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Processo Mps, Morelli: dissenso su modus operandi, e quindi me ne andai

MILANO (Reuters) - L'AD di Banca Monte dei Paschi di Siena Marco Morelli, ascoltato oggi come testimone al processo Mps in corso a Milano, ha ricordato come i suoi comportamenti, come cfo, "disallineati" rispetto alle operazioni dell'area finanza lo avessero messo in una posizione di "dissenso rispetto al modus operandi" dell'istituto, spingendolo ad andarsene e accettare l'offerta di Intesa Sanpaolo di cui divenne direttore generale vicario nel febbraio 2010.

Nel procedimento milanese gli ex vertici dell'istituto e altri manager sono imputati per presunte irregolarità in operazioni finanziarie che secondo l'accusa sarebbero servite a occultare le perdite causate dall'acquisto di Antonveneta.

Morelli, interrogato in aula dal pm Giordano Baggio, ha ripercorso il suo primo periodo a Mps, in particolare da quando assunse la carica di vice direttore generale (2006) a quando assunse l'incarico di cfo (dall'ottobre 2008 al febbraio 2010), ribadendo, per quel che riguarda le vicende Fresh 2008 e Santorini le sue dichiarazioni testimoniali già fornite al processo che si svolse a Siena.

Per quel che riguarda la vicenda Alexandria, Morelli ha dichiarato che, viste le perplessità e le criticità avanzate dal Risk Management e in seguito dal capo dell'area contabile, in qualità di cfo, scrisse una lettera al direttore generale "per bloccare l'attività dell'area finanza, non solo per Alexandria, e avviare un audit".

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"Tutto però andò avanti nonostante la mia presa di posizione", ha aggiunto Morelli in aula, "e ho ritenuto opportuno uscire", accettando quella che ha definito "un'offerta di lavoro importante", cioè dg di Intesa Sanpaolo.

L'AD di Mps dovrà quindi tornare in aula all'udienza di giovedì 15 marzo, per rispondere come testimone alle domande del controesame che verrà efettuato dalle difese degli imputati.

Al processo in corso a Milano sono imputate, a vario titolo, per false comunicazioni sociali e ostacolo all'autorità di vigilanza 13 persone, fra le quali l'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l'ex direttore generale Antonio Vigni e l'ex capo dell'area finanza Gianluca Baldassarri, e le tre società Deutsche Bank (sede di Londra e sede centrale) e Nomura.

Tutti gli imputati hanno sempre respinto gli addebiti.

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