Pensioni, parte l’Ape volontaria. Chi può richiederla e come fare
Da ieri si può avviare la procedura per l’Ape volontaria, cioè il prestito che consente a chi ha almeno 63 anni e cinque mesi d’età e 20 anni di contributi di anticipare una parte della pensione. Il prestito verrà poi rimborsato con trattenute mensile sulla pensione per vent’anni. Parte solo ora perché ci è voluto del tempo per stipulare le convenzioni con le banche – hanno aderito solo Intesa e UniCredit – e con le assicurazioni che copriranno l’Ape dal rischio di morte del titolare.
Differenza con l’Ape social
L’Ape volontaria, a differenza dell’Ape sociale che consiste in un assegno fino a 1.500 euro totalmente a carico dello Stato, a favore di circoscritte categorie di lavoratori svantaggiati, è a carico dello stesso stesso richiedente. La platea potenziale quest’anno è di 300mila lavoratori e di 155mila nel 2019. Si tratta di un prestito a se stessi, offrendo come garanzia la pensione, che verrà decurtata per 20 anni. Offre la possibilità di ottenere un prestito anche a persone anziane che, diversamente, avrebbero molte difficoltà ad ottenerlo.
Quanto conviene?
Secondo i calcoli del team economico di Palazzo Chigi, la rata ridurrà la pensione netta del 4,5% per un anno di anticipo, dell’8,6% per due anni di anticipo e del 12,25% per tre anni di anticipo, ipotizzando un’inflazione media del 2%.
Per valutare i costi c’è il simulatore
Il cittadino potrà inserire l’importo presunto della pensione lorda e riceverà l’indicazione del taglio netto dell’assegno. In base all’importo dell’Ape richiesto – al massimo il 90 per cento della pensione – e della durata dello stesso (al massimo si potrà andare in pensione con tre anni e sette mesi di anticipo), il simulatore farà i suoi conti. Per aderire all’Ape occorre presentare la domanda all’Inps che certificherà entro 60 giorni il diritto all’Ape e inoltrerà la pratica alla banca per l’approvazione del prestito.