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Natixis, cinque temi caldi per il 2013

L’avvio del 2013 è all’insegna dei rialzi sui mercati azionari globali, con Wall Street che è cresciuta del 3%, i listini europei del 2,4% e i mercati emergenti del 2,3% (indice Msci (NYSE: MSCI - notizie) in euro). Un trend positivo che, a parere degli esperti di Natixis Global Asset Management, è destinato a continuare grazie allo spostamento dell’interesse degli investitori dagli assets più sicuri a quelli più rischiosi come le azioni.

Tuttavia, secondo il gestore Matthew Eagan, "la crescita continuerà a restare su bassi livelli in tutto il mondo, così come i tassi di interesse. E’ quindi essenziale ricercare un premio di rendimento dove ciò sia possibile, oltre a un'efficace selezione di titoli per trascinare i guadagni". Ecco in sintesi cinque temi caldi di investimento nel 2013.

1) Occhio ai corporate bonds. Nel settore obbligazionario le opportunità di rendimento più interessanti sono offerte, secondo i portfolio managers di Natixis (Parigi: FR0000120685 - notizie) , dai corporate bonds. "Siamo ben consapevoli del rally già realizzato dalle obbligazioni societarie, che restano tuttavia attraenti in termini di rendimento assoluto. E pensiamo che il rendimento sia molto importante in uno scenario di bassa crescita e limitate oscillazioni dei tassi", sostiene Eagan. In questo settore le migliori occasioni si trovano fra le emissioni con rating tripla B, doppia B e singola B.

2) Il potenziale delle azioni europee . Nonostante il quadro macroeconomico sia debole, i gestori ritengono che le prospettive delle borse siano decisamente migliori di quelle dell'anno scorso, soprattutto in Europa. "Il basso tasso di crescita atteso del Pil ridurrà l'aumento previsto degli utili, ma le valutazioni borsistiche sono molto basse e possiamo aspettarci un aumento da 11 a 12 del rapporto prezzo/utili (p/e). In definitiva, alle quotazioni recenti le azioni europee sono molto interessanti per gli investitori" afferma Yves Maillot, responsabile dei mercati azionari per la società francese.

3) L’Asia in primo piano. Il continente asiatico, con eccezione per il Giappone, ha registrato performance discrete nel 2012. E il 2013, secondo i fund managers, andrà ancora meglio. "Il nostro ottimismo è basato sulla convinzione che l'economia globale abbia già toccato il fondo e che la volatilità causata dalla politica che ha dominato i mercati negli ultimi due anni potrebbe ridursi con la ripresa statunitense. Inoltre la crisi dell'Eurozona potrebbe non peggiorare e le prospettive in Cina dovrebbero migliorare. Un ulteriore beneficio arriverà dai bassi tassi di interesse e da un'inflazione sotto controllo", ha commentato Scott Davidson, direttore della ricerca strategica.

4) La leadership della Cina. Le (Parigi: FR0000072399 - notizie) valutazioni interessanti e il cambiamento nella leadership che si è verificato lo scorso novembre, e che accade una volta ogni dieci anni, hanno acceso un rinnovato interesse da parte degli investitori per il mercato cinese. Davidson ha messo infatti in evidenza che "la nuova leadership è pronta ad attuare riforme potenzialmente radicali fin dall'inizio del 2013, con importanti conseguenze in termini di rafforzamento dei segmenti critici dell'economia come i consumi, le banche, il mercato azionario e le infrastrutture attraverso una maggiore enfasi sull'urbanizzazione".

5) Al traino della tecnologia. Le economie del sud-est asiatico sono in forte accelerazione e sono supportate da politiche incoraggianti, da investimenti infrastrutturali e da una domanda interna positiva, fatta eccezione per la Malesia dove sussistono rischi politici legati alle prossime elezioni. "In Asia settentrionale, la Corea e Taiwan dovrebbero continuare a trarre vantaggio dalla domanda tecnologica sostenuta dalla ripresa americana, mentre Taiwan dovrebbe beneficiare anche dai legami più stretti con la Cina", ha concluso Davidson.