Peronospora e temporali di maggio devastano produzione vinicola italiana
di Romolo Tosiani e Federica Urso
SAN PAOLO DI CIVITATE, Foggia (Reuters) - Con l'arrivo dell'autunno e l'inizio della vendemmia, i viticoltori si preparano ad assistere a un forte calo della produzione legato alla diffusione di un fungo che ha danneggiato le viti e prospera grazie all'alternanza di siccità e piogge torrenziali primaverili.
In molte regioni italiane il fungo Plasmopara viticola, che provoca una malattia chiamata peronospora, ha distrutto le viti e comporterà una perdita del 12% della produzione a livello nazionale rispetto allo scorso anno, secondo le associazioni vinicole Uiv e Assoenologi e l'Ismea, l'istituto per il mercato agricolo alimentare.
L'Italia è destinata a perdere la posizione di maggior produttore di vino al mondo a favore della Francia, che aveva ceduto il primato nove anni fa.
Individuato per la prima volta nel continente americano circa 190 anni fa, il fungo prospera in condizioni di caldo e umidità, frequenti quest'anno in Italia a causa delle alte temperature insolite e dei forti acquazzoni nel mese di maggio, periodo in cui si forma l'uva.
Le regioni più colpite sono state quelle lungo la costa adriatica: l'Abruzzo, luogo d'origine del Montepulciano d'Abruzzo, e il Molise hanno perso rispettivamente il 40% e il 45% della produzione. Più a sud, la Puglia, con il suo rosso Primitivo, ha subito un calo del 25%.
Paolo Niro, viticoltore che coltiva 14 ettari di vigneti nel paese di San Paolo di Civitate, in Puglia, ha perso l'intero raccolto.
"All'inizio di maggio ci siamo resi conto che non ci sarebbe stato alcun raccolto, noi coltiviamo in modo biologico e per primi abbiamo subito l'impatto del fungo", ha detto a Reuters.
Secondo le associazioni vinicole e l'Ismea, quest'anno la produzione italiana dovrebbe scendere sotto i 44 milioni di ettolitri, rispetto ai 50 milioni dell'anno scorso.
Un ettolitro equivale a 100 litri, ovvero 133 bottiglie di vino standard.
La produzione di vino in Francia dovrebbe calare del 2% quest'anno, scendendo a poco meno di 45 milioni di ettolitri, con grandi differenze tra le diverse regioni dato che alcuni vigneti sono stati gravemente colpiti da malattie fungine, mentre il bel tempo in altre aree ha aumentato la produzione potenziale, secondo quanto riferito la settimana scorsa dal ministero dell'Agricoltura francese.
A FARNE LE SPESE IL SUD
La Plasmopara viticola, che infesta sia le foglie che i grappoli della vite, è generalmente sempre stata più diffusa nelle regioni piovose del Nord Italia. Quest'anno, tuttavia, il settentrione ne è uscito quasi indenne, perdendo solo lo 0,8% della produzione.
Centro e sud, invece, sono stati duramente colpiti da prolungati periodi di siccità intervallati da piogge intense, soprattutto nel mese di maggio, che hanno danneggiato le colture e le infrastrutture agricole, favorendo la diffusione della peronospora.
"Le piante sono più vulnerabili durante le fasi di prefioritura, fioritura e inizio fruttificazione", ha detto Andrea Luvisi, professore di fitopatologia all'Università del Salento.
Grazie alle forti piogge e all'umidità, il fungo è riuscito ad attaccare le viti nei periodi in cui sono più vulnerabili, ha aggiunto.
Il mese scorso il governo italiano ha stanziato la modesta cifra di 1 milione di euro per aiutare i produttori di uva penalizzati dalla peronospora. L'agricoltore foggiano Niro, che impiega 25 dipendenti, ha detto che, lui soltanto, si aspetta una perdita di ricavi per 110.000 euro.
Fazil Dusunceli, funzionario per l'agricoltura della Fao, con sede a Roma, ha affermato che il riscaldamento globale causerà eventi climatici estremi più frequenti che minacciano i vigneti, e che sono necessari piani di emergenza.
Secondo l'European Severe Weather Database (Eswd), quest'anno l'Italia ha già registrato 2.664 eventi estremi, tra cui piogge intense e abbondanti grandinate, contro i 3.192 dell'intero 2022 e gli appena 787 registrati 10 anni fa.
Dusunceli ha chiesto maggiori investimenti in nuovi ceppi di uva resistenti alle malattie, dicendosi certo che l'attacco di Plasmopara di quest'anno "costringerà molti agricoltori a considerare altre varietà".
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Gianluca Semeraro)