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Omicron sballa la strategia Ue contro Covid

(Photo: Anadolu Agency via Getty Images)
(Photo: Anadolu Agency via Getty Images)

Solo giovedì scorso, i commissari europei Didier Reynders e Ylva Johansson presentavano le nuove raccomandazioni di Bruxelles sui viaggi in epoca di Covid. L’idea era di passare da un approccio basato sulle Regioni ad uno basato sulle persone. Della serie: chi è vaccinato, può viaggiare in Ue con il solo Green pass, senza che gli si possa chiedere anche un tampone negativo oppure una quarantena, anche nel caso in cui arrivi da un paese membro dell’Ue in zona rosso o rosso scuro. Era un tentativo per salvaguardare chi ha fatto il vaccino. Niente da fare. A meno di una settimana di distanza dagli annunci di Reynders e Johansson, Ursula von der Leyen in persona è costretta a scendere in campo per correggere la rotta.

La presidente della Commissione europea lo farà domani in conferenza stampa. Costretta a frenare per via di Omicron, la nuova variante ancora misteriosa che da venerdì semina timori e fa oscillare pericolosamente le borse. Ma anche perché, ammettono diverse fonti europee, molti Stati membri mostrano resistenze: sia perché vorrebbero mantenere il diritto di bloccare i viaggi dai paesi ad alto contagio, sia perché, essendo in ritardo con le somministrazioni del booster, non sono d’accordo con la seconda parte delle raccomandazioni della scorsa settimana. Vale a dire: l’idea di accorciare la durata del Green pass a 9 mesi.

È per questo che da ieri il presidente del Consiglio europeo Charles Michel sta cercando di organizzare una videoconferenza straordinaria dei leader nazionali. La data ancora non è scritta in calendario, ma il summit potrebbe tenersi venerdì o nel weekend. Urge un chiarimento. Lo sforzo della scorsa settimana da parte della Commissione di stabilire un coordinamento tra i 27 sulle misure anti-covid, in modo da ‘premiare’ i vaccinati, fa fatica a imporsi. Il Portogallo, per dire, ha subito violato le nuove norme imponendo un tampone a chiunque arrivi da una zona rossa o rosso scuro nella mappa dell’Ecdc, il centro controllo malattie dell’Unione.

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Insomma, i buoi scappano anche se la Commissione tenta di chiudere le stalle. La preoccupazione che gli Stati ricominciassero a decidere ognuno per sé - come l’anno scorso - era già alta a Bruxelles prima che si sapesse della variante omicron. È bastata l’ultima mappa dell’Ecdc priva di zone verdi in Europa a scatenare un certo allarme sui viaggi nelle cancellerie dell’Unione. Con omicron, i timori di una risposta in ordine sparso sono aumentati. Senza un coordinamento, potrebbe succedere di tutto, la zona Schengen correrebbe gravi rischi, la libertà di movimento finirebbe alla mercé delle decisioni nazionali.

Per dire: oggi che l’Olanda ha ammesso che Omicron era presente nel paese già a metà novembre, prima che si sapesse dei casi in Sudafrica, potrebbe accadere che qualche Stato europeo chiuda i collegamenti con Amsterdam e le altre città olandesi. Oppure, alla luce del fatto che tutta l’Europa dell’est, insieme a Belgio, Olanda, Irlanda, è rosso scuro nella mappa dell’Ecdc, potrebbe succedere che gli altri governi nazionali decidano di chiudere i collegamenti da queste zone.

Ecco, von der Leyen vorrebbe evitare che l’Ue si trasformi di nuovo in un puzzle di decisioni diverse. Si rischia di scoraggiare i vaccinati delle zone rosse e danneggiare la campagna vaccinale tuttora necessaria. Dello stesso avviso, anche il presidente Michel. Oggi intanto la presidente della Commissione ha fatto un punto con gli altri commissari sull’emergenza scatenata da omicron. Parole d’ordine: vaccini, booster, tracciamento, no panic.

