Nel 2020 più che triplicate le operazioni sospette legate alle criptovalute: la relazione Uif
Più che triplicate le segnalazioni di operazioni sospette legate alle criptovalute che passano da circa 500 nel 2018 a oltre 1.800 nel 2020. Il dato emerge dal rapporto annuale dell’Unità di informazione finanziaria per l’Italia. In generale le segnalazioni sono aumentate del 7% rispetto all’anno precedente. Sono state infatti 113.187, 7.400 in più rispetto al 2019. L’aumento è dovuto interamente a sospetti di riciclaggio. Le segnalazioni di finanziamento del terrorismo sono diminuite a 513 unità (-33,4% rispetto al 2019), anche a causa delle restrizioni alla mobilità. Nei primi 5 mesi del 2021 la crescita delle segnalazioni ricevute si è rafforzata, superando il 30%.
Le segnalazioni di operazioni sospette connesse alla pandemia Covid nel 2020 sono state 2.277 per oltre 8,3 miliardi di euro. In una prima fase sono state prevalenti le casistiche legate alla compravendita di materiale sanitario e di dispositivi di protezione individuale. A queste successivamente si sono aggiunte operazioni sospette legate all’erogazione e l’utilizzo incongruo di finanziamenti garantiti o contributi a fondo perduto.
Le regioni che in cui si sono registrate maggiormente le attività sospette sono il Lazio (18,7%) e la Lombardia (14,4%), seguite dall’Emilia-Romagna (8,8%), dalla Campania (8,5%) e dal Veneto (7,6%). Nei primi cinque mesi del 2021 le segnalazioni riferibili alla pandemia sono state 1.796, per un’operatività sospetta pari a 1,86 miliardi di euro.
Nell’ambito di un generale incremento, sono aumentate le segnalazioni legate alla criminalità organizzata. “La crisi ha reso ancor più visibile la capacità della criminalità di essere ’liquida, cioè mutevole e dinamica, e la sua abilità nel cogliere ogni opportunità di guadagno, anche la più spregevole, e, in funzione di questa, di tessere ...
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.