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Piazza Affari ko con incertezze su politica interna ed estera

La prima seduta della nuova settimana si è colorata di rosso per le principali Borse mondiali, ma ad accusare il colpo più pesante è stata Piazza Affari che ha perso terreno per la terza seduta consecutiva, quest'oggi con un ribasso ben più forte rispetto a quello delle due sessioni precedenti.

L'indice Ftse Mib si è fermato ad una manciata di punti dai minimi intraday a quota 18.759 punti, con un affondo del 2,95%, confermando così la negativa intonazione mostrata nel corso della mattinata.
Nella prima parte della seduta il mercato è riuscito in qualche modo a contenere i cali, salvo poi accelerare progressivamente al ribasso nel pomeriggio, sulla scia dei segnali negativi arrivati da Wall Street dove i tre indici principali proseguono in rosso.

Gli investitori in generale hanno preferito vendere oggi dopo le ultime decisioni prese dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di vietare l'ingresso nel Paese da lui guidato ai cittadini di 7 Paesi di matrice musulmana. Una mossa che ha seminato non poca incertezza sulle conseguenze politiche e non che la stessa potrebbe avere.

Ad appesantire ulteriormente il sentiment a Piazza Affari hanno contribuito i timori legati al rischio di elezioni anticipate dopo il responso della Corte Costituzionale sull'Italicum.
Tanto è bastato per spingere ancora più in alto lo spread BTP-Bund, salito oltre quota 185 punti base, con inevitabili riflessi negativi sull'azionario e in particolare sul settore finanziario.

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Non a caso le flessioni più ampie si registrano proprio in questo comparto, con Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) che ha lasciato sul parterre quasi il 7%, complice la bocciatura di Banca Akros che ha ridotto la raccomandazione sul titolo da "buy" ad "accumulate" con un prezzo obiettivo invariato a 4,3 euro.

Sotto pressione anche Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) che ha accusato un ribasso del 5,45% ad una settimana dall'avvio dell'aumento di capitale. Oggi dovrebbe essersi riunito il Cda della banca in via straordinaria per l'esame preliminare dei conti del 2016.

Pesante anche il bilancio di Bper Banca che ha ceduto il 4,81% malgrado Kepler Cheuvreux abbia reiterato il rating "buy" con un target price alzato da 4,4 a 6 euro.
Si sono difesi leggermente meglio gli altri protagonisti del comparto bancario con Banco Bpm in arretramento del 3,95%, seguito da Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) e Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) che hanno chiuso in rosso del 3,09% e del 2,68%.

Sotto schiaffo Saipem (Londra: 0NWY.L - notizie) che ha archiviato la giornata con un affondo del 6,72% sulla scia dell'arretramento dei prezzi del petrolio del downgrade di banca IMI (Londra: IMI.L - notizie) che ha tagliato la raccomandazione sul titolo da "hold" a "reduce", con un fair value che scende da 0,45 a 0,36 euro.
Male anche gli altri due protagonisti del settore oil con Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) ed ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) in ribasso del 4,93% e del 2,57%.

Le vendite hanno colpito anche Telecom Italia (Amsterdam: TI6.AS - notizie) che ha perso il 2,44% malgrado i giudizi positivi dei broker, in particolare di Mediobanca Securities e di Banca Akros in attesa dei dati preliminari del 2016 e dell'aggiornamento del piano strategico in agenda venerdì scorso.

Infine, tra le blue chips si è difesa meglio di tutte STM (Shenzhen: 000892.SZ - notizie) che ha limitato i danni ad un frazionale calo dello 0,4% beneficiando delle positive indicazioni arrivate da Bryan Garnier, i cui analisti hanno rivisto al rialzo il rating sul titolo da "neutral" a "buy", con un prezzo obiettivo alzato da 9,3 a 13,7 euro.

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