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Le promesse elettorali caratterizzano questi mesi

Elezioni politiche in Italia: programmi? Non ancora pervenuti.

In Italia il tallone d'Achille è sempre stato l'instabilità politica, il costo dello Stato. La tensione derivante sui mercati è inevitabile.

I mercati non hanno esitato a mostrare segnali agli investitori.

L'azionario ha confermato l'impostazione rialzista legata alla ripresa economica in atto. Questo si è visto grazie ai dati positivi sul PIL. E' stato possibile grazie agli sforzi fatti in questi anni difficili dal Governo e soprattutto da parte di cittadini ed imprese.

La ripresa dell'economia mondiale è stata per l'Italia uno degli elementi principali della ripresa.

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I dati che meglio hanno performato sono stati quelli legati all'export.

Come hanno fatto notare all'unisono le agenzie di rating ( S&P, Fitch, Moody's ), gli apprezzamenti sono stati rivolti al percorso riformista intrapreso.Il percorso non è ancora terminato, spetta alla nuova maggioranza questo onere.

Al momento potremmo citare Jobs Act, riforma pensionistica, riforma della PA ed incentivi seppur timidi all'economia. Unitamente a queste riforme più pubblicizzate è lecito citare le politiche di controllo del debito pubblico. Esse hanno comportato aggravi per alcuni settori della tassazione, in particolare per quello finanziario. Questo percorso era già stato disegnato ed intrapreso dal Governo Monti. Numerose le agevolazioni per altri settori.

Questi elementi combinati con le elezioni in arrivo sono alla base dei prezzi del debito pubblico italiano. Il prezzo dei Titoli di Stato italiani negli ultimi mesi, dopo l'apprezzamento di S&P che ha consentito un breve periodo di tregua, ha ripreso a scendere. Pertanto, sono aumentati i rendimenti sul mercato obbligazionario, quindi l'onere per lo Stato ed i cittadini italiani.

Che cosa dovrebbero aspettarsi i cittadini italiani dai candidati alle elezioni?

  • taglio del debito pubblico;

  • riduzione del costo della macchina statale tra le più costose al mondo;

  • alleggerimento graduale del carico fiscale;

  • aumento dell'occupazione;

  • miglioramento dei servizi pubblici e riduzione della burocrazia;

  • annullamento delle differenze di tutele e delle agevolazioni del pubblico impiego rispetto al privato ed annullamento delle tutele dei settori protetti;

  • incremento della produttività dell'Italia e tutela della produzione nazionale;

  • investimenti alle imprese e per la ricerca e lo sviluppo.

Un simile elenco potrebbe sembrare avere elementi tra loro poco compatibili, in realtà esiste una chiave di lettura. La riduzione degli sprechi della macchina statale ed un suo efficientamento, l'aumento occupazionale e produttivo forniscono un contributo al PIL. La crescita del PIL riversa risorse allo Stato per affrontare la riduzione del debito. Successivamente questo supporta la riduzione del carico fiscale. Gli investimenti rappresentano la voce di costo per sostenere l'aumento occupazionale e della produttività.

I programmi per le prossime elezioni e le candidature non sono ancora completi, ma grazie ai media qualcosa si intravede. Ciò che viene maggiormente percepito è una saga di promesse. Denari facili per tutti promessi da tutti i partiti. Ad esempio: reddito di cittadinanza (o di inclusione) e flat tax; abolizione del canone in bolletta e riduzione del cuneo fiscale ed abbattimento delle tasse universitarie. Seguono le accuse rivolte ad avversari politici.

Un simile scenario, privo di numeri (possibilmente realistici) a supporto, rischia di essere pericoloso. Infatti vanificherebbe lo sforzo fatto da Governo e cittadini in questi anni e minerebbe la fiducia degli investitori internazionali (unitamente alla scarsa fiducia che potrebbe derivare dalla mancanza di una maggioranza di Governo rischi di diventare un mix esplosivo). L'attesa per i programmi è alta lì dovrebbero comparire le voci di costo per il bilancio dello Stato e dove questi fondi verranno reperiti.

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