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"Nascerà un mercato di polizze digitali, senza carta né intervento umano"

Andrea Battista (Photo: Net Insurance)
Andrea Battista (Photo: Net Insurance)

La rivoluzione digitale ha cambiato il volto delle assicurazioni a livello globale, dando vita all’InsurTech. Neologismo di facile intuizione: Insurance (assicurazione) + Technology (tecnologia). È l’assicurazione che cavalca l’innovazione tecnologica: big data, intelligenza artificiale, algoritmi e blockchain. Esistono tanti modi per coniugare queste applicazioni al mondo delle polizze. E sono sempre di più le aziende del ramo che vogliono approfittarne, per aprire nuovi orizzonti di business e rinnovare l’intera filiera assicurativa. Tra gli attori più importanti dell’InsurTech italiano c’è Net Insurance, una compagnia assicurativa nata nel 2000, ma radicalmente rivoluzionata con l’arrivo alla guida dell’azienda di Andrea Battista. Preso il controllo della società grazie alla Spac Archimede, dal 2018 Battista è l’amministratore delegato di Net Insurance. In un’intervista ad Huffington Post, il Ceo racconta perché l’InsurTech sta rivoluzionando tutto il settore assicurativo.

Come sono cambiate le assicurazioni con l’ascesa dell’InsurTech?

Siamo ancora agli inizi. È l’epoca dei pionieri dell’InsurTech. Ma ci troviamo davanti al più grande cambio tecnologico mai avvenuto nel nostro settore. Con Internet, l’effetto fu meno dirompente: dalla carta si passò al sito online. Ma un cambio della tecnologia così radicale, lungo tutta la catena del valore assicurativo, è la prima volta che lo vediamo.

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Una rivoluzione, quindi.

Lo è sotto il profilo potenziale, per ora. Le nuove tecnologie possono cambiare in meglio il rapporto tra persone e compagnie di assicurazione. E se cambi quel rapporto, bé, hai fatto una vera rivoluzione.

Faccia qualche esempio.

Secondo l’adagio, le assicurazioni sarebbero distanti dalle persone. Difficili da capire. Le nuove tecnologie cosa fanno? Portano beni e servizi a portata di mano delle persone. La comodità è il vantaggio più tangibile della rivoluzione InsurTech: la facilità di chiudere online una polizza auto; ricevere un sms sul pagamento del sinistro; l’accesso in tempo reale allo stato di una pratica; una scatola nera che trasforma l’assicurazione casa in un servizio di protezione della casa stessa, allargando il perimetro dell’assicurazione. L’InsurTech è tante cose diverse. Tutte insieme hanno un potenziale rivoluzionario.

Quanto è importante l’InsurTech per il pagamento dei sinistri?

Tanto. Perché impatta positivamente sull’efficienza di quasi tutta la catena del valore. Pensiamo al vecchio mondo: raccogli la carta; poi spedisci; non si trova; cerchi le informazioni; nessuno sa niente; chiami il centralino; non ti passano nessuno; l’ispettorato non sa neanche se la pratica è arrivata e così via.

Con InsurTech, invece?

Le documentazioni vengono caricate in un sistema in cui tutti i soggetti possono vederle contemporaneamente. Liquidatore, supervisor del liquidatore, cliente e venditore. Viene liquidato in pochissimo tempo, ma soprattutto con la massima trasparenza.

Un risparmio di tempi, spese e anche una maggiore comodità.

Senza dimenticare la trasparenza. In Net Insurance lo vediamo tutti i giorni. Siamo una società giovane, ma abbiamo uno zero spaccato sui reclami per sinistri. E prevediamo di mantenerlo. Il merito è della tecnologia digitale.

Parliamo proprio di Net Insurance. Come mai ha deciso di prendere in mano un’azienda già esistente invece che creare una start-up ex novo?

È esattamente la stessa domanda che mi ero fatto all’epoca. Creare una start-up ex novo in un mercato geograficamente ridotto come quello italiano comportava tempi di attivazione, rischi e barriere operative troppo complicate. Non accettabili, sia per il sottoscritto che per gli investitori. L’altro motivo fondamentale è che il settore dell’BancAssurance stava per decollare. Una start-up avrebbe impiegato 4-5 anni prima di entrare a regime. Rischiavamo di perdere il nostro treno.

Perché proprio Net Insurance?

Era un’azienda che tra Bancassicurazione e digitale aveva delle potenziali sinergie molto forti. Il business tradizionale di Net Insurance – cioè l’assicurazione dei rischi legati alla cessione del quinto – è complementare con la Bancassicurazione, se non altro perché il quinto viene venduto in gran parte tramite banche o istituti finanziari. Questi sono i fattori che hanno portato alla scelta di investire su Net Insurance. Un rischio ridotto rispetto all’investimento in una start-up.

Lei è al timone di Net Insurance da tre anni. La scommessa si sta rivelando vincente?

Il business model che sta dietro Net Insurance si è rivelato coerente con le richieste del mercato. Quest’anno raddoppieremo, se non di più, il bilancio che avevamo nel 2018. Nella Bancassicurazione abbiamo creato una rete con più di dieci banche partner e stiamo diventando un punto di riferimento delle mediobanche. Nel digitale, area di business a supporto della Bancassicurazione, ma soprattutto della progressiva digitalizzazione del quinto, abbiamo realizzato partnership con soggetti come Enel e altri giganti (rispetto a noi). Siamo a cinque semestri su dieci del piano industriale e siamo sopra tutti i target. Non possiamo non dirci soddisfatti.

La pandemia? Che impatto ha avuto su Net Insurance?

Ha rallentato le vendite in un modello di decollo. Noi non abbiamo neanche l’RC Auto, quindi non abbiamo a disposizione una boccata d’ossigeno sicura in tempi difficili. Il 2020 non è andato malissimo, quest’anno però la macchina a tornata a pieni giri. Il +40% di fatturato nel primo semestre lo dimostra. Anche a fine anno prevediamo di stare sopra i target previsti. Insomma: la pandemia non ha lasciato scorie nel nostro organismo e non ci ha neanche rallentato, se non nel brevissimo termine.

Quanto conta Net Insurance nel panorama InsurTech italiano?

Conta tanto. Perché nel nostro mercato siamo l’unica compagnia di assicurazioni al cento per cento InsurTech. Ci sono tante altre compagnie che operano in InsurTech, ma restano comunque compagnie tradizionali. Poi ci sono tanti player che compagnie non sono. La nostra rilevanza è data dall’unicità. Siamo assicuratori nativamente InsurTech. E poi siamo diventati partner di società del calibro di Yolo e gruppo Intesa.

Qual è il futuro dell’InsurTech?

Sono convinto che nascerà un mercato di polizze digitali. Cioè di prodotti digitali dalla A alla Z, senza carta né intervento umano. Però questo resterà ancora per qualche anno un settore piccolo, di nicchia. I grandi lo ritengono troppo poco interessante, ancora sotto i loro radar. Questo comunque è solo un esempio. Il futuro dell’InsurTech è quello di realizzare le premesse che dicevamo all’inizio: cambiare radicalmente il modo in cui le compagnie vengono percepite dai clienti aumentando la comodità e la comprensibilità dei servizi assicurativi. Servirà tempo, ma siamo sulla buona strada.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.