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NZD in rally dopo il surplus commerciale

Kiwi in rialzo sui dati commerciali

di Arnaud Masset

Nonostante le forti probabilità di un taglio del tasso da parte della banca centrale neozelandese (Reserve Bank of New Zealand, RBNZ), dopo le incoraggianti cifre commerciali, gli operatori sono diventati rialzisti sul kiwi. Dai dati emerge che, su base annua, a giugno il deficit commerciale è sceso a 3,13 mld di NZD, a fronte dei 3,62 mld di NZD del mese precedente, perché le esportazioni sono calate meno del previsto, a 4,26 mld (rispetto ai 4,22 previsti) dai 4,56 del mese precedente. Su base destagionalizzata, le esportazioni di merci sono aumentate del 5,8% t/t nel secondo trimestre, spinte dalle esportazioni record di Kiwifruit, cresciute del 23% t/t (o del 30% a/a) nel secondo trimestre, salendo a 1,44 mld di NZD. Dal canto loro, le importazioni di merci sono cresciute dello 0,5% t/t.

Le cifre impressionanti dall’industria della frutta compensano in parte le cifre fiacche del settore caseario, le cui esportazioni sono diminuite in modo massiccio in termini di valore (-4,5% t/t o -7,3% a/a), perché sono crollati i prezzi dei prodotti caseari. Il dollaro neozelandese è salito a 0,7060 contro il biglietto verde, perché gli operatori hanno ricaricato i lunghi in NZD. A nostro avviso, permane un potenziale al ribasso per il kiwi, perché ad agosto la RBNZ taglierà quasi sicuramente i tassi. Tuttavia, visto il contesto di propensione al rischio piuttosto sostenuto e il desiderio di rendimenti degli investitori, crediamo che tale potenziale al ribasso sarà limitato. Dall’inizio dell’anno la coppia NZD/USD scambia all’insegna di un solido momentum positivo. Una violazione del supporto a 0,69 USD innescherà molto probabilmente un’ulteriore svalutazione.

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Rimanete corti sull’USD

di Peter Rosenstreich

Oggi inizia la riunione di luglio del FOMC, da cui non ci si aspetta granché. Prevediamo che la politica rimarrà invariata e che eventuali aggiustamenti al linguaggio saranno minimi (riconoscimento del miglioramento dell’economia USA per effetto della forte ripresa del mercato occupazionale). A prescindere da quello che pensano, i membri del FOMC non segnaleranno un potenziale rialzo del tasso alla riunione di settembre. Ciò avverrà molto probabilmente alla riunione di politica monetaria del FOMC di agosto, quando i membri avranno altri dati economici (fra cui il rapporto sul PIL del secondo trimestre dopo l’intervento di Yellen a Jackson Hole) e una valutazione migliore degli effetti della Brexit sulle prospettive globali.

Oggi i dati sui PMI e la fiducia dei consumatori negli USA dovrebbero attenuare un po’ le previsioni di un rialzo a settembre, perché entrambi gli indicatori dovrebbero mostrare un indebolimento. Dovrebbe, tuttavia, continuare il trend positivo del dato sulle vendite di nuove abitazioni (previsto 560 rispetto a 551 del rilevamento precedente). Nell’economia USA, quello immobiliare rimane un settore rialzista, che forse nasconde alcuni elementi più deboli, riguardanti nello specifico i consumatori. Secondo alcune stime, nel secondo trimestre la crescita del PIL potrebbe raggiungere il 2,5%, sulla base della forza dei consumatori che compenserebbero la debolezza delle aziende e degli investimenti nell’energia. Tuttavia, i consumi vengono trainati dagli investimenti residenziali e dalle vendite di automobili, entrambi finanziati in modo artificiale da prestiti convenienti, pertanto insostenibili.

Il nostro scenario di base è un unico rialzo a novembre/dicembre, quindi eventuali rimbalzi dell’USD dovrebbero essere considerati di breve termine e come un’opportunità per ricaricare i corti in USD.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online