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Tobin Tax: l'Europarlamento approva il testo

«La recente crisi finanziaria ha innescato dibattiti su tutti i livelli circa l’introduzione di una possibile tassa supplementare sul settore finanziario, in particolare un’imposta sulle transazioni finanziarie (ITF). Questo dibattito sorge dalla volontà di assicurarsi che il settore finanziario partecipi ai costi della crisi e che in futuro venga tassato in modo giusto rispetto ad altri settori, disincentivare le attività a eccessivo tasso di rischio da parte degli enti finanziari, integrare le misure regolamentari mirate a evitare crisi future e generare introiti supplementari a fini di bilancio generali, per contribuire, tra l'altro, al risanamento fiscale al fine di stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro o di politiche specifiche, quali l'aiuto allo sviluppo e la lotta al cambiamento climatico».

Inizia così – ed è importante leggere bene questo incipit, perché esso contiene una serie di principi estremamente importanti, spesso negati dai governi che chiamano i propri cittadini a sacrifici e austerity – il testo approvato oggi (23 maggio 2012) dal Parlamento Europeo con 487 voti a favore, 145 contrari e 46 astensioni.

Si tratta, sostanzialmente, della Tobin Tax, ovvero, spiega la relatrice, l'europarlamentare greca (e non può essere un caso) Anni Podimata, un sistema di tassazione sulle transazioni finanziarie, ambizioso, che «ci permetterà di avere anche uno strumento per ridurre la speculazione e far in modo che il settore finanziario torni a svolgere il suo ruolo originario - al servizio delle PMI e altre aziende - piuttosto che continuare con il gioco d'azzardo».

La Podimata, di fatto, dichiara guerra a quella finanza speculatrice che ha causato la crisi: «Non dobbiamo avere paura dell'allarmismo espresso dai più temerari fra gli speculatori, broker 'ad alta frequenza', che dichiarano di voler abbandonare il continente nel caso di introduzione di una TTF», ha detto, rassicurando tutti coloro che temono che l'applicazione di una Tobin Tax possa essere un grave danno per l'economia. E poi ha proseguito, convinta che si tratti di un bluff dei broker e che «se alcuni scegliessero comunque di andarsene invece di modificare il loro modello di business, questo sarà comunque un risultato positivo. La scelta di lasciare che il settore finanziario non partecipi maggiormente al peso della crisi sarebbe una decisione contraria a ogni logica politica», ha concluso, ricordando il suo ruolo e quello dei suoi colleghi come Parlamentari europei: «Siamo eletti per servire i 500 milioni di cittadini, e non una manciata di operatori finanziari con i loro lobbisti al seguito».

Nel testo, l'Europarlamento – che chiede questo tipo di tassazione da due anni – ha accolto la proposta della Commissione Europea (0,1% di tassazione per le azioni e le obbligazioni, 0,01% per i cosiddetti "derivati"), con esenzione per i fondi pensione. Si è richiesto anche di procedere con il progetto di "legge" anche se dovesse essere ratificata solo parzialmente dagli Stati membri dell'Unione Europea.

Ora, però, la palla passa al Consiglio europeo. La prassi prevede che, in caso di disaccordo fra Parlamento e Consiglio, si formi una commissione che analizzerà il testo della legge e che poi tenterà di formulare un testo intermedio che rappresenti un compromesso fra le varie istanze.

C'è un particolare: visto che il potere legislativo del Parlamento europeo è molto limitato, qualora questo accordo non si trovasse, l'iniziativa di legge naufragherebbe ed il testo non verrebbe approvato.