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Piazza Affari cala, ma ENI resiste. Broker bullish dopo i conti

Dopo quattro giornate consecutive al rialzo, a Piazza Affari si riaffaccia il segno meno e così il Ftse Mib accusa una flessione dell'1,02%, riportandosi in area 21.400. Tra le blue chips che riescono ad evitare le vendite troviamo ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) che, dopo aver chiuso la sessione di ieri con un calo dello 0,3%, ha avviato gli scambi al di sotto della parità, ma in seguito ha tentato un recupero che lo ha portato a segnare un massimo intraday a 13,34 euro, con un vantaggio di quasi un punto percentuale.

In seguito ENI si è mosso a passo di gambero, complice l'arretramento di Piazza Affari, presentandosi negli ultimi minuti a 13,23 euro, con un frazionale rialzo dello 0,08% e circa 5,5 milioni di azioni transitate sul mercato fino ad ora, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 14,5 milioni di pezzi.

I risultati del primo semestre

ENI riesce a fronteggiare le vendite dopo la diffusione dei risultati del primo semestre, archiviato dal gruppo con un utile netto pari a 983 milioni di euro, in netto recupero rispetto alla perdita di 829 milioni registrata nello stesso periodo dello scorso anno.
L'utile adjusted si è attestato a 1,2 miliardi di euro, contro il rosso di 315 milioni del 2016, mentre l'utile operativo adjusted ha segnato un deciso balzo in avanti da 771 milioni a 2,8 miliardi di euro.

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I ricavi sono aumentati del 26,9% a 33,69 miliardi di euro, mentre la produzione di idrocarburi è salita da 1,734 a 1,783 miliardi di euro. L'indebitamento finanziario netto alla fine del primo semestre si attesta a 15,47 miliardi di euro, rispetto ai 14,78 miliardi della fine del 2016.

I numeri del secondo trimestre: confermati i target 2017

Con riferimento al secondo trimestre, l'utile netto si è attestato a 0,46 miliardi di euro rispetto al rosso di 317 milioni dello stesso periodo del 2016, mentre l'utile operativo adjusted è quadruplicato raggiungendo quota 1,02 miliardi di euro.

Da segnalare che è stata confermata la proposta di distribuire un acconto sul dividendo 2018, relativo all'esercizio in corso, pari a 0,4 euro per azione. Il management di ENI ha inoltre reiterato i target per l'intero 2017, confermando l'obiettivo di produzione di 1,84 milioni di barili equivalenti al giorno grazie agli avvii di nuovi progetti e all'incremento della produzione dei giacimenti avviati nel 2016.

Ribadito anche l'obiettivo di riduzione dei capex del 18% rispetto al 2016, al netto dei rimborsi connessi alle dismissioni e agli anticipi da parte dei partner di Stato nel progetto Zohr in Egitto.
L'indebitamento a fine 2017 è previsto in netta riduzione rispetto allo scorso anno grazie anche al perfezionamento di operazioni di portafoglio, tra cui in particolare la cessione del Mozambico.

Le reazioni delle banche d'affari e i giudizi sul titolo

Positiva l'accoglienza riservata dalle banche d'affari ai conti diffusi da ENI che per Equita SIm sono stati migliori delle attese. Gli analisti credono che i risultati abbiano risvolti positivi per il titolo, segnalando che le indicazioni superiori alle stime hanno riguardato soprattutto la componente di generazione di cassa.
Alla luce di ciò la SIM milanese mantiene una view bullish su ENI con una raccomandazione "buy" e un prezzo obiettivo a 16 euro.

Un invito all'acquisto giunge anche da Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) che conferma il target price a 17 euro sulla scia della forte trimestrale, evidenziando che l'utile netto adjusted ha battuto nettamente le previsioni del consenso.

Gli analisti di Bernstein su ENI quest'oggi hanno ribadito il rating "outperform", con un fair value a 15 euro dopo la diffusione dei numeri del secondo trimestre. Il broker ritiene che il titolo sia da tenere in portafoglio nel lungo periodo per via della crescita dei volumi ai massimi del settore di riferimento, senza dimenticare la generazione di cassa e la bassa valutazione di ENI.

La stessa raccomandazione "outperform" viene confermata da Mediobanca Securities che ha un prezzo obiettivo a 20 euro. Gli analisti affermano che l'utile netto del gruppo ha battuto le stime, aggiungendo che la generazione di cassa è rimasta forte malgrado i bassi prezzi del petrolio.

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