Primo scossone francese sul Patto Ue, si spaccano i Frugali
Prima discussione sul futuro del Patto di stabilità in Eurogruppo, primo scossone: si spacca il fronte dei frugali. L’Olanda, capofila dell’opposizione al Next Generation Eu nel 2020, ora è disponibile a discutere, accogliendo di fatto l’appello di Italia, Francia e gli Stati più in difficoltà a rivedere la governance fiscale dell’Ue sospesa per covid. Obiettivo: non ammazzare la crescita in nome della riduzione del debito. Germania e Austria invece insistono sulla necessità di ripristinare le vecchie regole, quando nel 2023 terminerà la sospensione del Patto di stabilità.
Siamo agli inizi del dibattito tra gli Stati membri, una decisione finale non verrà presa prima di giugno, di certo dopo le presidenziali francesi di aprile. Il quadro per ora sembra ancora muro contro muro tra nord e sud, ma l’apertura dell’Olanda apre decisamente una crepa nel fronte dei rigoristi. Anche perchè fa da specchio alla discussione in corso nel nuovo governo tedesco tra socialisti, liberali e Verdi. A Berlino, i partner di coalizione non la pensano esattamente come Lindner, il quale però è il titolare delle finanze e per ora tiene il punto sul fatto che la flessibilità è già insita nelle regole ora sospese: non serve inventarne di nuove.
“Il Patto di stabilità - dice il ministro tedesco al suo esordio in Eurogruppo - ha mostrato di essere flessibile durante la crisi, adesso è il momento di costruire lo spazio nei bilanci per rendere resiliente anche il settore pubblico. Sono molto a favore di una riduzione del debito pubblico, è importante anche per l’Unione bancaria risolvere il nesso tra banche e debito sovrano”. La Germania è “aperta a progressi, ma va trovato un equilibrio intelligente fra debito e investimenti”, aggiunge.
Diverso l’approccio dell’Olanda.
“Sono qui, per la prima volta in questa veste, abbiamo un nuovo governo”, dice all’Eurogruppo la ministra de L’Aja Sigrid Kaag, anche lei al suo esordio a Bruxelles. “I Paesi Bassi hanno scelto di fare investimenti orientati al futuro, contro il cambiamento climatico, a favore dell’istruzione e contro le disuguaglianze che persistono nella nostra società. Per questo la finanza deve fare le scelte giuste. Comprendo che ci siano sempre grandi divergenze su questioni chiave ed è molto importante per l’Ue. Dobbiamo fare le scelte giuste quando si tratta del Patto di stabilità e crescita, quando si tratta dell’unione bancaria”.”
Insomma, l’Olanda è disponibile a discutere della proposta portata avanti dai governi di Roma, Parigi, Madrid di rivedere le regole sulla riduzione del debito pubblico, affaticato dalle spese per fronteggiare la pandemia soprattutto nei paesi del sud Europa. L’idea è di rallentare il ritmo di rientro, che le vecchie regole fissano a un ventesimo ogni anno della quota eccedente la soglia del 60 per cento in rapporto al pil. Sia detto: questa regola non è mai stata applicata, ma in vista dell’anno prossimo verrebbe di fatto cassata, secondo un orientamento inizialmente proposto dal sud Europa - c’è un documento presentato da Mario Draghi ed Emmanuel Macron al riguardo.
“La crescita viene prima della stabilità: una crescita duratura e giusta è indispensabile per i cittadini europei”, dice il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire. Quanto alle diversità di vedute con l’Austria e con il tedesco Lindner, la ministra olandese sottolinea: “‘Frugal block’ è un titolo adorabile, tuttavia, sono ansiosa di incontrare tutti. E determinerò la nostra posizione in base a dove si trovano gli interessi. A volte ci siamo mobilitati con la Francia, altri con la Germania. Un approccio plurale è molto salutare”.
“Responsabilità significa tornare alle regole più strette del Patto di stabilità e crescita”, insiste il ministro delle Finanze austriaco Magnus Brunner a Bruxelles. “Non è importante chi è il leader, il punto è che alcuni Paesi dovrebbero tornare alle regole del Patto di stabilità”, aggiunge.
Ecco, ma da oggi la posizione del nord è certamente più debole, incredibilmente più debole rispetto alla primavera 2020 quando l’Olanda e gli altri frugali fecero di tutto per ostacolare la nascita del Next Generation Eu. E persero.
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.