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Né spezzatino né svendita. Franco difende a spada tratta Unicredit-Mps

Daniele Franco e Mps (Photo: Getty Editorial)
Daniele Franco e Mps (Photo: Getty Editorial)

L’operazione tra Mps e Unicredit “non sarà una svendita, ma una soluzione strategicamente superiore dal punto di vista dell’interesse generale del paese″. E al momento “non si intravedono rischi di smembramento della Banca”. Il ministro dell’Economia Daniele Franco sulle sorti di Mps ha le idee chiare. Poco dopo le 20 di oggi si è presentato in Commissione Finanze di Camera e Senato dove ha parlato dell’offerta Unicredit e del ruolo dello Stato nella partita, dopo le polemiche, nate anche tra i diversi partiti politici negli ultimi giorni. Ma il titolare del Mef va oltre le critiche e per la prima volta rende noto il suo sostegno all’operazione.

Secondo Franco l’operazione di aggregazione di Unicredit costituirebbe una soluzione strategicamente superiore per il paese dal momento che “non ci sono le condizioni per mettere in discussione la cessione dell’istituto di credito, dati gli impegni assunti dai governi precedenti”. Inoltre, sottolinea il ministro dell’Economia, “se Mps proseguisse in autonomia ci sarebbero rischi considerevoli e seri problemi di competitività”. In ogni caso, assicura, “non si tratterà di una svendita di una proprietà statale”.

Il titolare del Mef ammette che per raggiungere un rapporto costo/ricavi al 61%, “la banca ha stimato 2.500 esodi volontari”. “Nel caso probabile in cui l’interlocuzione con la Commissione Ue richiedesse di fissare un rapporto più ambizioso gli esuberi potrebbero essere considerevolmente più elevati” spiega ancora il ministro. Franco ricorda infine l’esito degli ultimi stress test: confermano “l’esigenza di un rafforzamento strutturale di grande portata” e di “un aumento ben superiore a quello previsto dal piano 2020-2025″ da 2,5 miliardi di euro”.

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Franco ribadisce come gli obiettivi del Governo su Mps restino fissati: “Mps è la banca più antica del mondo. La salvaguardia dell’occupazione e del marchio, oltre che del risparmio, sono le priorità del Governo” afferma in più occasioni il titolare di via XX settembre che assicura “massima attenzione” per i 21 mila dipendenti dell’istituto di credito. “È possibile - aggiunge - che il Mef riceva azioni del gruppo Unicredit ma tale eventuale partecipazione non dovrebbe alterare gli equilibri di governance”, facendo poi in modo che lo Stato partecipi “a tutti i benefici economici in termini di creazione di valore derivanti dall’operazione”. Franco si dice disponibile a tornare in Parlamento per eventuali aggiornamenti sull’operazione, anche perché le richieste dei parlamentari - tecniche e politiche - non mancano.

Intanto il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina rassicura: “Non ci porremo in alcun modo da ostacolo a nessuna operazione, soprattutto se salvaguardia l’occupazione e le persone”. L’operazione Unicredit-Mps ”è ancora molto in divenire, ma certamente credo che in una fase come questa tutto quello che può contribuire a stabilizzare il sistema e consentire all’Italia di poter accelerare sulla crescita senza scossoni di nessun tipo dal punto di vista finanziario possa essere un valore”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.