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La paura del referendum travolge Piazza Affari. Bancari ko

Dopo sette sedute consecutive al rialzo, il semaforo è scattato sul rosso per la piazza azionaria giapponese, anche se si è trattato di uno stop per nulla doloroso. L'indice Nikkei 225 è riuscito a limitare i danni nel finale, chiudendo gli scambi in calo dello 0,13%, frenato soprattutto dal deciso rimbalzo dello yen nei confronti del dollaro. Questo ha pesato sull'andamento dei titoli legati alle esportazioni, ma a frenare il listino ha contribuito anche la debolezza del settore oil dopo il forte ribasso accusato dal petrolio venerdì scorso.

Le vendite sono ben più accentuate sulle Borse europee che da subito hanno imboccato la via delle vendite e vedono il Ftse100 e il Cac40 in ribasso dello 0,92% e dello 0,91%, seguiti dal Dax30 che arretra dello 0,94%.
Per oggi non sono previsti dati macro di rilievo in Europa dove si segnala un discorso del presidente della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) , Mario Draghi, che parlerà al Parlamento europeo su economica, politica monetaria e conseguenze della Brexit.

La peggiore performance è quella di Piazza Affari che vede il Ftse Mib scivolare in area 16.200, con una flessione dell'1,9%.
A mettere sotto pressione il nostro mercato sono le incertezze legate al referendum di domenica prossima. In vista di tale evento il Financial Times segnala che in caso di vittoria del no si avrebbe turbolenze sui mercati e queste metterebbero a rischio fino a otto banche italiane, viste le difficoltà che si incontrerebbero per una ricapitalizzazione delle stesse.

Non stupisce pertanto che sia il settore bancario quello maggiormente sotto pressione, con Banca Monte Paschi al momento sospesa dagli scambi dopo aver segnato un ultimo prezzo a 17,56 euro con un affondo del 12,2%. Oggi c'è stato il raggruppamento azionario nel rapporto di una nuova azione ogni 100 titoli in circolazione.

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In rosso di quasi il 4% Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) , seguito da Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) e Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) , tutti in calo di circa tre punti e mezzo percentuali.
Arretrano di quasi il 3% Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) , Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) e Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) .

Vendite anche sui titoli del settore oil con i prezzi del petrolio che continua a scendere in direzione dei 45,5 dollari dopo l'affondo di venerdì scorso. Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) perde il 2,65%, seguito da ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) che cede il 2,48% anche se Kepler Cheuvreux ha confermato il rating "buy" sul titolo, con un prezzo obiettivo ridotto da 16 a 15,5 euro. Segno meno anche per Saipem (Londra: 0NWY.L - notizie) che viaggia in flessione dell'1,75%.

In controtendenza Terna (Amsterdam: TX6.AS - notizie) che sale dello 0,97% sulla scia della promozione di Jefferies, i cui analisti hanno modificato la loro strategia sul titolo da "hold" a "buy", con un prezzo obiettivo rivisto però da 4,8 a 4,5 euro. Lo stesso broker ha peggiorato il giudizio a "hold" su Snam (Amsterdam: QE6.AS - notizie) che intanto cede lo 0,17%.
In calo dello 0,75% Enel (Londra: 0NRE.L - notizie) nonostante Kepler Cheuvreux abbia ribadito la raccomandazione "buy", con un fair value alzato da 4,6 a 4,7 euro.

Per oggi sul fronte macro Usa non sono previsti aggiornamenti macro di rilievo.

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