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Mps/UniCredit, Amco valuta portafogli per sviluppo business - AD

MILANO (Reuters) - Amco valuta di routine nuovi portafogli di crediti deteriorati per alimentare volumi in gestione che punta a mantenere al di sopra dei 30 miliardi per motivi di efficienza operativa.

Risponde così Marina Natale, AD della società pubblica di gestione di asset deteriorati, alle domande su un eventuale coinvolgimento di Amco nella potenziale vendita di Mps a UniCredit durante un'audizione presso la Commissione d'inchiesta sul sistema bancario.

Fonti a conoscenza della vicenda avevano riferito a Reuters a inizio gennaio come il Tesoro stesse studiando una possibile cessione di almeno 14 miliardi di deteriorati dalla banca di Piazza Gae Aulenti ad Amco nell'ambito di un pacchetto di misure per incentivare una fusione con Mps. Amco avrebbe al contempo rilevato crediti high-risk da Mps.

Incalzata sull'argomento, Natale chiarisce che "non ci sono impegni di nessuno tipo" e certamente "non si tratta di regali, si tratta d interesse commerciale che Amco ha verso tutti gli operatori in modo ordinario e continuativo".

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"Noi facciamo sviluppo, ogni giorno ci rivolgiamo alle nostre controparti, cerchiamo di acquisire portafogli che ci permettano di sfruttare le risorse che abbiamo", sottolinea l'ex Cfo di UniCredit.

L'organico di Amco a fine 2020 contava 287 persone a cui vanno sommate altre 88 distaccate da banca Mps dopo l'acquisizione del compendio scisso.

"La società è continuamente impegnata a ricercare opportunità di business e, nella ricerca di opportunità di business, a valutare i portafogli. Il portafoglio di UniCredit, di Mps e di qualunque banca interessata a consentire ad Amco di acquistarlo o gestirlo con le modalità proprie di Amco" conclude Natale.

La manager respinge le note critiche al gestore a capitale pubblico, accusato dai concorrenti di falsare il mercato degli Npl, ricordando come i prezzi pagati per i portafogli siano sotto la lente di Dg Comp (oltre che della Corte dei Conti) e "sono a mercato, ancorché commentati dai concorrenti come non a mercato".

Difende infine la decisione di Amco presentare una proposta alternativa di concordato nel caso Ferrarini sottolineando che a motivare la mossa siano state considerazioni puramente economiche relative a prospettive migliori di rientro del credito vantato.

"Amco aveva valutato il soddisfo del 30% più attraente del soddisfo previsto nella soluzione concorrente ... le motivazioni di Amco non sono motivazioni di opportunità o meno di intervento di denaro pubblico, ma sul fatto che un soddisfo del 30% per cassa sia meglio di un soddisfo massimo del 10,41% di cui solo un terzo per cassa".