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Oscillare tanto per rimanere fermi

La terza settimana di maggio ha mostrato in modo molto evidente lo stallo esistente sui mercati e nella capacità decisionale delle banche centrali.

Sia i principali indici che i responsabili delle decisioni monetarie americane si ritrovano appesi a mezz’aria a scrutare invano il cielo, nell’incapacità di prendere decisioni. Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) oscillazioni sembrano fini a se stesse, con folate di pessimismo subito sostituito da recuperi possibilisti, con il solo chiaro scopo di far passare il tempo in attesa che i due eventi chiave del mese di giugno giungano a maturazione.

Perché l’impressione è che la melina dei mercati continuerà fino a quando essi non avranno le idee chiare sull’esito della prossima riunione FED e sulla scelta che gli inglesi faranno circa la loro permanenza nella UE.

Sondaggi pre-elettorali e dati economici guideranno la fibrillazione dei mercati, che potrebbe durare ancora qualche settimana, siccome che le date chiave per avere risposte definitive ai due quesiti sono il 15 giugno per la decisione FED ed il 23 giugno per quella del popolo britannico.

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Vedremo forse ancora candele settimanali come quella realizzatasi la scorsa settimana sull’indice europeo Eurostoxx50, che ha mostrato una sequenza inside bar che dura da 3 settimane ed esprime proprio visivamente la forte indecisione che paralizza l’escursione settimanale dei prezzi all’interno di quella della settimana precedente.

La caccia alle indicazioni proseguirà, anche se pare improbabile che si possa assistere a forti movimenti di recupero. Rimango più propenso a ritenere probabile il mantenimento dell’impostazione correttiva ribassista dei mercati, anche se non mi aspetto neanche ribassi molto importanti.

Gli eventi che questa settimana potranno agitare un pochino le acque sono soprattutto quelli che riguardano interviste o pubbliche dichiarazioni di membri del FOMC. Ne avremo 6-7 in settimana, prima che venerdì Janet Yellen apra ufficialmente bocca dopo un paio di settimane di silenzio e indichi al mercato il suo stato d’animo, molto più importante di quello degli altri membri della FED.

Rilevante sarà anche la revisione del dato sul PIL USA del primo trimestre che, secondo gli analisti, dovrebbe essere corretto a +0,9% dal +0,5% annualizzato della prima stima provvisoria.

Ovviamente i dati economici continueranno ad essere interpretati al contrario, dato che ciò che conta è la loro influenza sulla decisione in merito ai tassi USA. Dati buoni metteranno tristezza ai mercati perché avvicineranno la mossa al rialzo dei tassi, mentre dati mosci saranno applauditi, poiché potrebbero frenare la mano del FOMC e dare un altro mese di ossigeno alle ansie speculative dei mercati.

Intanto prepariamoci ad assistere oggi alla grande festa dei dividendi, che riguarda la metà delle società quotate sul nostro Ftse-Mib, che porterà ad un calo tecnico del nostro indice di oltre il 2% e consentirà di ripristinare il riallineamento tra i valori dell’indice e quelli del FIB.

Autore: Pierluigi Gerbino Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online