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Perché il calcio italiano ha conquistato gli asiatici

Perché il calcio italiano ha conquistato gli asiatici

Prima l'Inter, adesso il Milan e forse presto anche altri. I club di calcio della Serie A sono finiti nel mirino dei Paperoni made in Asia. Sarà la svolta per quei club che negli ultimi tempi hanno perso competitività? Proviamo a capirlo mettendo in fila alcuni elementi.

Milan in bilico
Per mesi il Milan è parso a un passo dalla cessione a una cordata asiatica rappresentata dal broker thailandese Bee Taechaubol. Dal club rossonero si ostentava ottimismo in merito all'andamento delle trattative, con un'ipotesi di valorizzazione per il club rossonero intorno al miliaro di euro. Una somma apparsa subito eccessiva agli analisti indipendenti, dato che quel valore è vicino a un club come il Bayern Monaco, farcito di campioni e con uno stadio di proprietà. A conti fatti, la figura di Mr.Bee si è eclissata e ora è la volta di una nuova coordata, dai confini non ancora definiti, rappresentata
dall'intermediario Salvatore Galatioto, che si è occupa di operazioni legate all’acquisizione o alla vendita di franchigie americane. In questo caso si discute sulla base di una valorizzazione non superiore ai 600-650 milioni, elevata, ma sicuramente più credibile del passato. La sensazione è che, se le parti si verranno incontro, si potrà arrivare alla firma nell'arco di poche settimane.

Inter da un asiatico all'altro
L'Inter è già di proprietà asiatica, considerato che Erick Thohir, che ha rilevato la maggioranza tre anni fa da Massimo Moratti, è indonesiano. Tuttavia sembra già sul punto di passare la mano e all'orizzonte si profila il Suning Commerce, un gruppo cinese dai fatturati miliardari, già presenti nel calcio con il club cinese del Jiangsu. Voci di mercato ipotizzano un ingresso nel capitale nell'ordine del 20% subito, per poi salire subito.

Quale futuro?
L'interesse di investitori stranieri per i club italiani di calcio non può che essere accolto positivamente. E' il segnale che, nonostante il declino del nostro campionato, l'appeal sui mercati internazionali resta comunque elevato. A maggior ragione se si considera che molti dei club tricolore, a cominciare proprio dai due milanesi, hanno una forta esposizione debitoria.
Detto questo, la svolta positiva non pu essere data per scontata. L'esperienza di Thohir in questi anni è indicativa: il magnate indonesiano ha investito meno di 100 milioni di euro, riducendo solo in piccola parte il debito e puntando più sui prestiti dei calciatori, che sull'acquisto dei cartellini. In cambio ha ricavato una grande visibilità a queste latitudini. Resta da capire se i nuovi, potenziali investitori saranno disposti a fare di più sul fronte dei sacrifici economici.