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"In pensione a 63 anni col contributivo, e da 67 anni col retributivo"

ITALY, TURIN, PIEDMONT - 2018/09/21: Beppe Grillo leaves after visiting the Terra Madre Salone del Gusto 2018. (Photo by Stefano Guidi/LightRocket via Getty Images) (Photo: Stefano Guidi via Getty Images)
ITALY, TURIN, PIEDMONT - 2018/09/21: Beppe Grillo leaves after visiting the Terra Madre Salone del Gusto 2018. (Photo by Stefano Guidi/LightRocket via Getty Images) (Photo: Stefano Guidi via Getty Images)

“Sono un genio compreso, purtroppo, e per questo voglio condividere con voi una proposta semplice, equa e sostenibile che potrebbe mettere d’accordo tutti sul tema pensioni. Dal 1996 il sistema pensionistico del nostro paese è di tipo contributivo, ovvero: si va in pensione con i contributi maturati. Prima era di tipo retributivo, in media più generoso, si andava in pensione sulla base delle ultimi retribuzioni percepite a fine carriera, sicuramente più alte (a volte anche artificialmente aumentate a fine carriera). Il problema del sistema pensionistico oggi è rappresentato dal sistema misto: cioè lavoratori con il modello retributivo e quello contributivo, un problema che avremo fino al 2035”. Così Beppe Grillo, in un intervento sul suo blog sul tema pensioni.

“La soluzione a questo dilemma c’è, ed è molto semplice, ed è stata proposta anche dall’Inps recentemente: permettiamo ai lavoratori del sistema misto di andare in pensione a 63 anni con la quota contributiva maturata fino ad oggi, e diamo loro al compimento dei 67 anni, l’età ordinaria di vecchiaia, la parte retributiva”, suggerisce il garante M5S. “Una scelta”, prosegue Grillo, “che farebbe felici quelle persone che vogliono flessibilità, che hanno necessità o voglia di andare in pensione prima, perché subiscono mobbing, perché sono stanchi, perché fanno un lavoro pesante e non sono in grado di arrivare a 67 anni. Ma farebbe felice anche la sostenibilità finanziaria: infatti i lavoratori andrebbero in pensione anticipata con quello che hanno maturato. Si combinerebbe dunque umanità e sostenibilità finanziaria. L’anticipo pensionistico infatti non penalizza definitivamente quei lavoratori, perché avranno la parte retributiva, come previsto, a 67 anni”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.