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"Per risparmiare bene bisogna conoscere se stessi"

Le indicazioni di Marco Liera per imparare a prendersi cura della propria vita finanziaria

Prendersi cura della propria vita finanziaria è fondamentale per poter vivere più serenamente, senza farsi angosciare dai rischi e con più risorse per affrontare il futuro. C’è chi pensa però che dedicarsi in autonomia al proprio “financial fitness”, senza l’aiuto di un consulente autorizzato, sia troppo difficile o addirittura impossibile.

Il giornalista Marco Liera, fondatore di YouInvest, la scuola per investire, è invece convinto del contrario: fare pianificazione finanziaria da soli è possibile e può essere anche stimolante, a patto di sapere come fare. Una serie di indicazioni utili per imparare a gestire consapevolmente le proprie finanze è contenuta nel suo libro “Finanza personale. Le 10 decisioni chiave per pianificare le finanze di famiglia senza contare sull’aiuto dello Stato” (190 pagine, 19 euro, Gruppo 24Ore, 2010). In questa intervista spiega a Yahoo! Finanza perché è semplice occuparsi della gestione delle proprie finanze e mette in guardia dai luoghi comuni più diffusi tra chi vuole investire ma non sa bene come farlo.  

Liera, perché bisogna prendersi cura della propria vita finanziaria?
“E’ importante per vivere meglio: è una parte molto importante della nostra vita, strettamente legata a tutti gli altri aspetti”.

L’informazione sui modi per risparmiare e investire non manca. Ma spesso si ritiene che prendersi cura delle proprie finanze sia un’attività particolarmente complicata: dedicarsi al proprio “financial fitness” può essere semplice?
“Certamente sì. Per decidere consapevolmente sulle proprie finanze significa prima di tutto trascurare un’ampia gamma di informazioni finanziarie che ci vengono servite sui media. Perché non servono, anzi se possibile, possono peggiorare le nostre scelte”.

Per quale motivo?
“L’aumento dell’informazione crea confusione, ‘noise’. La nostra mente ha bisogno di concentrarsi su poche informazioni rilevanti, che hanno più a che fare con noi stessi che con i mercati finanziari. Lo prova anche un esperimento fatto sull’acquisto di un’automobile. A un gruppo diedero quattro informazioni per ogni macchina: nel 70% dei casi gli acquirenti hanno scelto la migliore auto in termini di tempi e prestazioni. All’altro gruppo fornirono 16 informazioni per vettura: la percentuale di scelta dell’auto migliore è scesa al di sotto del 50%”.

Da dove bisogna partire nel concreto per pianificare la propria vita finanziaria?

"Dal conoscere meglio se stessi, la propria capacità di tollerare le perdite, la propria attitudine a rischiare e a separare le varie categorie di rischio”.

Ci si ascolta, si identificano i propri bisogni e poi?
“Poi bisogna scegliere se affidarsi a un consulente autorizzato, strada che è opportuna e inevitabile per il 95% degli italiani che si disinteressano tendenzialmente della cura dei propri soldi, oppure fare come quel 5% che dedica tempo alla cura dei propri risparmi e può farla da solo. Lo ripeto, dato che le informazioni di cui si hanno bisogno sono poche non è sbagliato decidere da soli ma bisogna avere caratteristiche particolari: la conoscenza di se stessi appunto e una certa disciplina nell’interessarsi alle poche informazioni rilevanti”.

Quali sono le informazioni che bisogna conoscere?
“Intanto, la differenza nel funzionamento tra investimenti azionari e obbligazionari. Poi bisogna capire bene che non si deve puntare ai rendimenti senza interrogarsi prima sui rischi. E’ la disciplina nell’informarsi che induce a circoscrivere l’area di comfort all’interno della quale ci si può muovere in fatto di investimenti. Un’area che contiene strumenti finanziari che minimizzano i rischi ed espongono a bassi costi informativi e psicologici: conti deposito, risparmio postale e così via. Più si riesce a rimanere nel perimetro tanto più si riesce a gestire tutta la propria vita finanziaria facilmente. Altrimenti, per uscire da questo perimetro serve un surplus di conoscenze. Oppure bisogna attivare un consulente”.

