Mps, Tesoro studia opzione Banco Bpm, Tononi ribadisce no
ROMA (Reuters) - Il governo sta vagliando una potenziale aggregazione tra il Monte dei Paschi di Siena e Banco Bpm come opzione per riportare in mani private la banca senese, secondo fonti a conoscenza del dossier.
Sia UniCredit che Banco Bpm, rispettivamente la seconda e la terza banca italiana, sono visti come possibili partner strategici del Monte in vista di una operazione straordinaria che porti il ministero dell'Economia a tagliare il 64% detenuto in Mps dopo la ricapitalizzazione precauzionale del 2017.
Roma ha già tentato la strada dell'accordo con UniCredit nel 2021, ma il fallimento dei negoziati ha reso diffidente chi nel nuovo governo a guida Giorgia Meloni sta lavorando al dossier.
Nel governo si guarda ora a Banco Bpm come possibile alternativa, hanno aggiunto le fonti, tanto che al Tesoro hanno già iniziato a studiare la fattibilità dell'operazione.
L'amministratore delegato di Banco Bpm Giuseppe Castagna ha detto in più occasioni che il dossier Mps non è sul tavolo, aggiungendo che l'istituto senese è troppo grande per Banco Bpm.
"Banco Bpm non è in alcun modo intenzionata a perseguire una operazione di aggregazione con Mps," ha ribadito a margine del cda odierno di Piazza Meda il presidente, Massimo Tononi.
Sia il ministero dell'Economia sia UniCredit non hanno commentato.
L'integrazione col Monte implica alcune problematiche per Banco Bpm tra cui la necessità di dover raccogliere capitali freschi, dicono le fonti.
Un'opzione cui il Tesoro potrebbe guardare, anche se non nell'immediato, è il collocamento sul mercato di parte del 64% in capo allo stato per avviare la privatizzazione.
(Valentina Za, Giuseppe Fonte e Andrea Mandala, editing Claudia Cristoferi)