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Non solo azioni. Dollaro, yen, euro: le previsioni sul breve

Piazza Affari e il resto d'Europa sono partite in positivo ma resta ancora il fattore volatilità a decidere le sorti dei mercati, seduta dopo seduta. Cosa aspettarsi adesso? A rispondere è Vincenzo Longo, Market Strategist di IG

I mercati sempre più in cerca di una bussola: quali saranno i driver e le aspettative per giugno?

Alla luce dei movimenti degli ultimi giorni, crediamo che i mercati stiano uscendo da una fase di incertezza che ha condizionato gran parte del mese di maggio. I recenti sondaggi sulla Brexit hanno visto il fronte pro-Ue guadagnare sempre più consensi, elemento questo che ha contribuito ad attenuare sensibilmente i timori su una possibile uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Gli investitori sono tornati così ad investire nel Vecchio continente dopo i forti deflussi che hanno caratterizzato le ultime settimane. Crediamo che il principale driver a livello globale rimanga proprio il referendum sulla Brexit, in agenda il prossimo 23 giugno. Questo evento condizionerà le scelte di molti operatori, in primis quelle della Fed, la cui riunione di politica monetaria è fissata una settimana prima di quell’evento. Nonostante le recenti dichiarazioni dei membri della Banca centrale statunitense e i dati macro migliori delle attese, rimaniamo dell’avviso che un rialzo dei tassi sia più probabile a luglio che non a giugno. Con molta probabilità, la Yellen cercherà di preparare il mercato per un ritocco a luglio nel caso in cui i dati continueranno ad essere migliori delle attese e se la Brexit non dovesse concretizzarsi. Tutti questi eventi potrebbero riportare un cauto ottimismo sulle borse mondiali, con Wall Street destinata a tornare sui massimi storici, mentre in Europa i listini potrebbero superare i massimi di aprile e puntare a chiudere i gap lasciati aperti a inizio anno.

Il dollaro è in rafforzamento sulle maggiori valute. Quali prospettive sul cambio euro/dollaro e sul dollaro/yen?

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Il riposizionamento delle aspettative del mercato per un duplice rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve (molto probabilmente a luglio e a dicembre) ha favorito gli acquisti sul biglietto verde nell’ultima settimana. L’indice Dollar Index, che sintetizza l’andamento del dollaro verso un basket di valute, è salito così ai massimi da quasi due mesi. Cosa aspettarsi dunque? Sul cambio Eur/Usd abbiamo una visione moderatamente ribassista. Il cross potrebbe tornare ad oscillare in area 1,08-1,09 nell’arco delle prossime quattro settimane. Non ci aspettiamo discese più marcate dato che sul fronte Bce non dovrebbero esserci sviluppi almeno sino a settembre. Il risk on ha premiato anche il cross Usd/Jpy, tornato sopra area 110. Sembra ormai probabile che il cambio possa spingersi sino a ridosso di 112, massimi di fine aprile. Eventuali manovre della Bank of Japan sarebbero in grado di alimentare spinte sino alla resistenza importante collocata a 116. Difficile che si vada oltre tale target nel medio periodo.

Dopo il nulla di fatto per Doha adesso l'attenzione è sulla prossima riunione dell'Opec del 2 giugno. Proprio mentre il petrolio nelle scorse sedute è arrivato a lambire i 50 dollari. Cosa aspettarsi?

Il petrolio sembra essersi stabilizzato poco sotto i 50 dollari al barile, complice un calo delle scorte e soprattutto minori pressioni sul fronte dell’offerta. Le notizie arrivate sul fronte della produzione in alcuni Paesi chiave, come il Canada, la Nigeria e il Venezuela, sembrano aver contribuito a ridurre i timori su un eccesso di offerta, nei prossimi mesi. Anche i report di importanti banche d’affari, come Goldman Sachs, vanno nella stessa direzione. Sembrano essere questi i principali driver al momento dei prezzi del greggio. Non crediamo, infatti, che il mercato stia scontando particolari decisioni favorevoli in vista della riunione del 2 giugno. Se i prezzi dovessero rimane a galla sopra i 40-45 dollari, gran parte dei timori che hanno caratterizzato questo inizio di anno potrebbero svanire.

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