendere il prossimo anno secondo quanto previsto dal piano di salvataggio da 8,2 miliardi concordato con la Ue.

Tuttavia per aggregare Mps a un concorrente lo stato deve anche prevedere una compensazione adeguata per le cause da miliardi di euro promosse da alcuni azionisti, secondo alcuni banchieri, rendendo più salato il conto pagato dai contribuenti.

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"Il Tesoro ha davanti un sentiero molto stretto. Uscire dal Monte dei Paschi registrando una perdita netta e di notevoli dimensioni metterebbe in discussione la ratio stessa dell'intervento pubblico nell'economia e renderebbe difficilmente giustificabili ulteriori investimenti in capitale azionario nel prossimo futuro", spiega Stefano Caselli, professore di economia degli intermediari finanziari all'Università Bocconi.

Per autorizzare il piano di pulizia che sottrae al patrimonio di Mps 1,1 miliardi di euro e che deve essere completato entro l'1 dicembre, la Bce ha chiesto alla banca senese di raccogliere nuovo capitale attraverso emissioni costose di strumenti ibridi AT1 e AT2.

Mps ha pagato l'8,5% per l'emissione di un Tier2 a settembre e, secondo gli analisti, un bond AT1 non è un'opzione percorribile per una banca che ha preannunciato perdite fino al 2022 e a cui non sarà consentito pagare una cedola.

Il Tesoro puntava ad aggirare l'emissione di AT1 siglando un'operazione entro Natale, secondo alcune fonti, ma Mps è un boccone indigesto per un settore la cui redditività già bassa è messa a durissima prova dalla pandemia di Covid-19

POCHE OPZIONI

Il takeover a sorpresa di Ubi Banca da parte di Intesa Sanpaolo quest'anno ha tolto dal tavolo due potenziali compratori, lasciando al Tesoro poche opzioni, secondo fonti a conoscenza della situazione.

Mps non ha attirato l'interesse di banche straniere e il Tesoro guarda a UniCredit e Banco Bpm come potenziali acquirenti, aggiungono le fonti.

Secondo una persona vicina al processo di vendita, UniCredit sarebbe meglio posizionata per acquistare Mps vista la sua dimensione e il bilancio solido.

Ma qualsiasi potenziale acquirente non puo prescindere dal precedente creato dall'operazione con cui Intesa nel 2017 ha acquistato gli asset sani di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza al prezzo simbolico di 1 euro, secondo le fonti.

In quell'operazione Amco si accollò 18 miliardi di crediti dubbi e si impegnò ad assorbire altri 4 miliardi di crediti high-risk se si fossero deteriorati. Intesa ottenne un contributo cash di 4,8 miliardi dallo stato per annullare l'impatto dell'acquisto sul patrimonio regolamentare e coprire i costi di ristrutturazione.

Inoltre ottenne garanzie pubbliche per 1,5 miliardi a fronte di futuri rischi e cause.

Gli analisti hanno calcolato che solo i costi di ristrutturazione in un'operazione su Mps sarebbero pari a 2-3 miliardi di euro. Il Tesoro ha accantonato finora 1,5 miliardi per sostenere Mps.

Una fonte governativa ha detto a Reuters che il Tesoro non vuole ripetere l'operazione di Intesa con le banche venete che rispettava le regole europee sugli aiuti di stato solo perché le due banche erano state poste in liquidazione secondo la legislazione nazionale.

UniCredit, tuttavia, non può erodere i buffer di capitale che il Ceo Jean Pierre Mustier ha faticosamente rafforzato.

UniCredit ha escluso ogni operazione di M&A e Banco Bpm ha negato un interesse per Mps.

Secondo le fonti tuttavia entrambe le banche potrebbero ancora prendere in considerazione un'operazione con termini favorevoli, anche se Banco Bpm potrebbe indirizzarsi verso colloqui di integrazione con Credit Agricole.

Secondo Caselli il Tesoro potrebbe dover rivedere la tempistica delle proprie mosse.

"Di fronte a questo scenario di perdita secca un rinvio appare forse come una soluzione più ragionevole al momento", spiega.

L'Italia sta discutendo con la Commissione Europea di una revisione del piano di ristrutturazione e un'estensione del termine del 2021 è una possibilità.

Mps è stata vittima per anni di cattiva gestione, di un'acquisizione poco avveduta e di transazioni su derivati rischiose.

Sta affrontando cause legali per 10 miliardi di euro, in gran parte promosse da azionisti arrabbiati che hanno perso denaro in una serie di aumenti di capitale da 18,5 miliardi complessivi negli ultimi dieci anni.

Mps si aspetta che una parte delle cause venga meno e ha accantonato fondi che coprono soltanto una frazione delle richieste di risarcimento.

Il Movimento 5 Stelle chiede che lo stato resti in Mps e il premier Giuseppe Conte ha rinviato la firma del decreto che aprirebbe le porte allo spinoff dei crediti dubbi.

Due fonti vicine alla situazione rassicurano tuttavia sul fatto che la documentazione necessaria all'assemblea sarà a disposizione degli azionisti domenica.