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Nuovo record di gas serra. Onu: "Siamo davvero fuori strada"

Aerial view of two lignite fired power plants under dramatic sunset sky. The power stations are already illuminated. Steam is coming out of the giant cooling towers. (Photo: Schroptschop via Getty Images)
Aerial view of two lignite fired power plants under dramatic sunset sky. The power stations are already illuminated. Steam is coming out of the giant cooling towers. (Photo: Schroptschop via Getty Images)

Il mondo è fuori strada per le emissioni di gas serra. Un nuovo record di gas serra infatti è stato raggiunto l’anno scorso, con un tasso di incremento annuo superiore alla media del periodo compreso fra il 2011 e il 2020, nonostante un calo temporaneo delle emissioni durante le chiusure dovute al coronavirus: i livelli di anidride carbonica sono saliti a 413,2 parti per milione. Una tendenza che non si ferma nel 2021. Lo afferma l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), agenzia delle Nazioni Unite, nel Bollettino annuale sui gas serra (anidride carbonica, metano e protossido di azoto). L’aumento delle concentrazioni di gas serra mette a rischio gli obiettivi di temperatura dell’accordo di Parigi sul clima, come sottolinea il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas con la frase “Siamo davvero fuori strada”.

Il rapporto annuale dell’agenzia con sede a Ginevra misura la concentrazione atmosferica di anidride carbonica, metano e protossido di azoto, i gas che stanno riscaldando il pianeta e scatenando eventi meteorologici estremi come ondate di calore e piogge intense. Il rapporto ha confermato, come previsto, che il rallentamento economico COVID-19 “non ha avuto alcun impatto percettibile sui livelli atmosferici di gas serra e sui loro tassi di crescita”.

“Il Greenhouse Gas Bulletin - aggiunge Taalas - contiene un chiaro messaggio scientifico per i negoziatori del cambiamento climatico alla Cop26. All’attuale tasso di aumento delle concentrazioni di gas serra, entro la fine di questo secolo assisteremo a un aumento della temperatura di gran lunga superiore agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, da 1,5 a 2 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali”. La quantità di Co2 nell’atmosfera ha superato il record di 400 parti per milione del 2015, e “solo cinque anni dopo, ha superato le 413 ppm”, ricorda Taalas. “Questo è più di una semplice formula chimica e cifre su un grafico. Ha importanti ripercussioni negative per la nostra vita quotidiana e il nostro benessere, per lo stato del nostro pianeta e per il futuro dei nostri figli e nipoti”.

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L’anidride carbonica rimane infatti nell’atmosfera per secoli e nell’oceano ancora più a lungo. “L’ultima volta che la Terra ha sperimentato una concentrazione simile di Co2 è stato 3-5 milioni di anni fa - spiega il segretario generale - quando la temperatura era di 2-3 gradi centigradi più calda e il livello del mare era di 10-20 metri più alto di adesso. Ma allora non c’erano 7,8 miliardi di persone”.

Anche se molti paesi stanno fissando obiettivi carbon neutral per Talaas, e stando ai numeri del rapporto, occorre un grande aumento degli impegni in vista della conferenza Cop26 che inizia il 31 ottobre. I rappresentanti di quasi 200 paesi si incontreranno a Glasgow, in Scozia, con l’obiettivo di rafforzare l’azione per affrontare il riscaldamento globale secondo l’accordo di Parigi. “Dobbiamo trasformare il nostro impegno in azioni che avranno un impatto sui gas che causano il cambiamento climatico. Non c’è tempo da perdere”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.