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La politica è al posto di guida della politica monetaria Usa?

Salman Ahmed, Chief Investment Strategist presso Lombard Odier Investment Managers, spiega che la vicinanza tra le elezioni presidenziali statunitensi e la riunione di settembre della Federal Reserve sta obbligando la banca centrale a rivedere la sua strategia di aumento dei tassi d’interesse.

L’attuale modus operandi della Federal Reserve fuorvia mercati e investitori: prima alimenta le aspettative di un rialzo e poi attua invece misure dovish - spiega Salman Ahmed -. Tenendo a mente questa dinamica, riteniamo che un aumento dei tassi d’interesse si vedrà più probabilmente a luglio che a giugno.

La possibilità di un secondo aumento dei tassi quest’anno è la domanda da un milione di dollari sulla bocca di tutti - spiega Salman Ahmed -. Non ci sbilanciamo ancora sull’argomento, ma in un contesto in cui qualsiasi shock esterno può avere conseguenze sull’economia statunitense, direttamente o tramite i mercati finanziari, alla Federal Reserve restano poche finestre di opportunità per aumentare i tassi mentre cerca di navigare tra una miriade di potenziali difficoltà: il ciclo politico del paese, la maturità del ciclo economico statunitense e le sfide strutturali poste da Europa, Cina e Giappone.

Che impatto avrà tutto questo sui mercati? Pensiamo che i rendimenti obbligazionari USA resteranno contenuti, con i rendimenti dei Treasury decennali al di sotto del 2% - spiega Salman Ahmed -. La forza del dollaro a cui abbiamo assistito di recente è solo temporanea e si ridurrà nei prossimi mesi. Per quanto riguarda gli altri asset, gli investitori sono ancora alla disperata ricerca di rendimento e, sebbene un aumento dei tassi d’interesse statunitensi possa essere un raggio di luce all’orizzonte, gli investitori dovrebbero affidarsi alla prudenza, prestando particolare attenzione ai fondamentali nella costruzione dei portafogli.

Autore: Pierpaolo Molinengo Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online