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Panama Papers: spuntano altri nomi italiani

Nei giorni scorsi è esploso lo scandalo dei Panama Papers, la lista di nomi di persone, società e personaggi pubblici che attraverso società di comodo evadevano il Fisco. In maniera più o meno lecita.

Non tutti innocenti...

In realtà le società offshore non sono di per sè illegale ma lo diventano qualora, servano a coprire attività illecite di riciclaggio. Come nel possibile caso di Angelo Zito, condannato per mafia a Palermo e la cui attività potrebbe quindi essere riconducibile ad ambienti della malavita organizzata, la stessa alla quale potrebbero far capo i figli di Vito Palazzolo, riciclatore di Cosa Nostra, tutti nell’elenco.

Gli illustri conosciuti...

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Dall’archivio dell'offshore della Mossack Fonseca sono spuntati circa 11milioni e mezzo di documenti che presentavano una lunga schiera di nomi, spesso politici che avevano fatto della lotta all’evasione il proprio vessillo (il che rende le rispettive posizione, se non illegali, per lo meno imbarazzanti), tra questi il premier cinese Xi Jinping, molti nomi vicinissimi al presidente russo Vladimir Putin, il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev, quello ucraino Petro Poroshenko, ma anche il re saudita Salman bin Abdulaziz al Saud, il presidente argentino Mauricio Macri, il premier islandese Sigmundur David Gunnlaugsson, poi dimessosi in seguito allo scandalo. Ma non solo politici, anche sportivi come Leo Messi e Michel Platini, il regista Pedro Almodovar e Pilar di Borbone, sorella del re Juan Carlos.

... e gli italiani

L’Italia vedeva tra i suoi rappresentanti Luca Cordero di Montezemolo, attuale presidente di Alitalia, il quale, come molte delle personalità coinvolte tra cui l’attore Carlo Verdone e la presentatrice barbara d’Urso, ha smentito di possedere conti o società off shore. Tra gli illustri anche il famoso stilista Valentino, sebbene abbia residenza fiscale inglese ormai da diversi anni. Meno noti, sempre tra i nostri connazionali, sono Marco Perelli Cippo, membro del cda Campari (Milano: CPR.MI - notizie) a quanto pare non nuovo e scorribande fiscali al di fuori dei confini nazionali visto che risulta essere stato anche azionista della Allison Park Ltd delle Seychelles, chiusa l’anno scorso. Altro nome quello di Simone Cimino, titolare Cape Natixis, liquidata nel 2012 poco dopo il suo arresto nel 2011 per reati finanziari.

Anche Cameron nei guai

Chi invece ha smentito immediatamente ma è poi stato costretto a ritornare sui suoi passi è il premier inglese David Cameron il quale ha dovuto confessare di aver potuto contare su un capitale accumulato dal padre Ian con un conto offshore aperto nel 1982 ed ereditato alla sua morte. Successivamente, all’inizio del 2010 la quota del fondo è stata venduta.

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