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Mps, Tononi: aggregazione richiede tempo, ragionevole in 2016

SIENA (Reuters) - E' ragionevole pensare che Banca Monte dei Paschi di Siena verrà coinvolta in un processo di aggregazione non prima dell'anno prossimo perchè si tratta di processi lunghi.

Lo ha detto il neo presidente dell'istituto senese, Massimo Tononi, a margine della sua prima conferenza stampa a Siena dopo la sua nomina votata dall'assemblea a metà mese.

"Il processo di aggregazione richiede tempo. Lei ha parlato di 2016 e non posso che darle ragione. Nella mia esperienza anche in circostanze diverse, anche se non ci fossero gli Srep, richiederebbe tempo", ha risposto Tononi a chi gli chiedeva se per il tema dell'aggregazione e della chiusura di un accordo con Nomura, si vada ormai al 2016.

Il neo-presidente ha poi detto di aver incontrato i rappresentanti della Bce la scorsa settimana a Francoforte e di aver ricevuto conferma dell'indicazione a suo tempo ricevuta di trovare un partner.

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"E' un tema al quale mi dedicherò personalmente e che occuperà una parte importante del mio tempo", ha detto.

Con Bce Tononi non ha discusso dei possibili partner nè ha ricevuto indicazioni di preferenza su soggetto italiani o stranieri.

Il neo presidente del Monte ha comunque evidenziato che la ricerca è a tutto campo, anche se finora infruttuosa.

"Quanto alle banche straniere, abbiamo guardato e continuiamo a guardare anche all'estero. Vi sono operatori di dimensioni importanti all'estero che sarebbe inappropriato trascurare".

Piuttosto Tononi, trentino, 51 anni, che vanta una specifica esperienza nell'M&A per il suo lavoro passato alla Goldman Sachs, ha detto che difficilmente immagina una fusione a tre, come è stato ipotizzato nei mesi scorsi sulla stampa per una soluzione nazionale, con le banche popolari.

"Operazioni a tre ne ho viste veramente poche. Ma faccio teoria. Dovessi scommettere, una soluzione a tre la vedrei meno probabile".

AD OGGI NESSUNA MANIFESTAZIONE

"E' un dato di fatto che ad oggi non vi sono manifestazioni interesse e certamente la congiuntura non è particolarmente favorevole", ha aggiunto riferendosi alla fase legata alle richieste di dotazioni di capitale che Bce sta mandando a tutte le banche europee su cui vigila e che di fatto frena le valutazioni per ipotesi di M&A.

"Nomura è una partita diversa. Ha due soli soggetti coinvolti, la tematica è nota, non vi sono molte considerazioni strategiche da fare, si tratta di trovare un punto di equilibrio tra le parti. Quindi magari su questo sono più ottimista, ma ripeto, è l'ottimismo della volontà", ha agiunto, ritenendo quindi possibile una chiudura del contratto Alexandria anche prima della fine dell'anno.

Tononi non si sbilancia sulla modalità, ma dice di immaginare alla fine una soluzione simile a quella che ha permesso la chiusura del prodotto strutturato Santorini con Deutsche Bank.

"Prima o poi bisogna chiudere, penso piu prima che poi. Anche Nomura convivide questo obiettivo, perché nessuna banca vuole vivere con questa situazione sulle spalle".

(Stefano Bernabei)

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