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Il pendio scivoloso e la grande scogliera

Nell'effettivo è passato un anno da quando la BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) ha lanciato il proprio quantitative easing attraverso il quale sta cercando di rivitalizzare un'economia europea da coma irreversibile. La strategia è quella di scatenare un effetto ricchezza a cascata utilizzando il mandato ufficioso di tutte le banche centrali mondiali: salvaguardare la salute finanziaria dello stato e delle grandi banche commerciali. Si presume che attraverso di loro sarà possibile veicolare all'economia più ampia quegli input necessari per innescare una ripresa economica. Finora non è accaduto niente di tutto ciò. Addirittura non esistono abbastanza bond sovrani che la BCE possa comprare in modo da soddisfare la sua promessa d'acquisto mensile ammontante ora a €80 miliardi.

Di (KSE: 003160.KS - notizie) conseguenza il QE è stato ampliato anche ad altri settori. Infatti sono stati inclusi nel QE anche i cosiddetti investment grade bond. Come anticipato in questo articolo, bisognava trovare un modo per dare legittimità al Piano Juncker ed ecco la BCE pronta a monetizzare qualsiasi asset si muova o no nei casinò. I pianificatori monetari centrali stanno cercando in tutti i modi di attizzare il fuoco della domanda aggregata affinché faccia bruciare di nuovo il fuoco della ripresa economica. Finora non abbiamo visto niente di tutto ciò. Perché? Perché se l'incentivo alla base degli investimenti non è genuino, allora la sua sostenibilità sarà messa in pericolo una volta che suddetto incentivo svanirà. Il miglior esempio che si possa presentare a tal proposito, è quello dell'industria dei beni capitali e di come viene distorta dall'iniezione del denaro fiat.

L'IMPORTANZA DELLA TEORIA AUSTRIACA DEL CAPITALE

La produzione industriale è una rete di processi le cui singole componenti sono costituite da due input fondamentali: risorse di capitale umano e risorse naturali. Ogni stadio della produzione superiore necessita di quelli precedenti, oltre che ai due input fondamentali. Se dovessi semplificare drasticamente questi concetti, in nostro aiuto arriva la teoria del capitale Austriaca che ci permette di comprenderli appieno. Infatti non c'è esempio migliore del naufrago su un'isola deserta che si ritrova d'improvviso sprovvisto di tutte quelle comodità che in precedenza godeva nella società civile. Una volta compresa la sua situazione deve economizzare l'ambiente circostante e determinare quale possa essere il costo d'opportunità di ogni singola risorsa naturale presente sull'isola. Ovvero, deve decidere quale sarà la migliore allocazione di ogni risorsa naturale a sua disposizione.

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Inutile dire che la sua sopravvivenza si baserà inizialmente sulla mera sussistenza, andando a consumare beni di consumo come pesce, frutta, ecc. Non avendo a disposizione una struttura industriale ben definita alle sue spalle, non può godere di beni specifici che potrebbero garantirgli un tenore di vita superiore. Quindi deve accontentarsi, almeno inizialmente, di consumare le risorse naturali. Infatti dovrà dapprima costruirsi un flusso costante di beni di consumo (reddito) prima di poter pensare di investirne parte per elevare il suo tenore di vita.

Questo significa che dovrà raccogliere giornalmente un certo numero di frutta per poter garantire la propria sopravvivenza, utilizzando il lavoro del suo corpo per consumare i beni di consumo. Ma, come abbiamo detto in precedenza, esiste un costo d'opportunità quando si economizzano le risorse naturali, e questo vuol dire che i beni di consumo possono essere utilizzati come beni intermedi (nella produzione di qualcos'altro) piuttosto che consumati semplicemente. Infatti, piuttosto che consumare tutta la frutta che riesce a raccogliere, può rinunciare a parte di essa e metterla da parte nel corso de tempo. In questo modo dividerà in due il suo reddito: parte verrà consumato e parte verrà investito nel futuro. Una volta che avrà a disposizione abbastanza risparmi, potrà smettere di raccogliere frutta e dedicare i suoi sforzi per creare un oggetto che gli permetta di diversificare la sua dieta. Ovvero, aggiungerà uno stadio di produzione alla sua attività industriale. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) caso specifico, deciderà di costruire una rete per catturare pesci.

Grazie ai risparmi messi da parte potrà sostenere la sua vita nel periodo in cui dovrà dedicare la maggior parte del suo tempo a costruire la suddetta rete. Unendo il lavoro e le risorse naturali che lo circondano, riesce a trasformare un bene di consumo in un bene capitale. Ma quest'aggiunta di uno stadio di produzione porta con sé un altro fattore: la manutenzione dei beni di capitale. Quindi vediamo ora di rendere un po' più complesso il nostro esempio per cercare di capire l'importanza della teoria Austriaca del capitale e come essa spieghi l'attuale stagnazione economica.