Il problema sarà trovare un accordo con tutti i 27 leader. Le divergenze non riguardano solo i viaggi ma anche la durata del Green pass. La Commissione vorrebbe portarla a 9 mesi, per accelerare sulle terze dosi. È la stessa impostazione del governo Draghi. Ma diversi Stati non sono pronti.

La Germania per esempio sta facendo fatica con il primo ciclo vaccinale: la percentuale della popolazione adulta vaccinata ancora non arriva al 70 per cento (68,5%) e i contagi hanno ripreso a salire già prima dell’allarme omicron. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 45.753 casi di Covid e 388 morti, anche se per la prima volta in tre settimane l’incidenza settimanale dei casi su 100 mila abitanti è leggermente scesa a 452,2, rispetto a 452,4 segnalato nei sette giorni precedenti. Berlino comincerà a mandare pazienti in ospedali all’estero, anche in Lombardia, per mancanza di posti nelle strutture tedesche. Il cancelliere in pectore Olaf Scholz sarebbe favorevole a istituire l’obbligo vaccinale, secondo indiscrezioni dei media.

Non è escluso che sulla durata del Green pass i leader trovino un accordo per una misura graduale, invece di passare in maniera secca dai 12 ai 9 mesi. Ma sul tavolo c’è un altro punto di discussione, non meno importante: le donazioni del siero anti-covid all’Africa e ai paesi meno sviluppati. Ormai è chiaro che, se non si vaccina tutto il mondo, il pericolo varianti sarà sempre dietro l’angolo per tutti, paesi del mondo ricco e paesi del mondo povero.

Ma nella loro videoconferenza i 27 leader europei si limiteranno ancora una volta a parlare di donazioni, magari a incrementarle, a predisporre aiuti per le campagne vaccinali, in quanto in Sudafrica il problema non sarebbe la penuria di fiale ma la difficoltà a convincere la gente a vaccinarsi. Ad ogni modo, anche stavolta è escluso che il Consiglio europeo apra la discussione sulla condivisione della proprietà intellettuale dei brevetti, come chiede da tempo il Parlamento Europeo e come dice di voler fare Joe Biden, anche se nemmeno il presidente Usa ha mai presentato una proposta scritta.

Il tema continua a essere il cavallo di battaglia del Sudafrica, dell’India, di altri 100 Stati membri del Wto, delle ong e le associazioni attive nelle campagne per la liberalizzazione dei brevetti, ma non riesce a entrare nelle discussioni e men che meno nelle decisioni dei governi europei: ancora ferreo il no di Angela Merkel e del governo della Germania, madrepatria di Biontech.

Intanto, mentre i leader cercano una direzione comune, su Omicron gli esperti dicono tutto e il suo contrario. L’Agenzia europea del farmaco (Ema) assicura che i vaccini già autorizzati sono “efficaci” anche per la nuova variante, salvo aggiungere che “se servirà, l’adattamento dei sieri a omicron impiegherà 3-4 mesi”. Poco dopo, parla il ceo di Moderna, Stéphane Bancel. “Penso che in nessun modo l’efficacia possa essere la stessa che abbiamo avuto con la Delta”, dice Bancel in un’intervista al sito del Financial Times. È prevedibile “un calo sostanziale - precisa - non so dire di quanto perché dobbiamo aspettare i dati. Ma tutti gli scienziati con cui ho parlato dicono che non sarà buono”.

I leader Ue dovranno cercare una luce in questo buio scientifico ancora semi-fitto su omicron. La nuova variante costituisce “un nuovo rischio”, dice il commissario all’economia Paolo Gentiloni, perchè genera “incertezza e volatilità” nell’economia europea. “Non vedo le condizioni per nuovi lockdown”, aggiunge, ma ci sono “le condizioni per qualche restrizione, giustificata”, è “possibile” che ci siano problemi in settori come il “turismo”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.