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A Piazza Affari la view resta positiva: i titoli buoni e cattivi

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gianvito D’Angelo, trader professionista che coniuga analisi intraday e multiday su futures, azioni e forex. Chi volesse contattare Gianvito D’Angelo può scrivere all’indirizzo email: supergianvi@gmail.com , oppure richiedere la sua amicizia sul profilo pubblico Facebook: @gianvitodangelo

L’indice Ftse Mib è riuscito a superare la barriera in area 19.700/19.800 di cui parlava nell’ultima intervista e ce l’ha fatta malgrado l’S&P500 sia ancora sotto i 2.400 punti. Come è cambiato lo scenario del mercato e cosa si aspetta nel breve?

Da inizio mese l’indice Ftse Mib si trova al di sopra della trendline ribassista sui massimi discendenti e questo in assoluto ci dovrebbe far credere, a prescindere dalla discesa di una singola seduta, che il corso dei prezzi tenda a fare nuovi massimi, anche se ciò in alcuni giorni non accade.

C’è da dire che gli indici azionari americani nel complesso stanno andando bene, ma il Nasdaq Composite sta facendo ancora meglio del Dow Jones e dell’S&P500 che sono ancora in una fase correttiva.

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Sembra che il mercato non stia vendendo minimi, ma dobbiamo riconoscere che ad esempio l’S&P500 non sta segnando nuovi massimi.

Visto che il mercato italiano non così spesso realizza breakout dei massimi, sarà importante vedere come si comporta sotto precedenti minimi e quindi è chiaro che ora si può provare ad acquistare su questi minimi, con il grosso vantaggio di avere degli stop loss molto stretti.

Per il Ftse Mib attendiamo con ansia i 24.000 punti che si spera possa essere raggiunti in un tempo tutto sommato relativamente breve. L’unico aspetto che va un po’ a discapito di questa view è che quando il primo trimestre dell’anno è positivo, di solito il secondo non lo è.

Nel 2015 ad esempio con il QE della BCE il mercato è salito da gennaio-aprile, per poi scendere fino all’estate e anche oltre, registrando quindi un secondo trimestre negativo, esattamente il contrario di quanto avvenuto nel 2016.

L’augurio è che quest’anno non assomigli al 2015 e che in qualche modo Piazza Affari limiti i danni almeno nella prima parte del secondo trimestre. Ora si lavora sulle scadenze giugno e di solito a cavallo delle scadenze trimestrali ci sono meccanismi di aggiustamento che portano un po’ di instabilità alle quotazioni.

Se il Ftse Mib sarà in grado di uscire indenne da queste prime sedute post scadenze tecniche, si potranno limitare i danni nel secondo trimestre, sempre con un target confermato a 24.000.

L’indice è sopra la trendline ribassista sui massimi, per cui non potremmo non essere positivi sul nostro mercato, visto che la realtà dei prezzi ci sta dicendo che si sale e non che si scende.

Nel settore bancario quali indicazioni operative ci può fornire per Mediobanca e Ubi Banca?

Mediobanca si trova su un testa spalle rialzista perchè la violazione dei 7/7,1 euro ha innescato questa figura di inversione rialzista. Il target sarebbe nell’area intorno ai 10 euro, dove a metà 2015 si è disegnata la testa della figura ribassista e quindi l’idea è che piccoli cali del titolo debbano essere sfruttati per posizionarsi al rialzo in ottica di lungo periodo.

Il primo obiettivo per Mediobanca è dato dai massimi di gennaio in area 8,9/8,95 euro, dove il titolo ha registrato un bel ritracciamento, e poi più sopra l’area poco sotto i 10 euro.

Per Ubi Banca, in ottica di lungo periodo abbiamo un trend ribassista che sembra in qualche modo concluso. Il titolo ha consolidato l’area poco sotto i 2 euro e a dicembre scorso c’è stata una bellissima salita che ha portato da questo livello fino a quasi i 4 euro, con una forte volatilità in poco meno di due mesi.

Il ritracciamento che c’è stato tra gennaio e febbraio sembra essere concluso, perchè come il Ftse Mib, anche Ubi Banca si trova al di sopra della trendline discendente sui massimi.

Per il titolo abbiamo un primo target sui precedenti massimi a 3,68/3,7 euro e oltre questo livello si potrà guardare alla soglia dei 4,07/4,1 euro, corrispondente ai massimi del mese di marzo dello scorso anno.

Generali la scorsa settimana ha reagito bene ai conti del 2016. Valuterebbe un acquisto del titolo sui livelli correnti?

Anche Generali si trova poco al di sopra della trendline discendente sui massimi, per cui sembra essere finita la fase un po’ incerta del titolo che ha tenuto l’area dei 13,4 euro. Quello che lascia un po’ in dubbio è l’area intorno ai 14,7 euro che è stata venduta nel mese di dicembre e che quindi ha arrestato momentaneamente la salita.

Il mercato probabile sta ricordando quest’area di prezzo e Generali potrebbe aver bisogno di un piccolo ritracciamento prima di ripartire all’attacco dell’area stessa. In caso di superamento dei 14,7 euro avremo un target sui massimi di gennaio rappresentati dall’area intorno ai 15,8 euro.

Leonardo continua ad essere penalizzato da forti vendite dopo le indicazioni sul cambio al vertice che vedranno Profumo prendere il posto di Moretti. Cosa può dirci di questo titolo?

Leonardo non è impostato affatto bene dal punto di vista tecnico perchè abbiamo tutta l’area intorno ai 13,7/13,8 euro che è stata pesantemente venduta peraltro non di recente, visto che è accaduto per la volta nell’estate 2015, poi a novembre dello stesso anno e infine a dicembre-gennaio scorsi.

Non mi stupisce la discesa delle ultime sedute che fa capire quanto l’area intorno ai 14 euro sia fortemente venduta. Questo ostacolo si può superare, ma al di sopra dello stesso non entrano posizioni long, ma addirittura vengono incrementate quelle short.

Al momento Leonardo non è sicuramente un titolo da cavalcare long in ottica di lungo, al massimo si può tentare qualcosa nel breve periodo, visto che il trend di medio che era short era stato invertito solo in ottica di breve.

Telecom Italia è riuscito a riportarsi poco al di sopra di area 0,8 euro. Consiglierebbe di acquistare il titolo ora?

Per Telecom Italia il trend di lungo periodo è stato rotto al rialzo ormai da diverso tempo, visto che la prima rottura di questa trendline sui massimi è avvenuta la scorsa estate, a fine agosto 2016.

Da allora il titolo ha creato una serie di minimi e massimi di swing che sono orientati al rialzo, anche se l’inclinazione non è eccezionale. Ora Telecom Italia sta mantenendo un livello statico con i minimi del mese scorso a 0,757/0,745 euro e sotto quest’area sembra siano entrati nuovi acquisti.

Al momento sul titolo mi metterei come target il livello dinamico della suddetta trendline che allo stato attuale passa intorno a 0,884 euro, ma prima ancora fisserei un obiettivo un po’ più conservativo a 0,855/0,856 euro, livello statico del mese di febbraio e prima ancora di quello di gennaio.

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