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Parmalat, confermata condanna a risarcire Citibank, pagamento in azioni

di Elisa Anzolin

MILANO (Reuters) - Le conseguenze delle vicende giudiziarie legate al crack del 2003 continuano ad influenzare la vita di Parmalat, che potrebbe ora ritrovarsi con un nuovo socio nell'azionariato.

La Corte d'Appello di Bologna ha infatti riconosciuto la validità della sentenza del 2008 di un tribunale del New Jersey che condanna il gruppo di Collecchio a risarcire a Citibank 431 milioni di dollari (332 milioni di euro circa).

Per Parmalat resta la possibilità di fare ricorso in Cassazione, ma se la sentenza passerà in giudicato dovrà pagare il risarcimento in azioni. Non è al momento chiaro se l'ammontare sarà pagato nella sua totalità, come ipotizzano gli avvocati della banca, o in una frazione di esso, in base alle percentuali di recupero previste dal concordato fallimentare, come sostiene la società che ha già accantonato le azioni.

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L'ORDINANZA DELLA CORTE DI APPELLO

"Citibank N.A. ha ottenuto dalla Corte d'Appello di Bologna il pieno riconoscimento in Italia della sentenza del 2008 della Superior Court of New Jersey", si legge in una nota di Clifford Chance, studio che ha assistito la banca americana nel processo.

Nel comunicato si ricorda che la corte statunitense aveva "accolto le domande riconvenzionali di Citibank contro Parmalat, svolte a titolo di truffa, false rappresentazioni fornite colposamente e distrazione".

"A seguito della domanda di riconoscimento proposta da Citibank in Italia, la Corte d'Appello di Bologna ha ora ritenuto la sentenza statunitense riconoscibile in Italia nei confronti di Parmalat Spa, Parmalat Finanziaria Spa e altre otto società del gruppo Parmalat in amministrazione straordinaria‎ confermando la condanna a risarcire Citibank per 431 milioni di dollari", conclude la nota.

Per Parmalat ora resta la possibilità di fare ricorso in Cassazione, mentre Citigroup dovrà presentare domanda al tribunale fallimentare di Parma per richiedere l’ammissione del credito.

PER PARMALAT RISARCIMENTO IN BASE A PERCENTUALI CONCORDATO

Nella relazione al bilancio Parmalat 2013 si sottolineava che, in caso di conferma definitiva della sentenza, il pagamento a Citibank avverrebbe in azioni, in base alle percentuali di recupero stabilite nel concordato, e che l'eventuale risarcimento è coperto da un'apposita riserva.

Interpellata da Reuters, Parmalat ha ribadito che l'eventuale pagamento "sarà effettuato mediante assegnazione di azioni Parmalat secondo le percentuali concordatarie, come già prudenzialmente accantonate". I recovery ratio fissati all'epoca prevedevano per Parmalat Spa una percentuale di recupero pari al 6,9%.

La società ha inoltre sottolineato che "la Corte d’Appello, nel procedimento di delibazione, ha semplicemente dichiarato che la sentenza americana ha efficacia in Italia, senza entrare nel merito. Le valutazioni di merito potranno essere svolte dal giudice fallimentare nell'ambito di un giudizio ordinario di insinuazione tardiva".

PER AVVOCATI CITI RISARCIMENTO PUO' ESSERE TOTALE

Secondo gli avvocati di Citibank, dal momento che sono state condannate diverse società c'è la possibilità che Parmalat paghi l’intero ammontare di 431 milioni di dollari, perché si sommano i recovery ratio di tutte le società.

Per calcolare il numero di azioni che Parmalat eventualmente dovrà dare a Citibank, gli avvocati spiegano che a ogni euro corrisponde un'azione della nuova Parmalat (che ha valore nominale di un euro e un valore di mercato di circa 2,5). Si parla quindi di circa 332 milioni di azioni, che rappresenterebbero circa il 15% del nuovo capitale.

Gli avvocati sottolineano che l'ordinanza è provvisoriamente esecutiva e che il tribunale fallimentare non entra nel merito della sentenza.

Il titolo ha chiuso in parità.

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