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Piazza Affari: cosa accadrà dopo il 4 marzo? I titoli da seguire

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all'indirizzo email: f.bsuperguru@yahoo.it.

La settimana in corso sarà l'ultima a precedere il voto in Italia del 4 marzo. In vista di tale evento quali movimenti si aspetta a Piazza Affari nelle prossime sedute?

Beh, qui non bisogna certo essere esperti di politica italiana, quasi impossibile da decifrare, anche se apparentemente sempre uguale e scrutabile con estrema facilità.
Questo paradosso del "tutto muta niente cambia", ci porta dritti dritti ad un classico inciucio da prima Repubblica, con un sempre più basso astensionismo, che proviene da una politica sempre più corrotta , con un aperitivo di campagna elettorale degna dei più mestieranti artisti circensi.

All'estero infatti non commentano neanche più la folkloristica campagna elettorale, ma badano al sodo, cioè agli ultimi veri gioielli che abbiamo ancora nel settore food, moda e made in Italy, scippandoci pure aziende come Ntv Italo o prestigiosi enti come EMA, senza colpo ferire e senza che le forze politiche, tutte prese dai consensi pre-elettorali, intervengano.

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Purtroppo, a prescindere da quello che sarà il risultato delle urne, la reazione a Piazza Affari potrà essere limitata, in un senso o nell'altro, di breve durata, e tutto tornerà come prima.

Telecom Italia (Amsterdam: TI6.AS - notizie) sta provando a risalire la china, ma qualche spunto positivo è stato offerto anche da STM (Shenzhen: 000892.SZ - notizie) . Qual è la sua view su questi due titoli?

Noi preferiamo, da sempre, puntare su Telecom Italia e in particolare sulle azioni di risparmio, per motivi di cedola e per la potenzialità ancora inespressa. A ciò si aggiungano le vicissitudini e gli avvicendamenti avuti negli ultimi anni, che paiono finalmente arrivati ad una svolta, in un risiko che porterà degli indubbi vantaggi.

Per STM dobbiamo seguire sempre il cross euro-dollaro e le buone performances dei titoli tecnologici americani. Il titolo a mio avviso è un po' rischioso e complicato da gestire, con più variabili da considerare, altrettanto rischiose, anche per gli specialists.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) settore del risparmio gestito a Piazza Affari, quali sono i titoli che a suo avviso offrono configurazioni grafiche interessanti?

Nel risparmio gestito accordiamo la nostra preferenza a FinecoBank (MDD: FBK.MDD - notizie) che, tranne due pause subito dopo il collocamento e l'anno successivo, è sempre salito fino a raddoppiare il suo valore oltre i 10 euro di questo inizio anno.
Il titolo ha fatto registrare minimi e massimi sempre più alti, con risultati societari negli ultimi tre anni sempre in costante crescita. Se le quotazioij dovessero ritornare sui 9/9,20 euro, FinecoBank sarà da ricomprare per il medio-lungo termine.

Nel comparto industriale come valuta l'attuale impostazione di Leonardo e Prysmian (EUREX: 3056144.EX - notizie) ? Cosa si aspetta nel breve per questi due titoli?

Per Leonardo a breve termine non ci aspettiamo grandi cose, rimandate al 2019 o meglio al 2020, ma un tracheggiamento senza infamia e senza lode fra 8,5 e 9,5 euro. Per il breve-medio termine, diciamo fine 2018, possibile un avvicinamento di area 9,5/10 euro.

Per Prysmian, un normale range fra i massimi di 29,50 ed i minimi di 25,50 euro, nulla di più. Il titolo è ottimo per fare trading, anche con coperture in opzioni.

Il petrolio sta portando avanti un deciso recupero dai minimi registrati nella prima metà di febbraio. Il rialzo in atto è destinato a proseguire?

Per il WTI, quello che noi monitorano da sempre, molto più reattivo e volatile e gestibile con più strumenti, oltre ad essere più liquido, in caso di rottura dei 64 dollari al barile, confermati in chiusura, vedremo un attacco ai 66,50 dollari e poi ai 68,50 dollari, dove forti correnti di vendita lo indebolirebbero immediatamente.

Tutto ciò stante il cross euro-dollaro su questi livelli a 1,23: se infatti il cambio, come pensiamo, dovesse scendere a testare area 1,21 prima e successivamente 1,18, allora vedremo il petrolio ripiombare come minimo sotto i 60 dollari al barile.

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