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Nasce il movimento #DeleteFacebook, 100mila dollari a chi inventa un'alternativa

Facebook & Cambridge Analytica (Getty Images)
Facebook & Cambridge Analytica (Getty Images)

Sul web e soprattutto fuori è nato un movimento che si chiama #DeleteFacebook. Sì, cancellare Facebook dalla faccia del web è diventato un obiettivo di alcuni imprenditori e visionari che hanno intenzione di creare un nuovo social network che non ponga alcun rischio sulla gestione dei dati degli utenti.

A capo di questo movimento c’è l’imprenditore Jason Calacanis, che ha aperto un sito, denominato OpenBookChallenge.com, nel quale sta riversando 100mila dollari (ognuno) a ben sette gruppi di programmatori. La sfida è costruire un social network che sia concorrente di Facebook e che offra più o meno le stesse cose, ma senza trafficare con i dati degli utenti e che operi nel pieno rispetto della privacy.

Sfida difficile ma non impossibile. Ogni team di programmatori avrà 12 settimane per costruire questa ‘impresa’. Molto sarcastica la citazione in calce al sito, che riprende una frase pronunciata proprio da Mark Zuckerberg: “Non siate troppo orgogliosi per copiare”.

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Ma chi è Jason Calacanis? Si tratta di uno dei pionieri della comunicazione sul web. 48 anni, newyorkese doc, aveva fondato Weblogs, poi venduto a Aol nel 2005, e in seguito si è buttato nel finanziamento di molte startup digitali. La compravendita di quelle più promettenti e di quelle che hanno avuto più successo gli ha donato molti dollari, nell’ordine dei milioni.

Anche Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp, poi acquistato dallo stesso Facebook, ha scritto su Twitter che “è ora” di cancellarsi da Facebook. Tutta questa ribellione è scaturita dal caso Cambridge Analytica, azienda che si è appoggiata ai dati raccolti su Facebook per creare delle campagne elettorali e influenzare il voto in vari paesi del mondo.

Facebook ha perso tantissimo terreno in borsa e nel suo quartier generale la situazione è critica. Nelle prossime ora potrebbero essere presi numerosi provvedimenti e si attende un giro di vite sulla gestione della privacy da parte del popolare social network. Una decisione che potrebbe garantire la sua sopravvivenza.