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Passa la fiducia sulla riforma della Giustizia. Rientra la protesta M5s

Italian minister of Justice Marta Cartabia during the session at the Chamber of Deputies on the occasion of the debate and vote of confidence of the Draghi government. Rome (Italy), February 18th, 2021 (Photo by Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images) (Photo: Mondadori Portfolio via Getty Images)
Italian minister of Justice Marta Cartabia during the session at the Chamber of Deputies on the occasion of the debate and vote of confidence of the Draghi government. Rome (Italy), February 18th, 2021 (Photo by Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images) (Photo: Mondadori Portfolio via Getty Images)

Le dichiarazioni di voto sono in corso quando l’Aula della Camera, nonostante sia in ballo la riforma della Giustizia, è quasi deserta. Non si respira particolare tensione, per tutto il pomeriggio i corridoi di Montecitorio sono rimasti vuoti, in fondo la maggioranza non è mai stata a rischio. In fibrillazione casomai è il Movimento 5 Stelle anche se chi ha in mano il dossier ostenta ottimismo. Il capogruppo Davide Crippa varca il portone del garage di Montecitorio quando la seduta è già iniziata convinto che non avranno particolari problemi. “Assenti al voto? Sto dicendo che non avremo particolari problemi”. E infatti la prima fiducia passa liscia con 462 voti a favore, 55 contrari e un astenuto. I grillini presenti hanno votato tutti a favore, in venti non si sono presentati ma di questi solo 13 non giustificati. Basti pensare che ieri, nel voto sulle pregiudiziali, i disertori sono stati 41. E’ evidente come la fronda si sia notevolmente ridotta e l’ex ministro Lucia Azzolina mentre si appresta ad entrare in Aula, malgrado la seduta notturna, è molto soddisfatta: “Adesso abbiamo un leader, Giuseppe Conte. E un leader serve anche a questo”.

L’emergenza, dopo il voto sulle pregiudiziali sulla revisione del processo penale, è rientrata. Si racconta che Giuseppe Conte, per tutto il giorno, abbia contattato uno per uno i malpancisti con l’aiuto di Alfonso Bonafede, l’ex ministro che ha scritto la riforma smontata oggi in gran parte. L’ex Guardasigilli ha dato il suo contributo per evitare che il leader in pectore Conte perdesse la sua prima partita ma parlare in dichiarazione di voto sarebbe stato troppo. Alla fine però perfino la deputata Antonella Papiro che aveva definito il testo “un abominio” ci ha ripensato. Quando risponde al telefono è più che conciliante: “Ho parlato con Alfonso (Bonafede ndr) e Giulia (Sarti ndr) e ho apprezzato il lavoro fatto. In assemblea ho sbagliato a esprimermi, ma ciò che volevo dire è che non darò un voto a cuor leggero e non è la riforma che avrei voluto ma rimango compatta con il mio gruppo”.

Quando il pentastellato Alessandro Melicchio vota a favore, in Aula scatta l’applauso. È l’unico deputato della maggioranza che ieri si era espresso a favore delle pregiudiziali di costituzionali presentate dall’opposizione. Su Facebook la spiega così: “Sento di rivalutare il mio voto in Aula sui successivi pronunciamenti. Non ho alcuna volontà di mettere in discussione la fiducia nei ministri del M5S e nel grande lavoro fatto da loro e dal Presidente Conte, unendomi al voto di fiducia che verrà espresso dal gruppo del Movimento 5 Stelle”.

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Il lavorio del quasi leader grillino ha portato i suoi frutti. Ha parlato soprattutto con esponenti pentastellati delle commissioni Ambiente, perché in cima alle preoccupazioni M5s ora c’è il destino degli eco-reati. Domani il Movimento 5 stelle presenterà diversi ordini del giorno per chiedere che il governo si faccia carico del tema dei controlli, che ci sia un monitoraggio assiduo affinché i processi legati ai reati contro l’ambiente non vadano a morire. Ma il presidente M5s in pectore anche nell’assemblea di ieri ha fornito ampie rassicurazioni che non sarà così, che pure sui reati sulla pubblica amministrazione ci sono ampie garanzie che i processi faranno il loro corso.

L’ex premier insomma difende la mediazione e rassicura il ministro della Giustizia Cartabia dicendole che andrà tutto bene e in effetti così è avvenuto al netto del fatto che martedì mattina nella votazione finale potrebbe esserci qualche assente in più. Ma nulla di grave, M5s non dovrebbe in ogni caso perdere dei pezzi per strada.

Il voto sulla riforma della Giustizia si incrocia però con quello del nuovo Statuto. La difficoltà per Conte è dover rispondere alle perplessità degli attivisti che non stanno votando in massa per il nuovo Statuto. Potrebbe essere proprio il voto contrario sulle nuove regole l’arma di chi ritiene che il Movimento 5 stelle si sia piegato sui temi della giustizia. “Alle ore 12.30 sono oltre 12 mila gli iscritti certificati del Movimento 5 Stelle che hanno espresso il voto online per il nuovo Statuto associativo”, ha comunicato questa mattina Crimi, presidente del comitato di garanzia M5s. Poi non ci sono state, almeno per il momento, altre informazioni. Ma sul profilo twitter dell’ex premier sono piovuti insulti riguardo la riforma della Giustizia, come fosse una rivolta organizzata e studiata partita dalla base nonostante i voti a favore ottenuti in Aula.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.