Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 4 hours 12 minutes
  • FTSE MIB

    33.743,78
    -137,72 (-0,41%)
     
  • Dow Jones

    37.775,38
    +22,07 (+0,06%)
     
  • Nasdaq

    15.601,50
    -81,87 (-0,52%)
     
  • Nikkei 225

    37.068,35
    -1.011,35 (-2,66%)
     
  • Petrolio

    82,03
    -0,70 (-0,85%)
     
  • Bitcoin EUR

    61.040,06
    +2.247,12 (+3,82%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.334,54
    +21,92 (+1,70%)
     
  • Oro

    2.393,00
    -5,00 (-0,21%)
     
  • EUR/USD

    1,0650
    +0,0003 (+0,03%)
     
  • S&P 500

    5.011,12
    -11,09 (-0,22%)
     
  • HANG SENG

    16.224,14
    -161,73 (-0,99%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.911,19
    -25,38 (-0,51%)
     
  • EUR/GBP

    0,8562
    +0,0006 (+0,07%)
     
  • EUR/CHF

    0,9677
    -0,0034 (-0,35%)
     
  • EUR/CAD

    1,4658
    +0,0008 (+0,06%)
     

Oggi è la giornata di MPS: il titolo corre a Piazza Affari

Dopo la tanto sospirata fusione tra il Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) e la Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) , il primo passo che la maggior parte delle banche del credito cooperativo e Popolari si trova a fare adesso è quello di gestire la propria situazione patrimoniale per riuscire a rispettare i parametri fissati dalla riforma del settore, parametri che, se non soddisfatti, rischiano di provocare il ritiro della licenza bancaria.

La situazione del credito made in Italy

Ma il problema non è solo sull’ordine del capitale ma anche sul modello di business (creare valore), sulla struttura della banca stessa (personale troppo numeroso), delle risorse e della specializzazione (bassa) che le contraddistingue.

Guardando ai singoli protagonisti il nodo, a livello nazionale, ha un nome: Mps, un gigante con i piedi d’argilla ma con alcuni pretendenti e diversi piani di ristrutturazione potenzialmente fattibili, il che restituisce fascino con inevitabili ripercussioni su tutto il fronte del credito nazionale. Il tutto mentre c’è già chi pensa che Ubi (Taiwan OTC: 6562.TWO - notizie) e Mps potrebbero, un giorno, fare coppia fissa.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Il rally di Mps

Ma procediamo con ordine. Oggi è la giornata della banca senese con il cda che si riunisce oggi per analizzare il nuovo piano industriale. A Piazza Affari il titolo conferma l'euforia: dopo il +50% registrato nel giro di una settimana, oggi la banca più antica del mondo dopo poco più di mezz'ora dall'apertura delle contrattazioni registra un +10,5% sull'onda dell'ottimismo crescente che l'ha portata anche ad una sospensione per eccesso di rialzo (+13,9%).

Sulla carta servono 5 miliardi sul reperimento dei quali ci si interroga da tempo visto che le opzioni sul tavolo sono tante. Ma proprio per l’entità della somma e per le vicissitudini passate della banca, oltre che per lo stato dei conti (leggasi “sofferenze”) la probabilità che le strategie vengano ad integrarsi reciprocamente è sempre alta. Si va dalla richiesta diretta al mercato passando per la conversione dei bond senza escludere l’intervento di un investitore estero. O più di uno visto che i primi nomi che si fanno guardano all’Oriente con il Qatar e alcuni rappresentanti dei paesi del Golfo ma sulla lista degli advisor ci sono George Soros e John Paulson. Resta però alta l’attenzione sullo smaltimento delle già citate sofferenze: 27,7 miliardi, 9 dei quali verrà con ogni probabilità cartolarizzata. Per far partire tutto servirà uno “starter” ovvero un nucleo di capitale per dare il via alle operazioni. E qui entra in gioco il colosso JP Morgan, disposto a dare una mano con un prestito ponte che oscilla tra i 5 e i 6 miliardi. Insomma un meccanismo lungo da avviare ma anche da vedere realizzato visto che per arrivare ai primi risultati del 2019 si dovrà passare anche per la cessione di alcuni business, l’automazione e, quindi, il taglio degli esuberi, con indiscrezioni che parlano di 3mila unità.

Banco BPM sarà una preda?

Nei giorni scorsi, però, la scena era tutta per la nascita di Banco BPM, la nuova creatura nata dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano. Un protagonista che arriva sulla scena non senza difetti. Primo fra tutti le incognite legate alla governance e alla stabilità. E anche in questo caso è meglio procedere con ordine magari partendo proprio dalla seconda. La trasformazione di Bpm (Other OTC: BPMI - notizie) , da tempo invocata è arrivata con un margine di maggioranza alquanto ridotto che, tradotta in numeri,ha visto una vittoria del 71,8% dei votanti a favore, su una maggioranza richiesta del 66,7% ovvero un 5% o poco più, degli azionisti. Appunt, gli azionisti. Allargando la visuale alla nuova nata è impossibile non sottolineare come, a questa voce, appartenga una percentuale del 2,5%, il che espone Banco BPM alla fame dei grandi fondi internazionali. Un pericolo se si pensa che la newco sarà il terzo polo bancario. E per poco più di un miliardo potrebbe essere una preda fin troppo facile

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online