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La nona volta del BTP Italia

Appena giunta al termine (26 marzo) la prima emissione di BTP Italia (ISIN IT0004806896), nata da un'innovazione rivolta principalmente agli investitori retail. In questi giorni ci sarà l'accredito del valore nominale e dell'eventuale bonus fedeltà del 4 per mille, per chi abbia acquistato il titolo all'emissione e lo abbia detenuto fino a scadenza.

A giudicare dalle repliche successive (7 più una in arrivo dal 4 aprile prossimo) e dal totale dei fondi raccolti finora (oltre 100 miliardi), indubbiamente è stato un prodotto apprezzato e il target di investitori è stato raggiunto.

Dalla nostra analisi dello strumento, emesso a marzo 2012, risulta che abbia fornito un rendimento annuo lordo di 3,32%, comprensivo del bonus fedeltà. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) confronto con il BTP tradizionale di pari scadenza si riscontra un differenziale di rendimento a favore di quest'ultimo (rendimento a scadenza 3,51%), che a prima vista potrebbe apparire modesto. Tuttavia in un'ottica più ampia, considerando l'andamento in calando dell'inflazione dall'emissione del titolo ad oggi, dal +3,3% di marzo 2012 al -0,2% attuale, osserviamo che il rendimento offerto dal BTP Italia non è così insoddisfacente.

Per un'emissione rimborsata, un'altra in collocamento. Il riferimento diretto alla nona emissione in distribuzione dal prossimo 4 aprile, di cui ancora non è noto il tasso cedolare, che verrà annunciato il 1 aprile. La struttura presenta caratteristiche analoghe alla precedente emissione (l'ottava), ovvero: durata 8 anni (scadenza 11/04/2024), cedole semestrali indicizzate al Foi (Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi) e rimborso in un'unica soluzione a scadenza pi un bonus fedeltà del 4 per mille per chi acquisti il titolo in collocamento e lo porti a scadenza. Sottolineiamo inoltre che grazie al meccanismo del floor, si ha garanzia della cedola reale anche in caso di deflazione.

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Per stimare un'ipotesi circa il possibile tasso di rendimento reale del nuovo BTP Italia 2024, possiamo prendere spunto dal confronto tra il BTP Italia 2023 e il BTP ordinario con scadenza analoga, che ad oggi rende circa lo 0,8%. Ne deriva una break even inflation pari a 0,5%, quindi per rendere appetibile la nuova emissione, il rendimento reale del nuovo BTP dovrà essere almeno lo 0,3%.

Grazie alle ultime dichiarazioni e disposizioni da parte di Draghi lo scorso 10 marzo e dai segnali inerenti la timida ripresa del petrolio, è ipotizzabile che l'inflazione torni positiva. Tale prospettiva è auspicabile non solo per i benefici previsti per i sottoscrittori dei BTP Italia, ma da un punto di vista più ampio per il benessere generale dell'economia.

Ricordiamoci poi che l'inflazione presenta andamenti ciclici, come si evince dal grafico dell'inflazione italiana degli ultimi 15 anni presentato di seguito (fonte: Bloomberg), e così come adesso risulta negativa potrebbe riprendere vigore. In definitiva per rendere indifferente la scelta tra il nuovo BTP Italia e il BTP tradizionale di pari scadenza, secondo la stima effettuata, basterebbe un tasso di inflazione di poco superiore allo 0,5%.

Concludendo, si può affermare che i rendimenti offerti da questi strumenti non siano particolarmente attraenti, ma un orizzonte temporale di 8 anni può essere abbastanza lungo per consentire all'inflazione di tornare a crescere e contribuire a rendere più competitivi i titoli indicizzati. Infine in un'ottica di protezione del potere d'acquisto dei risparmi, il BTP Italia può trovare il suo posto, fino alla scadenza dello stesso, nell'asset allocation di un portafoglio ben diversificato, nell'area dedicata a titoli di lungo periodo a carattere conservativo, anche grazie alla fiscalità al 12,50%.

Di Gianni Lupotto Lupotto & Partners

Autore: ItForum Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online