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PA, verso il taglio di 10mila poltrone nelle partecipate

PA, verso il taglio di 10mila poltrone nelle partecipate

Se la bozza che gira in queste ore troverà conferma nel testo di legge (il dubbio è legittimo, data l'esperienza passata), siamo alla vigilia di una vera e propria rivoluzione per le società partecipate dalla Pubblica Amministrazione. Con pesanti tagli di poltrone in arrivo e la necessità di
accettare la logica del mercato, compreso il rischio di fallire.

Un retacolo di 8mila società da foltire
Il testo messo a punto dal Governo riguarda 7.767 aziende, che hanno per azionista (non necessariamente unico) un soggetto pubblico. Oltre un terzo di queste realtà è in rosso e il passivo viene di anno in anno ripianato dallo Stato (cioè dai contribuenti).
Così, nell'ambito della riforma della Pubblica Amministrazione si è deciso di intervenire imponendo la decadenza (entro un anno) di tutti i cda in carica.

Lotta agli sprechi
Anziché organismi composto da 3 o 5 membri, si lascerà spazio alla figura dell'amministratore delegato, che accentrerà poteri e incombenze. A conti fatti, sono circa 10mila le poltrone destinate a saltare.
Inoltre, le società che per tre anni consecutivi non hanno presentato bilancio e sono quindi scatole vuote (ma con tanto di amministratori ben pagati) verrà disposta la soppressione.

I dubbi
Detto del progetto, difficilmente criticabile, soprattutto alla luce delle tante restrizioni con cui gli italiani si sono trovati a fare i conti negli ultimi anni, resta da vedere se il provvedimento supererà indenne i passaggi parlamentari. E, successivamente, quale forza saranno capaci di esercitare gli oppositori, che di certo non mancheranno. Intanto c'è da registrare che la macchina anti-sprechi si è messa in moto.