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Obamacare: l’elefante Trump nella sala di cristallo!

E’ proprio il caso di dire, che un enorme elefante sta facendo i capricci in mezzo al negozio di illusioni di cristallo messe insieme dai mercati in questi ultimi mesi.

Paul Ryan: dopo flop riforma sanità, avanti con riforma fiscale.

Dopo il flop della riforma sanitaria pensata per abrogare l’Obamacare, il partito repubblicano tira dritto con altri punti della sua agenda a cominciare dalla riforma fiscale. Lo ha detto Paul Ryan, lo speaker alla Camera, commentando da Capitol Hill la decisione di ritirare il disegno di legge su cui era previsto oggi un voto nell’Aula del parlamento ma su cui non c’era il consenso necessario per la sua approvazione. “Sì, sarà più difficile, ma non impossibile” ha detto in riferimento alla riforma fiscale. “Siamo stati un parti di opposizione per 10 anni, ora dobbiamo governare ed è difficile”, ha detto. (America24)

Sarà più difficile ma non impossibile, come abbiamo scritto più volte insieme a Machiavelli tra il dire e il fare, c’è di mezzo il tempo che sta passando inesorabile e della riforma, delle meraviglie promesse per la fine di febbraio, mentre ci avviciniamo alla fine di marzo, non c’è traccia. Se il buongiorno si vede dal mattino questa è una sconfitta che lascerà un segno indelebile nel proseguo del cammino.

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O si certo, sono notizie che non fanno bene al dollaro ma se date un’occhiata alla dinamica di medio e lungo termine dei tassi e dei treasuries, capite perchè noi di Icebergfinanza previlegiamo il medio e lungo termine.

Solo un pezzente poteva pensare di cancellare una riforma partendo dall’azzeramento dell’assistenza alla maternità, dei servizi pediatrici e del pronto soccorso.

La realtà è che se avessero cancellato questa riforma i repubblicani sarebbero stati spazzati via nelle elezioni di medio termine. L’arroganza e la sicurezza di Trump in questo caso è stata un autentico boomerang.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) fine settimana su twitter Trump, oltre ad attaccare i repubblicani ultraconservatori del club ” Freedom Caucus” ha invitato i sostenitori a guardare un programma della televisione Fox dove la conduttrice chiedeva ad alta voce la testa di Ryan, uno che dopo otto anni di nulla sul più bello di è fatto fregare dai suoi.

Ovviamente subito l’armata brancaleone si è messa all’opera tirando fuori il genio della lampada di Goldman…

Mnuchin e la ricetta per l’America: giù le tasse per una crescita al 3%

Mnuchin ha spiegato che l’amministrazione è partita dal «Trumpcare» per tre ragioni: «Una procedura parlamentare chiamata reconciliation consentiva di farla approvare al Senato con soli 51 voti; per la Camera questa legge era la priorità; e toccava alcuni aspetti fiscali che ora dovremo inserire nella riforma delle tasse». Il segretario venerdì era a pranzo col presidente, «quando è diventato chiaro che non c’erano i voti, e non so dire se la sanità tornerà in agenda tra uno o sei mesi». Di (KSE: 003160.KS - notizie) sicuro, però, la priorità ora diventa la riforma fiscale, che potrebbe far scendere l’aliquota massima dal 35 al 25%: «Gli obiettivi del presidente sono semplificare le dichiarazioni dei redditi personali, tagliare le tasse alla classe media, e rendere il sistema più competitivo per le aziende. Gli Usa sono l’unico paese che opera su base mondiale, e non territoriale. Così compagnie come la Apple (NasdaqGS: AAPL - notizie) accumulano profitti all’estero, e li lascino là a causa delle tasse troppo alte. Se il nostro sistema diventerà più competitivo, le aziende riporteranno indietro diversi trilioni di dollari». Per le tasse sulle persone, «l’obiettivo è semplificarle riducendo le aliquote da 7 a 3 o 4, abbassandole, e diminuendo le detrazioni. Vogliamo che la classe media riceva un taglio delle imposte, e intendiamo abbassare le aliquote per favorire gli investimenti».

… toccava alcuni aspetti fiscali che ora dovremo inserire nella riforma delle tasse, tenetevi a mente per il momento questa frase.

Se riportano indietro diversi trilioni di dollari, cosa succede al dollaro? Su dai coraggio non è difficile. E se il dollaro sale, cosa succede a coloro che hanno contratto prestiti in dollari e insieme ai tassi che salgono si trovano costretti a fare profitti in valuta locale?

