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Nave Gregoretti, Salvini: "Conte era d'accordo, coinvolto tutto il governo"

Matteo Salvini (AP Photo/Gregorio Borgia)
Matteo Salvini (AP Photo/Gregorio Borgia)

“Matteo Salvini ha agito nell'interesse dell'Italia, col pieno coinvolgimento di Palazzo Chigi e dei ministeri competenti, in modo perfettamente sovrapponibile a quanto accaduto per la nave Diciotti. Una vicenda, quest'ultima, che aveva convinto il Senato (20 marzo 2019) a negare l'autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell'Interno”. È quanto dichiara nella memoria depositata questa mattina dal leader della Lega alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.

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L'ex responsabile del Viminale ripercorre minuziosamente, in circa 30 pagine di documento, tutti gli avvenimenti che hanno preceduto lo sbarco degli immigrati dalla nave Gregoretti, sottolineando il ruolo attivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri anche per coinvolgere i Paesi europei nella redistribuzione.

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"Salvini spiega che c'è traccia di comunicazioni tra il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma con gli uffici di Gabinetto dei Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, della Difesa, dell'Interno e degli Affari Esteri. È rilevante il ruolo del premier Giuseppe Conte: il 26 luglio 2019, la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva inoltrato formale richiesta di redistribuzione degli immigrati ad altri Paesi europei".

"Un accordo per l'accoglienza era stato raggiunto anche con la Cei(...) È dunque evidente come fosse il Governo, in modo collegiale, a gestire tale attività" - evidenzia Salvini, il quale segnala altre dichiarazioni pubbliche e mail, almeno sette, che dimostrerebbero il pieno coinvolgimento dell'Esecutivo.

Le mail sarebbero state inviate tra il 25 e il 31 luglio 2019 dagli uffici di gabinetto del ministero degli Esteri e di palazzo Chigi per gestire la vicenda della nave della guardia costiera Gregoretti, arrivata in acque italiane con 131 migranti a bordo e bloccata nel porto di Augusta per ordine di Salvini.

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Il documento depositato presso la giunta per le autorizzazioni del Senato chiede dunque di negare il via libera al tribunale dei ministri di Catania per sollecitare il rinvio a giudizio di Salvini con l’accusa di sequestro di persona. E lo fa sostenendo “i rischi derivanti dall’arrivo dei migranti”.

“La gestione, il monitoraggio e il controllo dei flussi migratori appaiono strettamente connessi all’interesse nazionale, sussistendo anche chiari profili attinenti all’ordine ed alla sicurezza pubblica, nonché alla sicurezza della Repubblica, come del resto sottolineato dal Direttore Generale del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza che, nell’ambito della riunione del Comitato Nazionale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica del 13 giugno 2018, ha evidenziato “la centralità assoluta della minaccia jihadista nell’agenda di sicurezza di tutto il mondo aggiungendo che in questo contesto … non deve neppure essere sottovalutata la possibilità che i flussi migratori possano rappresentare il veicolo per l’arrivo di soggetti infiltrati allo scopo di compiere azioni violente ….”.

Salvini cita inoltre gli interventi di Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede (vicepremier e titolare della Giustizia del governo gialloverde), per dimostrare come tutti fossero in linea. Per poi accusare di nuovo Conte “Debbo conclusivamente rilevare che l’azione attuativa dell’indirizzo governativo in materia di immigrazione è stata rimarcata anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Avv. Giuseppe Conte, nella sua informativa all’Assemblea del Senato del 12 settembre 2018 sull’analogo caso della nave Diciotti, nella parte in cui ha rilevato la sussistenza di un preminente interesse pubblico, rappresentato dalla salvaguardia dell’ordine e della sicurezza, che sarebbero messi a repentaglio da un incontrollato accesso di migranti nel territorio dello Stato”.

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