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Poche ore per toccar palla sulla manovra. E buonanotte ai senatori

.. (Photo: ANSA)
.. (Photo: ANSA)

Il primo voto del Parlamento sulla legge di bilancio arriva di notte. Alle 2.23 del 21 dicembre. Dopo 35 giorni in cui la manovra è rimasta ferma. E a dieci giorni dalla tagliola dell’esercizio provvisorio, quando ancora manca il via libera dell’aula del Senato e l’esame in quattro giorni, in commissione e nell’emiciclo, della Camera. Nella lunga notte a palazzo Madama che dà il via alle votazioni succede di tutto.

20.30 - Pronti, via. Sono già saltate due sedute, alle 11.30 e alle 16, ma stavolta è quella buona per iniziare a votare in commissione Bilancio. Davanti all’albero di Natale posizionato nel quadrilatero di fronte al bar, un senatore sta finendo di scrivere la lista dei regali su un biglietto. Sul telefonino arriva un Whatsapp. “Hanno sconvocato di nuovo, che p...e, non ho nemmeno cenato”. Nel bigliettino abbandonato su una sedia c’è scritto che regalerà due agende business, otto grandi, sette (+2) piccole.

21.30 - Serve una riunione di maggioranza, l’ennesima, per capire come procedere. Si votano solo gli emendamenti riformulati o tutti? Si aspetta il superbonus o intanto si procede con quelli dei gruppi? “E se poi ci fregano e non ci danno niente?”, chiede un senatore al suo assistente. “Il rischio c’è”, risponde l’interlocutore. Il grande complotto.

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22.30 - Inizia la riunione di maggioranza, quella della commissione boh. Simona Malpezzi, capogruppo del Pd, incrocia Massimiliano Romeo della Lega davanti a una fotocopiatrice. La macchina macina fogli. “Hai parlato con Freni? (il sottosegretario all’Economia ndr), chiede lei. “Sì, quel che ci han dato ci han dato, non so se ci danno altro”.

22.41 - I senatori fanno a gara per acchiappare i fogli che escono dalla fotocopiatrice. Ma è tutto vecchio, già noto dal mattino. Roba da farci gli aeroplanini di carta per evadere dal suk del Senato.

22.42 - Malpezzi: “Io sono convinta che arriveranno altre cose”. Temeraria.

22.47 - Arriva il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. Il Salvatore atteso. Ma senza la buona novella.

22.49 - Daniele Pesco, presidente della commissione Bilancio, vaga lungo il corridoio tra la sala Koch, dove si svolge la riunione della maggioranza, e la biblioteca. ”È arrivato il superbonus”, chiede una senatrice dei 5 stelle. “No”. Severo, ma giusto.

23.01 - La senatrice Paola Nugnes si fa spazio nel corridoio. Telefonino sparato in faccia, diretta su Facebook. ”È uno scandalo”. Ma la sfilata procede in solitario.

23.09 - Nell’attesa c’è chi accontenta lo stomaco. Alberto Bagnai sceglie un pacco di patatine. E un selfie pubblicato su Twitter per immortalare l’agognato ristoro. Previdente.

23.21 - I giornalisti si chiedono se la seduta della commissione sarà trasmessa sul circuito interno. Un commesso spiega che la richiesta andava inoltrata da almeno un senatore prima, non alle undici e venti di sera, perché deve passare dalla presidenza del Senato. La senatrice di Italia Viva Daniela Contazzi esplicita il caos: “Non credo che qualcuno chiederà la diretta visto come stanno andando le cose”. Al buio.

23.51 - Freni si fa scortare dal relatore Vasco Errani. “Dove sono i fratelli?”. I fratelli sono i senatori di Fratelli d’Italia, i duri e puri da convincere (o da accontentare). Ci si vede tutti nelle stanze del Pd. Mentre i Fratelli parlano con Freni e Errani, i senatori del Pd svegliano il collega Marcucci: “Andrea, senti un po’ questa riformulazione: entro il 30 giugno 2022 si determinerà...”. Marcucci non è convinto, ma viene convinto con poche parole: “Solo questa formulazione può passare”. Marcucci: “Per me va bene”. “Grande Andrea, buonanotte”. C’è chi va a dormire (beato lui).