Mnuchin pensa che sia possibile centrare questo obiettivo senza gonfiare il debito: «Noi crediamo nel dynamic scoring, la riforma fiscale può avere un effetto sui comportamenti per favorire la crescita. Così sarà neutrale, o potrà anche aumentare il gettito». Per garantire la copertura potrebbe essere necessaria una «border adjustment tax», cioè una specie di Iva. Alcuni analisti temono che avrebbe un impatto negativo sui commerci, ma secondo il segretario tutto dipende dalla reazione delle monete: «Se produrrà un aggiustamento dei cambi, ci sarà un certo effetto; se questo non succederà, esiste la possibilità che abbia un impatto sui costi per i consumatori».

Appunto sperare non basta! Nel frattempo bisognerà rialzare il tetto del debito: «Le attività dello stato sono coperte fino a settembre. Poi dovremo intervenire».

Mnuchin ha confermato che «nel lungo termine credo alla politica del dollaro forte, ma nel breve bisogna valutare se una sua forza eccessiva ha un impatto sui commerci». Quanto alla globalizzazione, «il presidente è preoccupato per il deficit commerciale, e per il fatto che alcuni di questi trattati per il libero scambio non sono buoni per gli Usa. Preferisce accordi bilaterali, ma in generale vuole essere sicuro che siano equi». Da qui le pressioni sul G20 affinché togliesse dal comunicato finale l’abituale impegno ad evitare ogni forma di protezionismo, che hanno fatto scalpore al vertice preparatorio di Baden Baden: «La ragione per cui abbiamo voluto togliere questo linguaggio è che se non potremo avere il commercio equo, se qualcuno violerà le regole della Wto, e se ci sono parti di questi accordi commerciali negative per gli Usa, ci riserviamo il diritto di essere protezionisti».

Il messaggio per la Germania è chiaro, ma come sempre i tedeschi faranno orecchie da mercante.

Ma fermiamoci qui, i dettagli ormai li sapete a memoria, a noi interessa rilevare che mentre qualche ingenuo crede che i mercati oggi torneranno a scommettere sulla riforma fiscale, la realtà è che senza abrogazione dell’Obamacare a Trump mancheranno circa 1000 miliardi di dollari.

Sarà interessante assistere al parto del topolino da parte dell’elefante, visto che i repubblicani soprattutto queli conservatori sono molto sensibili al deficit e al debito. “Sì, sarà più difficile, ma non impossibile” ha detto in riferimento alla riforma fiscale Ryan ma come sempre si lavora di immaginazione. Mnuchin ha promesso la riforma entro questa estate ma come ben sapete, per questa estate l’analisi ciclica prevede tempesta e uragani.

Although many observers also lashed out at House Speaker Paul Ryan for a plan that was largely authored by him, “The big loser is going to be the president,” Larry Lindsey, former economic adviser for George W. Bush, told CNBC’s “Power Lunch” Friday. (…) However, Lindsey said one of the “silliest” things he’s heard from people is that the health-care proposal not passing will be good for Trump’s tax reform. “Absolutely not,” he added. “They might move on to [tax reform] next, but when you have a president who can’t deliver his own caucus, then the president’s position will be weakened on all issues,” Lindsey said. “If you’re in Congress and you don’t like something, you now have an example of how you can ‘roll’ the president.”

La riforma sanitaria era necessaria per ragioni di bilancio, ha detto l’ex consigliere economico di Bush, Lindsey. Basta solo che non passi anche la famigerata «border adjustment tax» di cui parlava Mnuchin e spariscono altri 1000 miliardi di dollari di ricavi.

Secondo alcuni analisti il fatto che i repubblicani non sono riusciti a far passare un disegno di legge di riforma sanitaria porterà ad una «border adjustment tax» estremamente ridotta rispetto alle aspettative. L’antipasto è stato il recente crollo del petrolio che sotto una certa quota molto ma molt vicina rischia di invertire definitivamente la rotta, ma non dimenticatevi che non è ancora giunto il momento del canto del cigno, l’ultimo volo dell’araba fenice, questa sarà solo una correzione.

Nel frattempo i sondaggi segreti, quelli che non si possono pubblicare sulla stampa mainstream, danno la Le Pen (Other OTC: PENC - notizie) in ampio vantaggio al primo turno e in Germania la realtà spazza via l’illusione di Schulz (Sao Paolo: R2:SHUL3S.SA - notizie) … Germania, Saar Autore: Andrea Mazzalai Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online