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Napoli, torna la pizza a credito

Mangi la pizza e la paghi dopo otto giorni: a Napoli un'iniziativa speciale contro la crisi

Pizza (Yahoo!Finanza)

Nella bella e complessa Napoli, la solidarietà di specie esiste ancora. Dopo il famoso rito del caffè pagato -ovvero entrare in un bar e lasciar un caffè pagato per un potenziale avventore che vorrebbe pagare ma non può- ecco la pizza a credito, ovvero la mangi oggi e la paghi fra otto giorni.

Un’iniziativa contro la crisi che mette in gioco uno dei simboli eterni della città di Pulcinella, voluta dal pizzaiolo Gino Sorbillo, famoso in città, per permettere ai cittadini del quartiere San Lorenzo di mangiare la pizza e di pagarla successivamente.

Un metodo di finanziamento a breve termine, per permettere alla gente del quartiere di non rinunciare alla pizza in un momento estremamente difficile dal punto di vista economico. Un’usanza che a Napoli esisteva anche negli anni ’40 e ’50, proprio a dimostrare che i problemi tornano e le soluzioni di vecchio stampo anche. Un atto di fiducia che nasce dalla consapevolezza che per fame si ruba; come riportava il locale quotidiano Il Mattino recentemente, a Casoria, un professionista, all’uscita della pizzeria, era stato derubato di 4 pizze, per un totale di 19 euro. Non il portafoglio, o il cellulare, ma le pizze.

Un episodio che ha colpito Sorbillo e lo ha spinto a ripristinare la tradizione. E il dubbio che qualcuno non torni a pagare fa parte del gioco, e, pur annotando, a rigor di logica, nome, cognome e data del cliente che mangia la pizza e non paga immediatamente, gli eredi del famoso Sorbillo potranno solo contare sulla buona fede dei clienti.

Anziani, scugnizzi, studenti: il target è vasto, e come Sorbillo dichiara in un video pubblicato sul sito dell’Espresso, se su 15 pagassero anche 12 va bene, a fronte di oltre 800 pizze vendute al giorno.

Servizio sociale o trovata pubblicitaria? "Sorbillo" a Napoli è un'istituzione e questo fuga il dubbio di fondo che possa essere una trovata per far parlare del locale; l'iniziativa è pur sempre legata ad un quartiere solo. Sul valore sociale dell'operazione, nella congiuntura attuale, ci sono pochi dubbi; più complesso è il discorso su quanto possa e debba fare invece la politica locale, e non il privato cittadino, per sanare le esigenze di una città che ha fame di tante cose, lavoro e legalità in primis, e certo non solo di pizza.