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Nessuna novità da Wall Street

L’ultima seduta prima del week end lungo un US (oggi è il Ringraziamento) non ha portato novità. Wall Street ieri è salita marginalmente, trainata dai soliti temi (il Russell 2000 small caps ha messo a segno nientemeno che il quattordicesimo rialzo a fila, per un +16% totale dai minimi di inizio novembre), il dollar index ha fatto un altro massimo, e i bonds si sono indeboliti globalmente.

Le minute del FOMC del 2 novembre, pubblicate ieri sera, non hanno portato novità di rilievo. Nella sostanza è stata confermata l’intenzione di alzare a Dicembre, ma tanto il mercato lo sconta più o meno interamente, per cui è una non issue.

Liquidato il rialzo il 14 dicembre, il punto focale diventa come l’elezione di Trump impatterà sul percorso futuro dei Fed Funds. Se finora la politica monetaria è stata tarata per bilanciare una politica fiscale neutrale, o al massimo marginalmente espansiva, una robusta accelerazione dell’easing fiscale, promessa da Trump, richiederà, coeteris paribus, un significativo tightening da parte della FED.

Il discorso non è dei più banali, perchè, pur col recente repricing, il mercato non è ancora giunto a prezzare lo scenario implicito nelle scorse projections dei membri FED, elaborate ben prima delle presidenziali (vedi grafico di Deutsche Bank (IOB: 0H7D.IL - notizie) ).

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Cosa faranno Yellen e C.? Correranno a fattorizzare nei loro modelli le promesse elettorali di Trump, oppure utilizzeranno un approccio “wait and see”? E’ probabile che la FED si muoverà con la massima prudenza, preferendo di correre il rischio di un surriscaldamento, piuttosto che ritoccare significativamente una guidance che il mercato ancora non prezza. Il rischio è di spedire il $ sulla luna, rendendo le condizioni finanziarie assai restrittive ben prima che lo stimolo fiscale venga erogato.

Venendo alla giornata odierna, come sempre quando gli USA sono in vacanza, la price action non ha offerto grossi spunti, e l’attività è stata ridotta. L’ennesima salita di Tokyo ha più a che vedere con il fatto che il Giappone era chiuso ieri, e non ha potuto avvantaggiarsi del fosso fatto dallo Yen. Zero interesse per il modesto calo del PMI manifatturiero di novembre ( 51.1 da 51.4). Naturalmente la parte emergente dell’area non ha gradito la forza del biglietto verde e la salita dei tassi. Marginalmente positivi i mercati cinesi, supportati, come l’Australia, dal, rally dei metalli.

I mercati azionari europei hanno offerto qualche sussulto iniziale, per poi appiattirsi in mattinata nella consueta price action dei giorni festivi, povera di temi e volumi. Poche emozioni anche dall’IFO tedesco di novembre, stabile in linea con le attese. Il GDP tedesco del terzo trimestre è stato confermato a +0.2%, gravato da un minor contributo del canale estero.

Le banche, in particolare quelle italiane, hanno smarrito in mattinata l’abbrivio guadagnato ieri sulla scorta delle smentite alle indiscrezioni del Sole 24 Ore, e hanno chiuso in negativo, ad eccezione del Montepaschi (Milano: BMPS.MI - notizie) che ha ottenuto supporto dalla conferma in assemblea della offerta di conversione volontaria dei subordinati, da lunedi a venerdi prossimi. E Domenica abbiamo il Referendum.

Il rimbalzo dei bonds europei (in particolare periferici) osservato in mattinata ha perso progressivamente forza nella seconda parte di seduta, e ha ricevuto un colpo finale con la comparsa di un pezzo su Bloomberg in cui fonti anonime rivelavano che l’ECB potrebbe prendere tempo a Dicembre e rinviare alcune decisioni, visto che il rialzo dei rendimenti ha attenuato l’effetto scarsità dei bonds ( *SOME ECB POLICY MAKERS SEE ROOM TO WAIT TO JAN FOR QE EXTENSION ). Rumors del genere alimentano la percezione che vi sia disaccordo all’interno del Governing Council, il che, come 11 mesi fà, potrebbe legare le mani a Draghi.

La possibilità di un rinvio dell’estensione del QE ha avuto un temporaneo e marginale effetto anche sull’€ ma a fine seduta solo gli spread periferici mostrano un impatto modesto.

A mio modo di vedere, pezzi del genere avranno effetti più rilevanti dopo il Referendum Italiano, e a condizione che vinca il SI. Non me lo vedo Draghi traccheggiare o peggio annunciare il tapering dopo un eventuale vittoria del NO, anche se l’iniziale reazione non dovesse essere esagerata.

La mezza festività US di domani causerà con ogni probabilità la prosecuzione del clima vacanziero osservato oggi sui mercati.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online