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Piazza Affari si riprende (0,12%). Splende Saipem

Piazza Affari inverte la rotta e dopo una mattinata in territorio negativo torna ad avere fiducia. Poco dopo le 13, infatti, il listino milanese supera, seppur di poco, la parità e ondeggia intorno al +0,12% sullo sfondo di un'Europa che invece continua a segnare rosso. Londra a -1,35%, il Dax a -1,15% e Parigi a -0,83%.

Il petrolio

Il rally del petrolio oggi si prende una pausa dopo la corsa dei giorni scorsi. A permettere lo stop, i verbali della Fed dai quali si evince un forte orientamento della maggior parte dei governatori verso un rialzo dei tassi di interesse già da giugno, o al più tardi luglio, grazie a dati macro sull’economia a stelle e strisce che, sebbene non entusiasmanti, sono stati interpretati come un segnale di possibile ripresa. Da qui la ripresa di un apprezzamento da parte del dollaro sia sull’euro che sulle altre valute ma con conseguenze, ovviamente anche sulle materie prime. Petrolio in primis dal momento che essendo il greggio valutato in dollari, un apprezzamento del biglietto verde corrisponde a un aumento dei costi per chi lo vuole comprare.

Alla base del rally dei giorni scorsi c’erano le difficoltà di approvvigionamento dettate dalla ripresa degli atti di sabotaggio contro le multinazionali in Nigeria, gli incendi che stanno minacciando il Canada nella zona dei pozzi petroliferi e le rivolte in Venezuela, nazione produttrice di greggio sull’orlo del caos.

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I motivi del ribasso

Dall’altra parte, invece, a favore dell’attuale ribasso, ci sono le scorte di greggio Usa le quali hanno visto un aumento di oltre 1,3 milioni di barili, dato inatteso, proprio perchè in parallelo si era registrato un calo della produzione di petrolio greggio a 8,8 milioni di barili al giorno contro i 9,6 precedenti.

Ma il ribasso è stato determinato anche da un altro elemento, l’Iran le cui esportazioni si stanno rivelando molto più ampie del previsto; immediatamente dopo la cancellazione delle sanzioni internazionali, la repubblica islamica aveva fatto sapere di non essere interessata a nessun taglio della produzione, anche perchè farlo avrebbe significato perdere la possibilità di riconquistare quote di mercato contro il suo più diretto concorrente, l’Arabia Saudita. Gli esperti, però, non avevano considerato che gli impianti, da loro ritenuti obsoleti e poco efficienti, avrebbero potuto essere rimpiazzati prima di quanto previsto o addirittura dimostrare una forza produttiva maggiore di quanto creduto.

Altre manovre, invece, si compiono sul settore petrolifero. Di (KSE: 003160.KS - notizie) oggi la notizia di una maxifusione tra la francese Technip (Londra: 0IEB.L - notizie) e l'americana FMC Technologies (NYSE: FTI - notizie) , fusione che permetterà la nascita di un colosso da oltre 11,6 miliardi di euro di capitalizzazione.

I particolari dell’operazione

Prima di tutto è bene specificare che si tratta di un’operazione tutta in carta cioè basata sullo scambio di azioni: ad un’azione di Technip equivarranno due azioni della nuova società chiamata TechnipFMC mentre per FMC Technologies lo scambio sarà di 1 a 1 ossia un’azione della nuva società per ogni azione FMC (NYSE: FMC - notizie) in portafoglio. La notizia, per quanto non influisca ovviamente sulle quotazioni del greggio, ha permesso, però, di far muovere le pedine tra i rappresentanti del settore oil&gas in tutta Europa. Per l’Italia a scaldare i motori è Saipem (Londra: 0NWY.L - notizie) che a Piazza Affari, intorno alle 13, scambiava a +1,95% andando controcorrente rispetto alla casa madre Eni (Londra: 0N9S.L - notizie) a -2,6% e a Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) con -2,7% penalizzate, appunto, dal vento ribassista che soffia sul greggio.

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