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Parla la modella di colore dello spot Dove giudicato razzista

“Le immagini che circolano sono state malinterpretate dalla gente, che non ha capito il contesto” dice Lola Ogunyemi.
“Le immagini che circolano sono state malinterpretate dalla gente, che non ha capito il contesto” dice Lola Ogunyemi.

Ha creato scandalo e polemiche la nuova pubblicità di Dove, la famosa azienda di prodotti di bellezza. Una ragazza di colore che utilizza il nuovo prodotto Dove e, togliendosi la maglia, si trasforma in una bella ragazza bianca. Insomma, un “prima” e “dopo” il trattamento di bellezza che ha fatto gridare al razzismo e ha costretto l’azienda americana a togliere lo spot.

Protagonista della pubblicità è Lola Ogunyemi, modella nata a Londra, vissuta ad Atlanta e di origine nigeriana. Protagonista involontaria e Lola ha usato le pagine del The Guardian per raccontare la sua storia e le sue sensazioni dopo essere diventata suo malgrado famosa in tutto il mondo.

“Fin da ragazzina mi dicevano ‘sei carina… per essere una ragazza di colore’ e quindi fin da sempre sono cresciuta con la consapevolezza che per la società una ragazza di colore sarebbe più bella se fosse… meno colorata” esordisce Lola Ogunyemi, che poi parla di come è diventata modella per Dove.

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“Quando Dove mi ha proposto di essere il volto di uno sapone per il corpo sono saltata di gioia. L’idea di poter rappresentare tutte le ragazze di colore in uno spot di una delle aziende di bellezza più famose al mondo era qualcosa di meraviglioso” continua Lola, che però un giorno scopre l’amara realtà.

“Una mattina mi sveglio con il messaggio di un amico che mi chiede se la ragazza in un post che aveva visto online ero proprio io. Sono andata su internet e ho scoperto di essere diventata l’involontaria protagonista di una pubblicità razzista. Non scherzo. Se su Google digiti “pubblicità razzista” oggi, il mio viso è il primo risultato che appare” dice la modella sconsolata.

Insomma, lei non sapeva quale sarebbe stato il risultato finale di quelli scatti. “Se avessi avuto anche la minima idea che sarei stata rappresentata come inferiore, o come un “prima” in uno scatto da “prima e dopo”, sarei stata la prima a dire un enfatico “no”” dice Lola, che però non punta il dito contro Dove.

“In verità mi sono trovata benissimo con tutto lo staff. E io e le altre ragazze protagoniste eravamo consapevoli che l’idea dello spot fosse quello di mostrare come il prodotto si adatti a ogni tipo di pelle. E i primi spot video, se li vedete, vi rendete conto che mostravano proprio quello, senza alcun riferimento razzista – conclude Lola che, dunque, crede in un inciampo involontario dell’azienda. Le immagini che circolano sono state malinterpretate dalla gente, che non ha capito il contesto. Dove ha sbagliato? Secondo me sì, perché oltre a chiedere scusa per il fraintendimento avrebbe dovuto difendere la sua idea creativa originale, difendendo anche me”.

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