Diciamo che il nostro naufrago, arrivato a questo punto, utilizzi 5 ore per raccogliere frutta; 5 ore per pescare; 5 ore per fare manutenzione; 5 ore per preparare il cibo; e infine 4 ore le utilizzi in disutilità del lavoro. Seguendo questo modello di produzione egli riesce a gestire in modo sostenibile le varie attività in cui è impegnato e garantire a sé stesso un flusso costante di reddito. Non solo, ma in futuro potrà aggiungere un ulteriore stadio di produzione quando avrà sufficienti risparmi da parte, riuscendo a creare una vanga con cui seminare piante ad esempio. Si noti che questo processo graduale è in funzione del livello dei risparmi posseduti dal naufrago, questo significa che più ne avrà più riuscirà ad accorciare i tempi tra la creazione di uno stadio di produzione e l'altro. Il punto fondamentale di questo processo è che i vari stadi della produzione non possono essere saltati, poiché la distribuzione delle ore di lavoro e di manutenzione verrebbero stravolte.

Supponiamo che un giorno la marea porti a riva le vettovaglie di una nave naufragata al largo. D'improvviso il nostro naufrago potrà godere di una manna inattesa. Perché lavorare e spaccarsi la schiena quando avrà a disposizione cibo in abbondanza grazie a questo colpo di fortuna? Ridurrà, quindi, le ore dedicate a raccogliere frutta, pescare e fare manutenzione. Per tutte queste attività vi dedicherà solo 2 ore e ridistribuirà le restanti alla preparazione del cibo e alla disutilità del lavoro. L'improvvisa manna non è nata da uno stadio di produzione sostenibile, ma da un evento una tantum che spinge il produttore a consumare i risparmi e i beni di capitale fintanto che il flusso distorsivo della produzione continuerà a fare il suo effetto. Inoltre, più sarà intenso il flusso distorsivo, maggiore sarà il tempo dedicato alla disutilità del lavoro e minore sarà quello dedicato alla manutenzione dei beni di capitale esistenti.

Terminato il flusso distorsivo, il naufrago si ritroverà a corto di risparmi alimentari con cui sostenere la sua vita e con degli oggetti marci che non potrà più utilizzare come prima. Di conseguenza dovrà tornare a quello stadio di produzione originale che gli garantiva un reddito costante e col tempo gli avrebbe permesso di guadagnare risparmi sufficienti da aggiungere ulteriori stadi produttivi al suo processo "industriale".

Nella realtà, ovviamente, le cose sono molto più complesse, ma questo semplice esempio serve a far capire ai lettori come funziona il processo produttivo a livello industriale e come un flusso distorsivo esterno possa deviare risorse da attività sostenibili ad attività insostenibili. Nello specifico, come il denaro scoperto distorca la produzione industriale e in particolar modo quella legata ai beni di capitale. Infatti i progetti più a lungo termine sono quelli che più risentono di un cambiamento nei tassi d'interessi e di conseguenza quelle industrie in tal campo recepiscono questo messaggio come una "luce verde" nei confronti del loro investimenti. Queste imprese che s'impegnano in progetti la cui realizzazione è distante molti anni dal presente, rendono più circolare la produzione industriale perché attraverso i loro investimenti fanno in modo che il denaro preso in prestito si concentri fondamentalmente in quegli stadi di produzione superiori. Ad esempio, quello delle materie prime.

È così che, ad esempio, è nata la bolla dell'olio di scisto che al giorno d'oggi sta inondando il mondo con un'offerta di petrolio nettamente superiore alla domanda. Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) industrie di beni di capitale, a seguito del boom del credito facile alimentato dalle banche centrali, hanno approfittato del calo degli interessi per accedere a nuove linee di credito con cui finanziare le proprie attività. Queste industrie, ovviamente, necessitavano di un grande influsso di materie prime per dare pieno sfogo alle loro catene di montaggio. È così che, ad esempio, la Caterpillar (NYSE: CAT - notizie) e la Komatsu (Other OTC: KMTUF - notizie) hanno sfoggiato utili da favola nel post-crisi; e, indirettamente, questo ha significato un boom delle miniere di ferro, carbone e bauxite in Australia per sostenere la domanda di suddette imprese. Questo è un circolo vizioso che alimenta sé stesso fino a quando l'effetto del credito creato ex-novo non raggiunge i beni di consumo. Il canale di trasmissione in quest'ultimo caso sono sostanzialmente gli stipendi dei lavoratori che queste industrie assumono progressivamente.

In sostanza, la storia Austriaca di base è che durante il boom artificiale, la forza lavoro ed altre risorse vengono incanalate in progetti d'investimento non compatibili con il livello generale del risparmio reale. Prima o poi, la realtà alza la sua brutta testa ed i progetti insostenibili devono essere abbandonati Autore: Francesco Simoncelli Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online