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Pensioni, aumenti fino a 700 euro nel 2022

Dag Sundberg via Getty Images

Le entrate mensili dei pensionati aumenteranno nel corso del 2022. Questo accadrà per due motivi: la rivalutazione legata all'inflazione (la cosiddetta "perequazione") e la decurtazione dell'Irpef decisa dal governo Draghi.

Gli aumenti riguarderanno tutti, in versione "micro" o più sostanziosi a seconda del proprio reddito. Il primo elemento a spingere in alto gli assegni delle pensioni è la rivalutazione degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita: nel nuovo anno, le pensioni cresceranno dell'1,7%, come ha comunicato dal ministero dell'Economia.

Il trattamento minimo Inps passerà da 515,58 euro mensili a 523,83. L'assegno sociale, invece, si adeguerà passando da 460.28 a 467,65 euro. L'adeguamento sarà al 100% per gli assegni fino a quattro volte il minimo (cioè 2.062 euro), al 90% per gli assegni tra quattro e cinque volte il minimo (fino a 2.578 euro mensili) e al 75% per chi supera quella cifra.

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Questi aumenti, però, non si vedranno subito. Per non sforare i tempi, l'Inps ha infatti utilizzato per gli assegni con decorrenza gennaio l'indice di perequazione disponibile al 15 ottobre 2021, pari all'1,6%. Solo con la rata di marzo verranno versate le differenze spettanti.

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Ma quali sono, nel dettaglio, questi aumenti annunciati? Il decreto del Mef cambia i criteri di perequazione per le classi di importo più alto. Si torna alle "tre fasce": 100% di rivalutazione (quindi 1,7%, fino a quattro volte il minimo), 90% (1,53%, oltre quattro e fino a cinque), 75% (1,275%, oltre cinque volte il minimo).

Nonostante questa differenziazione, che garantisce pienamente contro l'inflazione chi prende di meno, gli importi più alti godranno ovviamente di aumenti assoluti maggiori. Secondo le stime dell'Inps, chi percepisce 1.000 euro lordi dovrà accontentarsi di 17 euro in più al mese. Chi riceve una pensione da 1.500 euro lordi al mese vedrà crescere l'assegno di 25 euro. Chi invece percepisce 2.000 euro vedrà l'assegno crescere di 34 euro, che salgono a 42 per chi ha una pensione di 2.500 euro.

Secondo fattore che porterà all'aumento delle pensione riguarda il taglio dell'Irpef, sia per dipendenti che per autonomi. Secondo le stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio, l'aumento medio atteso è di 178 euro, ma con importanti differenze a seconda del reddito annuo: più è alto l'assegno pensionistico, maggiore sarà il beneficio dovuto al taglio delle tasse.

Qualche esempio? Per chi riceve meno di 18mila euro all'anno, l'aumento è di 200 euro. Più basso il beneficio per chi ha un assegno di 24mila euro: in questo caso, infatti, la crescita è di 132 euro. Maggiori sono invece i vantaggi per i percettori di pensioni alte: per chi incassa tra i 40mila e i 60mila euro all'anno, il guadagno è compreso tra i 500 e i 700 euro.