Nuove regole sui mercati. MIFID II: cos'è e quali conseguenze?
Nuove regole per i mercati dal gennaio di quest'anno. Ma soprattutto per chi sui mercati lavora. Quali sono le nuove norme? E soprattutto quali conseguenze per i risparmiatori? Risponde Sante Pellegrino, trader indipendente.
Partiamo prima di tutto dal capire cos’è la Mifid?
La “MIFID”, è la normativa europea che regolamenta le istituzioni finanziarie e gli operatori dell’investimento e del risparmio con sede nella Comunità Economica Europea, o imprese di investimento estere che offrono servizi e prodotti per il risparmio ed investimento sul territorio Europeo. La “MIFID” ovvero “Markets Financial Instruments Directive”, è stata emanata dal parlamento Europeo nel 2004, in Italia è stata percepita nel 2007. La regolamentazione” MIFID”, avvia le piazze finanziarie e gli organi finanziari europei verso un unico standard operativo, che sia efficace trasparente e competitivo.
Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) 2011 la stessa comunità Europea ha rivisitato e rielaborato la stessa “MIFID” pubblicandone ufficialmente tutte le nuove modifiche nel 2014. Dal gennaio del 2017 è entrata in vigore la nuova “MIFID” ovvero la “ MIFID II”. La MIFID II in buona sostanza migliora le regole di negoziazione per i soggetti autorizzati ad offrire servizi e prodotti di investimento e risparmio, e ne vantaggia e migliora le garanzie di chi investe o risparmia. La “MIFID II” semplifica la trasparenza dei mercati, ma soprattutto migliora in maniera dettagliata l’informazione e l’accesso agli strumenti finanziari.Controlla inoltre tutti i partecipanti ai mercati finanziari, dagli emittenti ai gestori di danaro ai professional trader.
Per i clienti dell’investimento ci saranno maggiori informazioni oltre ad avere continui e costanti aggiornamenti rispetto agli investimenti effettuati.
Per ciò che concerne la consulenza sono obbligatorie le iscrizioni agli organi di competenza, con specifica
In particolar modo gli intermediari che hanno emesso/offerto prodotti di investimento, avranno l’obbligo di intervistare ed aggiornare gli investitori/clienti periodicamente, al fine di adeguare costantemente i profili di appropriatezza ed adeguatezza della clientela stessa.
Cosa cambia con l’arrivo delle nuove regole?
Diverse sono le novità introdotto dalla MIFID II, e come già anticipato, le novità riguardano sia gli istituzionali che i professionisti e la clientela di tutto il mondo finanziario.
Tra le più importanti modifiche con la MIFID II si avranno:
TRASPARENZA PRE E POST NEGOZIAZIONE
Segnalare gli scambio OTC
Rafforzare i requisiti di trasparenza pre/post negoziazione
Quale sarà l'impatto sui mercati?
Per quanto concerne il trading, un attento osservatore dei mercati, può notare che gli spreads denaro/lettera di negoziazione per i titoli “equity” (azionari) e i “correlati derivati”, sono notevolmente aumentati con la conseguente perdita di volumi scambiati (mercato italiano e periferici).
La conseguenza per i mercati periferici sarà la migrazione dei volumi verso mercati organizzati più liquidi.
Molti Broker hanno interrotto le forniture di servizi al “trading”, sia di informativa “standard” che di servizi evoluti, a causa dell’abbassamento dei volumi dell’aumento degli spread alti e soprattutto dello “spropositato” aumento dei costi industriali, rendendo così poco liquidi molti mercati, altri broker ancora, hanno cambiato business o addirittura chiuso i battenti.
Ci sono reti di “consulenti finanziari” ovvero ex “promotori finanziari” ancora sforniti delle adeguate “compliance” e “documentazione” da rilasciare agli investitori, documentazioni necessarie a fornire le implementazioni richiese dalla MIFID II.
Quali le conseguenze (eventuali) per i risparmiatori?
Per i risparmiatori, le conseguenze tuttavia sono limitate al profilo di rischio personale.
Con la miglioria delle regole per la trasparenza di negoziazione e di informazione che sono a tutto vantaggio del risparmiatore, la MIFID II è orientata a salvaguardare il risparmiatore.
Infatti in molti istituti d’investimento i test della MIFID II impediranno l’investimento se il cliente non è adatto alla adeguata profilazione di rischio.
La realtà è che il modello di investimento in generale da qui a un paio d’anni cambierà totalmente, nel senso che le abitudini di investimento “dell’Italiano medio” dovranno confrontarsi con i modelli europei se non addirittura mondiali.
Noi Italiani siamo poco abituati a valutare investimenti di rischio puro, ovvero investire direttamente in capitale di rischio, al contrario di altre nazioni, ecco perché la crescita italiana è sempre più lenta rispetto ad altri paesi, è vero il risparmio italiano è molto tutelato e soprattutto tra i più “appetitosi” al mondo ma adattarsi ai grandi cambiamenti sarà fondamentale e necessario.
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