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Pensioni, variazioni con la legge di stabilità. Poletti e Boeri: flessibilità ma assegni più leggeri

Pensioni, variazioni con la legge di stabilità. Poletti e Boeri: flessibilità ma assegni più leggeri

Con la legge di stabilità dal governo Renzi giungono novità anche sul fronte delle pensioni. L’ipotesi del Ministro del Lavoro, Poletti, è quello di un intervento volto a flessibilizzare l’uscita dal mondo del lavoro, alleggerendo però le pensioni stesse nel caso di pensionamenti anticipati.

Poletti ha parlato della necessità di avviare una riflessione e una discussione misurata, “senza alimentare aspettative”, sottolineando poi in una conferenza stampa proprio il tema della flessibilità in uscita come una delle possibilità concrete su cui operare per riformare il sistema pensionistico. Poletti ha aggiunto che esiste un “problema generale” legato alla possibile flessibilità in uscita, con salvaguardie per chi perde il lavoro ma non arriva a maturare i requisiti pensionistici; ad esempio, dice il ministro, un ammortizzatore specifico o una modalità-ponte per consentire a questi contribuenti di ricevere una pensione. Ma un punto importante sottolineato da Poletti è comunque che è necessario partire da situazioni socialmente più delicate.

Del tema della flessibilità aveva già parlato d’altro canto, negli scorsi giorni, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che in un’intervista al Corriere della Sera aveva parlato di “spendere meglio le risorse pubbliche” e della possibilità di prevedere un reddito minimo, per contrastare la povertà, con il sostegno della fiscalità generale dello Stato.

L’idea espressa anche da Boeri è comunque quella che con il passaggio al sistema contributivo la flessibilità possa risultare più sostenibile, ovviamente al prezzo di un assegno pensionistico alleggerito rispetto a quello che si sarebbe ricevuto versando più contributi. Una proposta che deve tuttavia passare al vaglio dell’UE, alla quale bisognerà far comprendere che i pensionamenti anticipati risultano a bilancio come un aumento immediato della spesa, ma rappresentano un risparmio a lungo termine visto che le pensioni erogate saranno ridotte.

Infine una novità certa è che entro il 2015 l’Inps permetterà a tutti i lavoratori dipendenti di sapere esattamente quanto prenderano se andranno in pensione, e entro il 2016 ciò riguarderà anche i dipendenti pubblici e i parasubordinati. “È necessario che i lavoratori siano consapevoli della loro situazione contributiva e di quali saranno presumibilmente le loro pensioni così da poter pianificare il futuro. Le banche dati sono un bene pubblico”, ha detto Boeri.

VIDEO: La differenza tra il sistema contributivo e quello retributivo: