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Piazza Affari: le strategie dopo il tonfo. I titoli da scegliere

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista realizzata a Gabriele Cortigiani, esperto ricercatore dei mercati e autore del sito www.90trading.com .

Già a partire dalla scorsa settimana i mercati azionari hanno frenato il passo dopo la positività delle ottave precedenti. Quali sono i motivi alla base del calo e quali le sue previsioni nel breve?

I motivi alla base del calo dei prezzi si possono riassumere sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista macro. Tecnicamente, dopo che Wall Street ha toccato il suo nuovo massimo storico, penso proprio che siano scattate le cosiddette “prese di profitto” e, conseguentemente, l’offerta superiore alla domanda ha causato un calo delle quotazioni sui principali asset azionari come S&P500, DOW JONES, NASDAQ e DAX.

Secondo il mio punto di vista, almeno fino a quando non saranno rotti livelli strategici, l’attuale ribasso può essere interpretato come un ritracciamento, in virtù del fatto che l’intonazione di lungo termine è ancora positiva. Le aree di prezzo sensibili si possono tradurre in 2.230 per l’SP500, 19.600 per il Dow, 5.035 per il Nasdaq e 11.400 per il Dax.

Relativamente ai cosiddetti “motivi macro” credo che stia pesando la situazione bancaria a livello europeo, dove l’Italia sta giocando un ruolo determinante. Nelle ultime ore si sta parlando di una Bad Bank europea per gestire i crediti deteriorati (NPL) e questo ha provocato un rialzo dello spread che, conseguentemente, si è tradotto in ribasso sugli indici azionari. Purtroppo è ancora l’Italia ad ottenere la maglia nera, perché se guardiamo gli altri mercati la profondità del ribasso è, al momento, molto più contenuta.

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Nel breve mi attendo che i prezzi vadano ad attaccare le aree che abbiamo appena visto, se arriveremo a tali livelli si apre uno spartiacque: potrebbero riprendere gli acquisti, in virtù del trend di lungo termine ancora al rialzo, oppure, se tali livelli non dovessero “reggere”, è probabile che si vada ad attaccare il 23.6% di Fibonacci che si ottiene dai minimi di inizio 2016 ai massimi di oggi.

A Piazza Affari il Ftse Mib si è allontanato con decisione dai recenti massimi di periodo. Si aspetta ulteriori vendite nel breve? Quali i livelli da tenere d’occhio?

Purtroppo il forte ribasso di ieri ha rotto un livello tecnico di breve molto importante del Ftse Mib, cioè i 19.130 punti, area sulla quale erano nati buoni acquisiti da parte degli operatori. Il momento è importantissimo e già oggi potremmo capire se i prezzi possono continuare la strada verso il basso oppure riprendersi velocemente.

Per vedere allunghi (rialzisti) è importantissimo che non si sfondi 18.680, perché un’eventuale rottura ribassista aprirebbe la strada per i 17.980, che rappresenta il 38.2% di Fibonacci, ottenuto congiungendo il minimo di giugno 2016 con il massimo del 3 gennaio.

Ricordiamoci, comunque, di guardare il bicchiere sempre mezzo pieno e mezzo vuoto: anche se i recenti massimi di periodo sono piuttosto lontani dalle attuali quotazioni, teniamo presente che un’eventuale rottura di 19.812 pt. fornirebbe un ottimo impulso al nostro mercato, con primo target rialzista a 21.000 punti.

Sul mercato italiano i protagonisti del settore finanziario restano sotto la lente per diversi motivi. A quali consiglierebbe in particolare di guardare in questa fase?

Sul settore finanziario italiano i “rumors” continuano a farla da padrone e, come sappiamo, quando il mercato è facilmente manovrato dalle indiscrezioni conviene sicuramente adottare un approccio più conservativo e prudente. Il mio suggerimento è quindi di operare con “size” ridotte sui titoli di questo settore.
Fino ad oggi avevo più volte portato l’attenzione su un titolo in particolar modo, Mediobanca. In questa fase, però, ritengo che ci siano altre due società da tenere sotto osservazione. Mi sto riferendo ad UBI BANCA e AZIMUT.

In entrambi i casi possiamo notare una forza relativa nettamente superiore rispetto agli altri titoli dello stesso settore e, oltre a questo, sempre dal punto di vista tecnico, ci troviamo con un ADX sopra i 40 punti e con tendenza rialzista, che sta indicando un’ottima tonalità del trend di medio-breve periodo.

Per i motivi appena citati, quindi, terrei monitorato il livello 3,716 di Ubi Banca e 17,90 di Azimut. In caso di rottura rialzista scatterebbe, a mio avviso, un buon segnale “long”. Eviterei, invece, di acquistare “mentre scendono”, ma di seguire la tendenza rientrando alla ripresa del trend.

Ci sono dei titoli che sta seguendo con più interesse di altri in questa fase a Piazza Affari? Quali potrebbe offrire spunti interessanti?

Sì, alcune conformazioni interessanti si stanno formando proprio in queste ultime sedute. Ad esempio su Digital Bros si è venuto a formare un pattern sul quale opero frequentemente. Se i prezzi NON dovessero portarsi sopra il massimo di ieri un’eventuale rottura ribassista di 11,40 euro darebbe origine ad un buon segnale short.

A livello intermarket ci sono degli altri aspetti che vuole segnalarci in particolare?

In questo particolare momento storico, in cui abbiamo tassi di interesse pressoché sullo zero e con una prospettiva di rialzo nel breve periodo, ritengo che gli asset obbligazionari, soprattutto quelli a lunga scadenza, specialmente quelli superiori a 10-15 anni, potrebbero avere un calo dei prezzi.

L’equazione è molto semplice: tassi in aumento, prezzi delle obbligazioni in diminuzione, e tassi in diminuzione, prezzi delle obbligazioni in aumento. Conseguentemente, rispettando questo filo logico, potrebbe essere interessante, in vista di un rialzo dei tassi di interesse, assumere posizione ribassista ad esempio su ETF obbligazionari che potrebbero subire un calo dei prezzi.

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