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Pochi vaccinati over 60. In Sardegna è allarme giallo

People relax on a beach in Cagliari, Sardinia, Italy, on May 28, 2021. All Italian regions have turned to
People relax on a beach in Cagliari, Sardinia, Italy, on May 28, 2021. All Italian regions have turned to

In Sardegna è allarme giallo. Tralasciando per un attimo il numero dei contagi quotidiani, a destare preoccupazione sono le ospedalizzazioni e, più in particolare, l’occupazione dei posti letto di terapia intensiva. Proviamo a focalizzare l’attenzione solo su questo elemento. Sull’isola al momento c’è un tasso di occupazione di terapia intensiva del 10%. Come ci spiega però l’Agenas, a preoccupare è la tendenza. “In Sardegna si registra infatti un tempo di raddoppio di occupazione delle terapie intensive a 6,5 giorni. Il rischio è che quindi, con l’attuale trend, si possa arrivare in una settimana al 20% dei posti letto di terapia intensiva occupati da pazienti Covid”.

Un dato preoccupante che, accompagnato dall’incremento dell’incidenza, potrebbe far concretamente diventare la Sardegna, già entro la seconda metà di agosto, come la prima Regione classificata gialla secondo i nuovi parametri in vigore. A pesare non solo un numero più ‘contenuto’ di posti letto di terapia intensiva, ma anche probabilmente altri due fattori. A cominciare da tassi di copertura vaccinale sotto la media italiana per tutti gli over 60, ossia quei soggetti più esposti a complicazioni in caso di positività al Covid.

Oggi l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu ha tra l’altro chiesto ufficialmente al Governo di ritirare i vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson dall’isola: “Ormai abbiamo la certezza che le remore degli over 60 a immunizzarsi sono legate a questo e non alla scelta di non vaccinarsi in assoluto. Siamo certi che il problema sia quello, perché la gente va negli hub e, quando sa di dover ricevere AstraZeneca o Johnson & Johnson se ne torna a casa, per questo abbiamo chiesto la sostituzione, potrebbe aiutarci a portare finalmente negli hub tutti gli anziani non ancora immunizzati”. Un elemento che di certo non aiuterà ad accelerare la campagna vaccinale della regione.

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Altro elemento da prendere in considerazione è poi il fatto che la Sardegna sia una delle più frequentate mete turistiche. L’arrivo massiccio di persone, con la presenza di una variante particolarmente contagiosa ed il venir meno della percezione del rischio che ha portato ad allentare le misure di sicurezza individuali - dalla distanza interpersonale all’utilizzo della mascherina - hanno almeno in parte contribuito a quell’aumento dei contagi registrato nelle ultime settimane.

Un discorso simile si può fare anche per l’altra grande isola. In Sicilia c’è una situazione preoccupante ma sicuramente per ora meno allarmante rispetto alla Sardegna. Il tasso di occupazione delle terapie intensive qui al momento è del 4%, ma la crescita è molto più lenta. I tempi di raddoppio segnalati da Agenas sono a 24 giorni. Quindi, “con l’attuale trend, la Sicilia arriverebbe intorno all’8% di occupazione delle terapie intensive solo a fine agosto”. L’impatto sul sistema sanitario sembra essere quindi contenibile al momento.

Più in generale c’è poi da dire che la situazione di crescita a livello di occupazione delle terapie intensive riguarda l’intera Italia. “La media italiana - spiega Agenas - seppur ancora contenuta, è in fase di raddoppio di crescita dal 26 luglio. Sono 16 le Regioni con dati in salita. Se questa direzione dovesse confermarsi anche nelle settimane a venire, diverse parti di Italia a settembre potrebbero trovarsi in una situazione simile a quella della Sardegna”. Proprio a ridosso dell’avvio del nuovo anno scolastico e con davanti la nuova stagione influenzale alle porte.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.

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