Le aree del welfare statale si stanno progressivamente restringendo: fino a che punto bisogna indirizzare i propri risparmi su ambiti tradizionalmente coperti dal pubblico come la sanità, l’istruzione e la previdenza?
“Prendere consapevolezza dei propri risparmi significa avere una visione realistica di ciò che lo Stato darà in termini di sanità e pensioni future. Pensare a coperture integrative magari non è cosi necessario nell’ambito della sanità (in Italia è ancora decente in media) ma è sempre piu necessario a livello pensionistico. E poi è necessario avere una copertura seria su caso morte e invalidità permanente. E’ assolutamente prioritario rispetto ad altri modi di investire i propri risparmi. Perche la più grande ricchezza non è quella finanziaria o quella immobiliare ma il capitale umano, la capacità reddituale: se non l’assicuriamo abbiamo fatto una pessima pianificazione”.


Quali sono gli errori più comuni di chi comincia a risparmiare senza cognizione di causa?
“Tendenzialmente si trascura proprio la parte assicurativa. E’ stato anche studiato il perché: la difficoltà a confrontarsi con ipotesi non piacevoli. Poi esiste anche una distorsione cognitiva secondo cui accumulare i risparmi equivalga anche ad autoassicurarsi: l’autoassicurazione però è fortemente inefficiente dal punto di vista finanziario. Si deve sempre riservare una quota, anche piccola, per coprirsi da eventi rari a grande impatto”.

L’orizzonte della famiglia è cambiato: meno matrimoni, più divorzi, più single, più famiglie alternative. Come tenerne conto nella pianificazione finanziaria?
“I cambiamenti nella famiglia sono molto importanti: separazioni e divorzi rappresentano, in modo strisciante, le maggiori fonti di perdite, dal punto di vista economico, della nostra civiltà. Separazioni e divorzi sono lussi, dal punto di vista dei danni: è roba da ricchi. Perciò, sono rischi che bisogna fronteggiare, anche perché nessuna compagnia di assicurazione coprirebbe contro i danni da divorzio”.

La soluzione quindi qual è?
“Una ricetta precisa non c’è. Sicuramente costruire un rapporto che sia chiaro sotto il profilo patrimoniale può aiutare molto. Si dovrebbero definire bene le proprie aree di competenza economica. Senza il bisogno di stipulare accordi, anche perché quelli prematrimoniali in Italia non sono contemplati. E poi non ci si deve vergognare, in famiglia, di parlare di soldi. Se la famiglia è cambiata, così dovrebbe cambiare la cultura riguardo al discutere di temi economici in casa. Si devono coinvolgere i figli, anche per evitare che contino troppo sul patrimonio dei genitori. E pianificare e condividere ogni scelta, concessione (ai figli) e trasferimenti di denaro.

Gli italiani sono un popolo che vedono nella casa un investimento prioritario e sicuro. Eppure tra Imu e recessione il numero di famiglie che riesce a realizzare il sogno di acquistarne una si restringe. Quali possono essere considerati oggi gli investimenti “sicuri”, posto che nessun investimento lo è del tutto?
“Mi limito a questa semplice risposta: gli investimenti che presentano meno rischi di altri. Meglio non parlare di investimenti sicuri: non esistevano neanche venti o trenta anni fa. Una cosa è positiva: è migliorata la percezione della rischiosità di alcuni investimenti. Per esempio, un numero crescente di persone si accorge dei rischi degli investimenti immobiliari”.

Quali?
“L’immobile ha avuto una percezione positiva per via delle distorsioni cognitive e perché ci sono sempre state poche quotazioni in tempo reale sugli immobili, a differenza di quanto avviene in borsa. Non si vede, quindi, l’oscillazione del valore. E’ il motivo per cui investimenti del genere hanno offerto rendimenti interessanti anche al netto dell’inflazione. Ora la percezione si sta modificando per le oggettive difficolta nelle compravendite immobiliari. Negli affitti aumenta la morosità. Altri rischi sono quelli di manutenzione straordinaria, di degrado della zona in cui si trova l’immobile. L’Imu è stato una grossa botta ma ha contribuito a migliorare la percezione della rischiosità di questi investimenti”.