23.58 - Gilberto Pichetto Fratin, viceministro allo Sviluppo economico in quota Forza Italia, viene assaltato dai sei giornalisti presenti. “Ha l’emendamento sul superbonus?”. “Sì, mi è arrivato”. Ma sul display del telefonino compare l’emendamento contro il randagismo. “Arriverà, arriverà”. Speranzoso.

23.59 - Uno dei cronisti semina il panico: “Il 30 giugno è la data di chiusura dei lavori per avere il superbonus”. Ma alla fine Pichetto Fratin affossa l’entusiasmo: “Ma no, stavamo parlando delle Camere di commercio”.

00.11 - Passa Antonio Misiani del Pd. Iniziate a votare? “Boh”. Sincero.

00.13 - Bagnai esce dalla sala Koch. La collega 5s Laura Bottici lo ferma, ma lui vuole andare a casa. “Sono qui in appoggio, non devo votare”. Me ne vado o non me ne vado? Non se ne va.

00.15 - In sala c’è troppa gente. Una commessa invita i presenti a non assembrarsi. “Non c’è la distanza di sicurezza, liberate cortesemente anche il corridoio”.

00.18 - Alcuni senatori iniziano a spazientirsi. “Dal Mef non arriva niente”. Dal capannello si stacca una senatrice: “Tanto poi ci facciamo un bel focolaio”. Incendiaria.

00.22 - La sala Koch è bellissima, ma ha solo due finestre. Vere. Le altre sono finte. Qualcuno chiede di votare nell’aula di palazzo Madama.

00.25 - Luca Ciriani di Fratelli d’Italia fa il resoconto dell’incontro con Freni e Errani. “Abbiamo chiesto l’approvazione delle norme sulle malattie professionali e quelle per tutelare i proprietari delle case che vengono occupate abusivamente”. Occupy Senato, no?

00.31 - Freni va su e giù per tutto il Senato. “Ecce ancilla domini”. Camerlengo.

00.55 - La riunione della commissione può iniziare, ma prima si deve sanificare la sala Koch. Un senatore è in preda a un delirio da fame. Lo soccorre un collega: “Trovi ancora aperto il McDonald’s qui vicino, vai”. Rincorsa, partenza e via. La grande fuga.

01.02 - Un capannello di senatori si libera in uno slancio di entusiasmo: “Sta arrivando un fascicolo nuovo”. Un assistente parlamentare li stronca: “Quelli veri devono ancora arrivare”.

01.04 - Freni, Castelli e Cecilia Guerra, la triade del Mef, si ritirano nella stanza del Governo. La viceministra in quota 5 stelle restringe l’invito: “Andiamo a fare una riunione nostra”. Passano due minuti e nella stanza ci sono i relatori, i capigruppo e mezza commissione.

01.06 - Da via XX settembre arriva un pacchetto di emendamenti riformulati. ”È piccolo piccolo però”, avverte un commesso. Meglio poco che niente.

01.29 - Davide Faraone, senatore di Italia Viva, lancia un urlo dentro la sala del governo. Volano piatti.

01.32 - Le urla aumentano di numero e di intensità. Freni mette pace. Camerlengo di nome e di fatto.

01.34 - “Mancano molte cose”, dicono i gruppi parlamentari. Al Tesoro hanno tirato fuori l’accetta. Cerca l’emendamento nel pacchetto.

01.36 - Gli emendamenti scomparsi tali restano. Il problema era non perdere pezzi per strada e lasciare agli altri un pezzo in più del tesoretto da 600 milioni. Vai a vedere gli emendamenti. Alcuni ok, ma altri lasciano a desiderare. Qualcuno ha chiesto settemila euro per esentare dal pedaggio autostradale vigili del fuoco, forestale e Protezione civile della Valle D’Aosta. Un gruppetto di senatori ha chiesto fondi per la protezione delle api e un altro di tirare fuori 500mila euro per testare un vaccino-contraccettivo contro la “proliferazione” di specie animali che possano portare danni economici.

01.40 - “Dominus vobiscum”, il Signore sia con voi. Sempre Freni in versione Camerlengo. Il latino batte i tempi della manovra.

01.43 - Il Governo capisce che i partiti non si tengono più. Bisogna parlare faccia a faccia. Via ai bilaterali, si parte dalle Autonomie. Tutti i gruppi chiedono di ripescare qualche emendamento anche se la Ragioneria ha detto no. Provare per crederci.

