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Il petrolio sostiene i titoli oil: i buy segnalati dai broker

La seduta odierna prosegue senza infamia e senza lode per il petrolio che dopo aver archiviato la giornata di ieri con un progresso di poco inferiore al mezzo punto percentuale, si mantiene a ridosso dei 64 dollari. Le quotazioni stazionano a poca distanza dai massimi degli ultimi tre anni e prevale un clima di attesa in vista del report sulle scorte strategiche Usa che sarà diffuso nel pomeriggio.
Intanto il lieve rialzo registrato ieri dall'oro nero sostiene i titoli del settore oil a Piazza Affari, con Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) e Saipem (Londra: 0NWY.L - notizie) in ascesa rispettivamente dell'1,51% e dello 0,88, mentre è più cauto ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) che si accontenta di un progresso dello 0,74%.

Le indicazioni delle banche d'affari su ENI

Nelle ultime giornate i protagonisti del comparto sono finiti sotto la lente delle banche d'affari, a partire da ENI che proprio questa mattina si è guadagnato una promozione da Kepler Cheuvreux. Gli analisti di quest'ultimo hanno migliorato il giudizio sul titolo da "hold" a "buy", con un prezzo obiettivo rivisto da 14,5 a 16 euro.

Per il broker è tempo di un recupero per ENI dopo la sottoperformance registrata nel 2017 rispetto ai competitors. Kepler Cheuvreux ha deciso di rivedere al rialzo le stime sull'utile per azione, migliorate del 17,2% per il 2017 e del 21% per l'anno in corso.

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A puntare su ENI (Euronext: ENI.NX - notizie) è anche Banca IMI che ieri ha rinnovato l'invito ad acquistare con un target price a 17,5 euro. Più cauta invece la view di Deutsche Bank (IOB: 0H7D.IL - notizie) che consiglia di mantenere il titolo in portafoglio, con un fair value migliorato da 14,5 a 15,5 euro, per tenere conto di stime più elevate sui flussi di cassa.

Negativa invece la strategia di Morgan Stanley (Xetra: 885836 - notizie) visto che secondo gli analisti ENI è da sottopesare in portafoglio, con un fair value a 14,6 euro, valore che si colloca poco più in basso dei prezzi correnti di Borsa.
La banca americana ha messo mano alle stime riferite al periodo 2017-2020. Per il 2017 le previsioni sull'utile per azione sono state ridotte del 7% da 0,61 a 0,5 euro, mentre per il 2018 la stima è confermata a 0,66 euro, con una riduzione da 0,66 a 0,64 euro per il 2019, mentre con riferimento al 2018 la previsione sull'eps è stata ritoccata leggermente da 0,61 a 0,62 euro.

Cautela su Saipem

Saipem invece richiede un approccio prudente visto che secondo Barclays (Swiss: BARC.SW - notizie) è da sottopesare con un prezzo obiettivo a 4 euro. Il broker ritiene che il gruppo abbia realizzato progressi sul fronte della riduzione del rischio di bilancio, ma è altresì convinto che ci sia ancora molto lavoro da fare.

Meno severo il giudizio di Bernstein che nei giorni scorsi ha promosso Saipem con un cambio di strategia da "underperform" a "market perform" e un target price ritoccato da 3,1 a 3,5 euro.
La revisione del rating è da ricondurre alla sottoperformance registrata dal titolo negli ultimi anni e gli analisti spiegano che ora gli investitori hanno aspettative più basse su Saipem e una maggiore consapevolezza delle sfide da affrontare.

Contrastati i giudizi su Tenaris

Contrastati invece i giudizi su Tenaris che secondo Bernstein ha le carte in regola per sovraperformare il mercato, con un fair value a 19 euro. Gli analisti ritengono che ci siano diversi catalizzatori per un re-rating nel 2018, citando gli eccessi timori sul fronte del margine lordo, la possibilità di un raddoppio dell'Ebitda 2017 entro il 2019 e l'attesa di un forte recupero sul fronte della cassa.

Meno entusiastica la view di Credit Suisse (IOB: 0QP5.IL - notizie) che però nei giorni scorsi ha riservato un upgrade a Tenaris, con un cambio di rating da "underperform" a "neutral" e un fair value alzato da 13 a 15. Entrambe le mosse sono da ricondurre al recupero dei prezzi del petrolio che ha portato la banca elvetica ad incrementare le stime sull'utile di Tenaris.

Alla larga da Saras per ora

Spostando lo sguardo sui titoli a minore capitalizzazione, serve estrema cautela per Saras che nei giorni scorsi è visto ribadire la raccomandazione "underweight" da parte di Barclays (Londra: BARC.L - notizie) . Gli analisti considerano costoso il titolo, segnalando che i margini di raffinazione stanno calando per via del rialzo del petrolio.

Una bocciatura è arrivata da Societè Generale che ha cambiato la sua strategia su Saras da "hold" a "sell", con un prezzo obiettivo a 1,8 euro. Anche per gli analisti di questa banca d'affari il titolo è decisamente caro, ma ciò non ha impedito di rivedere al rialzo le stime sull'utile per azione che passano da 0,18 a 0,23 euro per il 2017. Tagliate invece le previsioni sul 2018 da 0,13 a 0,1 euro e quelle riferite al 2019 da 0,15 a 0,12 euro.

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