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Piazza Affari: attesi nuovi sviluppi rialzisti. I livelli chiave

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista realizzata ad Antonello Marceddu, trader di Tag Group, al quale abbiamo rivolto alcune domande sui principali indici azionari, con una particolare attenzione rivolta a Piazza Affari.

Nell'ultima intervista aveva parlato di un possibile rimbalzo del Ftse Mib verso i 19.200 punti che di fatto c'è stato, senza che tale livello sia stato superato per ora. Si aspetta ulteriori progressi nel breve?

Partiamo dal presupposto che c'è una correlazione tra tutti gli indici azionari e visto l'andamento degli altri mercati, per il momento non dovremmo avere grossi danni per il Ftse Mib. Il Dax30 e l'S&P500 continuano a mostrare una buona intonazione e anche se nell'intraday assistiamo a qualche movimento repentino che riporta verso il basso le quotazioni, fino a quando il nostro indice si manterrà al di sopra dei 19.000 punti non vi è alcun timore a mio avviso.

Il famoso gap del 27 gennaio scorso tra i 19.330 e i 19.150 punti, di cui abbiamo parlato più volte nelle interviste precedenti, è stato chiuso ufficialmente ieri. Per me però la chiusura del gap è la chiusura del corpo e non il fatto che i prezzi siano andati semplicemente su quel livello, per cui a mio avviso non è stato ancora chiuso.
In attesa di un ulteriore sviluppo rialzista segnaliamo un prossimo obiettivo a 19.500 punti di Ftse Mib, oltre i quali si guarderà all'area dei 19.750.

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La mia view resta positiva su Piazza Affari anche perchè nelle ultime sedute c'è stata una fase più o meno laterale con uno sviluppo rialzista tentato nelle ultime due sedute ma non andata del tutto a buon fine specie ieri.
L'idea è che fino a quando i corsi si manterranno al di sopra dei 19.000 punti, sarà lecito attendersi una prosecuzione al rialzo del Ftse Mib nel breve.

Il dollaro ha recuperato terreno nei confronti dello yen, pur non riuscendo a mantenersi al di sopra di quota 114. Si aspetta ulteriori progressi nel breve?

Indubbiamente in questo momento stiamo vedendo una forza da parte del dollaro nei confronti dello yen, spingendo al contempo al ribasso l'euro. Le due coppie di valute, dollaro-yen ed euro-dollaro, sono correlata negativamente e non è escluso che per il dollaro-yen si possa vedere un primo livello a quota 116 e non escluderei una prosecuzione in direzione di area 118.

Ciò si rifletterà in un indebolimento dell'euro che potrebbe scendere sui minimi in area 103 vista la forza rialzista di nuovo presente sul dollaro.
Un allungo del dollaro-yen al di sopra di area 115 renderà probabile un'ulteriore spinta al rialzo che non sarebbe azzardato ipotizzare.

Un'evoluzione di questo tipo dovrebbe favorire le Borse, perchè sappiamo bene che il dollaro-yen è correlato positivamente con l'azionario. Quando le correlazioni sono puntuali e precise abbiamo la prova del fatto che il mercato è in salute e questo riduce i rischi di assistere a scivolamenti.

Il petrolio continua a viaggiare sui recenti massimi ma al momento non è stato in grado di posizionarsi stabilmente al di sopra dei 54 dollari al barile. Quali sono le sue attese per le prossime giornate?

Il petrolio sta attendendo notizie dall'economia, come già evidenziato più volte, visto che ho sempre sostenuto la teoria secondo cui l'oro nero sia il principale indicatore della salute o meno dell'economia.
Le quotazioni del greggio sono in consolidamento laterale tra i 54 e i 52 dollari al barile, segnalando un supporto mensile a 51,2 dollari. Fino a quando il petrolio rimarrà inserito in un questo range non destra particolare preoccupazione.

Non so sinceramente se l'oro nero abbia voglia di superare i 54 dollari al barile, salvo spinte speculative. Per il momento non mi attendo particolari sviluppi, fermo restando che l'orientamento del mercato tende ad una possibile prosecuzione rialzista.

Non è da escludere pertanto la violazione dei 54 dollari al barile con target successivo a 56 dollari. Per ora il quadro macro non è così definito da favorire nuovi rialzi del petrolio, visto che non ci si può basare solo sulle indicazioni che arrivano dall'America dove l'inflazione inizia a galoppare. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) resto del mondo infatti la situazione è diversa, senza dimenticare che la forza del dollaro non fa certo bene al petrolio.

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