01.46 - Errani lascia la stanza del Governo: “Andiamo a votare quel che si può”. Ma dove? Un gruppo di senatori va verso la sala Koch, un’altra si dirige nell’emiciclo. Caccia al tesoro.

01.52 - Appare Maurizio Gasparri. “La Castelli ha questo testo, fidati, è questo”, dice a un collega preoccupato. Prove di bilaterale dal corridoio.

01.54 - Romeo si prenota per succedere alle Autonomie. “Dopo tocca a noi”. Come alle Poste.

01.59 - I senatori trovano la strada di casa: tutti in aula. Malpezzi chiede a Pesco (M5s) di attivare il circuito, ma il presidente della commissione Bilancio risponde che bisognava pensarci prima. Addio alla democrazia grillina dello streaming.

02.23 - Si vota!

02.24 - Sovraeccitazione da voto. Via libera al reddito di libertà e al bonus mobili. Il primo fascicolo degli emendamenti viene spolpato in mezz’ora. Cannibali.

02.33 - La delegazione dei grillini davanti alla sala del Governo inizia a spazientirsi. Quelli della Lega non escono. “Ieri siamo usciti dal Mef alle undici di sera, non possiamo sempre fare la figura degli ultimi str...”. Sofferenze da ultimi della classe.

02.44 - Bagnai rispunta su Twitter: “I bilaterali finiranno alle 4. Difficilmente si chiuderà prima delle 15”.

03.05 - La commissione fa la commissione. La notizia.

03.21 - “Aggiunta firma” twitta Bagnai, allegando la foto di un emendamento appena sottoscritto. Ci avevate creduto al fatto che andava via prima?

03.55 - Anche il fascicolo 2 è fatto.

04.01 - Sulle tv dislocate lungo i corridoi passa in loop un video di un’intervista a Rita Levi Montalcini. Signora della scienza, salvaci tu.

04.12 - Comizio solitario di un senatore 5 stelle. “Alcuni emendamenti sono indecenti, si danno soldi a un Comune e non si specifica neppure in che provincia è. Forse non esiste”.

04.30 - Pausa dei lavori. Un senatore si addormenta sulla sedia. Freni prova ad animare tutti: “Non ci fermiamo finché la manovra non sarà approvata”.

04.55 - Odore di superbonus e di cartelle fiscali. Ma non è ancora arrivato il momento.

05.11 - Fermi tutti, il superbonus c’è. I lavori riprendono. Arriva il via libera all’emendamento porta da 60 a 180 giorni i termini per pagare le cartelle fiscali che arriveranno tra gennaio e marzo.

05.48 - Pesco ferma i lavori. Alcuni senatori 5 stelle vogliono un décalage morbido per il superbonus. Nel testo riformulato non c’è. L’emendamento si blocca e viene accantonato.

05.55 - Castelli raggiunge i parlamentari ribelli nel corridoio. “Non si è mai parlato di décalage morbido”. I ribelli insistono: “Vogliamo verificare”. La viceministra alza la voce: “Non si può fare, costa 1,2 miliardi”. Poi prende e se ne va. Uno dei ribelli è stizzito: “Non mi posso nemmeno arrabbiare?”.

06.12 - “La colpa è sempre loro, non leggono neppure quello che presentano”, sbotta un senatore di Forza Italia contro i 5 stelle ribelli.

06.26 - I lavori non riprendono. Uno dei ribelli grillini prova a difendersi: “Abbiamo chiesto di leggere il testo, nient’altro”.

06.32 - La sottosegretaria Guerra si avvicina all’aula. “Sto facendo i bilaterali”. Ah già, i bilaterali, mica sono finiti. La processione dei partiti per ripescare qualche emendamento continua.

06.35 - Tra i senatori inizia la gara a chi è sveglio da più tempo. Sul tavolo posizionato nella stanza davanti all’aula arrivano i giornali. Ma non raccontano nulla di quello che è successo nella notte.

07.01 - Pulizia generale. Gli addetti alle pulizie aprono le finestre, si lucidano i busti, è un altro giorno. Ma per la commissione non è mai finito. All night long.

07.30 - Apre la buvette. E colazione sia.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.